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Editoriali

Quanto tiene la cerniera tra Ue e Nato

Redazione

Il ruolo speciale dell’Italia si deve a Draghi, che è riuscito a tenere unite Nato e Europa in questi primi mesi di guerra. Tutto ciò che sovranisti e populisti non sono riusciti a fare

Il viaggio di Mario Draghi in America ha messo in luce il ruolo speciale dell’Italia come cerniera tra l’Unione europea e la Nato. Questo ruolo è stato riconosciuto più dagli osservatori internazionali che da quelli domestici, spesso più condizionati da visioni provinciali, ma resta un dato di fatto. In che cosa consiste questo ruolo speciale? Nella capacità di interpretare le differenze e anche le competizioni (tra Europa e America ma anche tra paesi europei) nell’ambito di una visione razionale in cui i diversi interessi siano considerati come parte di un sistema aperto e non come alternative inconciliabili. Draghi ha difeso con successo la moneta europea anche quando era sotto attacco, un attacco al quale non erano estranee forze finanziarie americane. Ora sostiene l’esigenza di una risposta comune all’inflazione e ai problemi energetici, nell’ambito di una resistenza all’aggressione russa che punti a creare le condizioni di equilibrio che consentano di aprire una prospettiva di pace. Razionalità ed equilibrio sono le chiavi di questo atteggiamento che ha fatto guadagnare all’Italia una considerazione internazionale indiscutibile. La domanda che ci si pone è se il nostro paese saprà mantenere questo ruolo, se riuscirà ancora ad agire per far funzionare i meccanismi sovranazionali con le regole che ci sono mentre spinge a migliorarle e a modificarle. In parole povere, questo ruolo dipende esclusivamente dalle capacità e dal prestigio personale del premier o ha una radice nella collocazione geopolitica del paese? E’ difficile rispondere: se si guarda alla storia e alla geografia si direbbe che si tratta di un ruolo naturale, che seppure declinato in modi diversi è un tratto di continuità della politica italiana. Se si guarda alle posizioni assunte dalle diverse forze politiche e in particolare da quelle che si autodefiniscono sovraniste o populiste, si ha invece l’impressione che dopo Draghi ci sia solo un colossale e preoccupante punto interrogativo.

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