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editoriali

L’assalto cinese a Trieste

Redazione

Fallito il tentativo di acquistare il porto, la Cina ci riprova con i treni

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Le attività della Cina in Italia e dell’ambasciata cinese a Roma, negli ultimi tempi, sono silenziose ma non si sono fermate. Da quando Mario Draghi è al governo ha usato cinque volte il golden power per fermare acquisizioni cinesi di aziende strategiche italiane (prima di allora, la legge per bloccare investimenti a rischio era stata usata soltanto due volte). La guerra in Ucraina ha raffreddato ancora di più i rapporti Roma-Pechino, ma l’11 maggio scorso l’ambasciatore cinese in Italia, Li Junhua, in un’intervista all’Ansa ha detto che nonostante questo “le relazioni sino-italiane hanno fondamenta profonde e una forte tenacia”. E la tenacia si vede soprattutto nelle notizie meno mediatiche.

 

A proposito di energia, e di necessità di emanciparci dai paesi autoritari, a fine aprile è stato inaugurato a Taranto  il primo parco eolico offshore del Mediterraneo. Per costruirlo Renexia ha comprato le 10 turbine dalla cinese Mingyang, che è stata preferita alla tedesca Senvion e che grazie a Taranto ha messo per la prima volta piede in Europa.

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L’altro ieri l’ufficio comunicazione dell’ambasciata cinese in Italia celebrava quella che a tutti gli effetti sembra la rivincita della Cina nel porto di Trieste. Dopo aver fallito le trattative per il controllo del porto durante il governo gialloverde, adesso il colosso cinese statale Cosco  ha fatto partire un servizio di treni speciali “per facilitare il trasporto dei prodotti a Velenje, in Slovenia, sede del quartier generale europeo di Hisense”. Un treno speciale Trieste-Slovenia che partirà due o tre volte a settimana dedicato solo ai prodotti del colosso cinese degli elettrodomestici.

 

Controllare e mettere in sicurezza le vie di trasporto è sempre stata una priorità cinese, e continua a esserlo anche se ormai qualunque operazione abbia a che fare con aziende cinesi viene osservata al microscopio. Come ha efficacemente spiegato il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Zeno D’Agostino, se la cessione di strutture del porto, come un terminal, è materia del governo, il trasporto ferroviario è legato al porto. E i cinesi lo sanno, per questo, probabilmente, hanno ricominciato l’assalto da lì.

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