E' la bellezza che fa scandalo. Lode al ballo di Sanna Marin, il suo inno alla gioia

Francesca d'Aloja

Non vi è nulla di artificioso e falso nel suo corpo così come non vi è nulla di falso e artificioso nella sua esibizione, che a sua volta non ha proprio nulla di esibizionistico. La semplice potenza di quelle immagini sta tutta lì

Nella disperata ricerca di notizie pruriginose che movimentino un’estate fustigata da guerra, siccità e campagne elettorali, il recente “Finlandgate” (termine puntualmente coniato dopo la diffusione del noto video), casca, come si dice, a fagiolo.  Le immagini di una stratosferica Sanna Marin che si diverte come si dovrebbe divertire qualsiasi trentenne sana di mente e di spirito, sono la ghiotta occasione per scatenare giudizi, produrre considerazioni e conclusioni, inneggiare e dileggiare con la stessa veemenza. Il classico caso spartiacque: o di qua o di là. Chi sta di qua difende il sacrosanto diritto di vivere la propria età a prescindere dal ruolo che si ricopre, la sacrosanta prerogativa di trascorrere il proprio tempo libero come si crede, il sacrosanto desiderio di divertirsi. Dal fronte opposto si critica l’inopportunità della circostanza, la mancanza di serietà e dunque lo scarso rispetto del proprio ruolo istituzionale.

Nessuno ha però il coraggio di esternare il pensiero che cova sotto il giudizio morale o moralistico riguardo al comportamento della premier finlandese, e cioè che è la sua innegabile avvenenza la vera ragione dello scandalo. Ciò che offende, provoca e oltraggia è la sua intollerabile bellezza. Una bellezza naturale, autentica, come autentico e naturale è ciò che la vediamo fare nel video incriminato. Non vi è nulla di artificioso e falso nel suo corpo così come non vi è nulla di falso e artificioso nella sua esibizione, che a sua volta non ha proprio nulla di esibizionistico. La semplice potenza di quelle immagini sta tutta lì. Gli altri elementi sono sì importanti, ma accessori: l’essere donna, la giovinezza, l’abbigliamento. La bellezza di Sanna Marin ci ha colpito prima ancora delle indubitabili capacità politiche che l’hanno portata a dirigere un governo di coalizione con altri quattro partiti (tutti diretti da donne, di cui tre sotto i trentacinque anni) o del suo coraggio nel contrastare una superpotenza come la Russia rivendicando con forza l’autonomia del proprio paese.

Era chiaro che prima o poi quella ragazza formidabile avrebbe scatenato maldicenze: ancor più del potere è la bellezza a suscitare invidia, poiché è un dono, una grazia ricevuta, contro cui nulla si può opporre. Sanna Marin è stata criticata per i suoi giubbotti di pelle, per l’abbigliamento rock sfoggiato a un concerto rock, sempre per qualcosa inerente al suo aspetto. Adesso si tenta di delegittimarla attraverso filmati che di scandaloso hanno soltanto l’opportunismo e la bassezza di chi li ha divulgati per montarci su una polemica. Chi vi si scaglia contro ergendosi a giudice ne ha probabilmente percepito la forza: da sempre stigmatizzato da puritani e bacchettoni di ogni tipo, il ballo è quanto di più liberatorio si possa immaginare: è il culmine di ogni festa, il momento in cui si è autorizzati a uscire dalla convenzione del proprio ruolo, qualsiasi esso sia. Ed è estremamente rivelatorio: per capire davvero qualcuno devi vederlo ballare (chiedetevi ad esempio come mai i bambini si imbarazzano nel vedere la propria madre che balla…).

Dunque, cosa ci rivela di sé Sanna Marin con quel ballo? Un istante di pura gioia, cioè la capacità di uscire da sé stessi ed entrare in una comunità, magari provvisoria ma appunto per questo preziosa, insostituibile: la sintonia con gli altri. E poi è importante ricordare che quello non era un evento pubblico e non vi era dunque nessun intento di deliberata comunicazione (niente ammiccamenti spesso manifestati da altri capi di stato con opposti risultati, vedi Obama, Trump o Johnson sorpresi a dimenarsi in occasioni pubbliche). Il fatto che si trattasse di una festa privata che si svolgeva in un appartamento e non in qualche locale lussuoso, che le persone coinvolte fossero amici e non equivoci personaggi dovrebbe rendere la questione inattaccabile. E inattaccabile di fatto lo è: non si può nemmeno ricorrere allo strumento più scontato in casi simili, quello della satira. C’è poco da prendere in giro, Sanna Marin sa ballare e non solo non si vergogna ma non fa vergognare nemmeno chi la guarda. 

C’è chi la accusa di ingenuità, chi ventila l’ipotesi di assunzione di droghe come se la naturalezza del gesto fosse di per sé inconcepibile (tale giudizio non è altrettanto rivelatorio, non su di lei, ma su chi lo emette?). Io personalmente la trovo fantastica. “Ho ballato, ho cantato, ho abbracciato i miei amici e bevuto insieme a loro. Ho un lavoro, una famiglia e ogni tanto del tempo libero che amo trascorrere con gli amici. Voglio continuare a essere la persona che sono sempre stata”.  Ecco cosa ci rivela il ballo scatenato di Sanna Marin: la propria libertà, il proprio, inattaccabile inno alla gioia.

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