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Cosa sappiamo della strage alla stazione di Kramatorsk. Le ricostruzioni

Ruggiero Montenegro

Almeno 50 morti e oltre cento feriti nell'attacco missilistico condotto nell'oblast' di Donetsk. Il Cremlino nega ogni responsabilità e parla di "provocazione ucraina", ma più di una prova sembra inchiodare gli invasori

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Almeno 50 vittime, tra cui cinque bambini, e centinaia di feriti: è il bilancio – provvisorio e probabilmente destinato ad aggravarsi – dell'attacco missilistico condotto alla stazione di Kramatorsk. Poco dopo le 10 di questa mattina, alcuni missili hanno raggiunto lo scalo ferroviario della città situata nell'oblast di Donetsk, nell'est del'Ucraina: uno snodo fondamentale per l'evacuazione dei civili in quella che si appresta a diventare la zona più calda del conflitto, quella in cui il Cremlino ha detto di voler concentrare le forze dopo aver ritirato le truppe dalla zona di Kyiv. Una strategia confermata anche dall'intelligence americana e britannica.

   

Tra la stazione e il suo piazzale, in migliaia - 4mila persone secondo il sindaco - erano in attesa di essere messi in salvo: nelle scorse ore le autorità ucraine avevano infatti invitato la popolazione a lasciare la regione a causa dei timori di una violenta offensiva russa.

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L'Ucraina ha accusato i russi dell'attacco a Kramatorsk e ha chiesto la convocazione di una riunione d'emergenza dell'Osce, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, su quanto accaduto, proprio all'indomani della sospensione della Russia dal Consiglio per i diritti umani della Nazioni Unite. "I russi disumani non abbandonano i loro metodi. Non avendo la forza e il coraggio di opporsi a noi sul campo di battaglia, stanno cinicamente distruggendo la popolazione civile. Questo è un male che non ha limiti”, ha detto pochi minuti dopo l'attacco il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dal canto suo Mosca, seguendo l'ormai solito copione già utilizzato nel caso del teatro di Mariupol e del massacro di Bucha, ha negato ogni coinvogimento e responsabilità

 

Una fotografia del razzo che ha colpito la stazione mostra che sullo stesso è stato scritto con, vernice bianca, "за детей", "za detei". Ovvero “per i bambini”. Anche questo fatto è stato utilizzato dalle due propagande incrociate per dare responsabilità al nemico.

Secondo la ricostruzione di Kyiv, quella scritta è stata fatta dai soldati russi: il "per i bambini" tuttavia non sarebbe da intendersi come “destinato ai bambini” ma come un gesto “a difesa dei bambini” del Donbas, dove si combatte da 8 anni, e andrebbe considerata dunque come una firma, una rivendicazione. La propaganda del Cremlino infatti sostiene che occorra debellare i nemici in Ucraina affinché i bambini russi e quelli della regione separatista possano vivere in pace, secondo la logica della de-nazificazione propugnata da Putin per giustificare la guerra.

Per Mosca, al contrario, il razzo sarebbe stato lanciato dagli ucraini e la scritta sarebbe una sorta di messaggio di vendetta.

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In un primo momento, la commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova ha riferito che l'attacco è stato compiuto con missili “a grappolo ad alta precisione 'Iskander'",  di quelli in dotazione all'esercito russo. Più tardi invece, Zelensky ha parlato di un razzo Tochka U. Uno dei pochi punti, anzi l'unico, su cui le due parti paradossalmente concordano. 

Si tratta di una “provocazione ucraina”, è stata la risposta del ministero della Difesa russo, che conferma quanto detto dal presidente ucraino riguardo la tipogia del missile utilizzato a Kramatorsk ma sottolinea come i Tochka siano "utilizzati solo dalle forze ucraine" e non più nella disponibilità russa dal 2019.

 

Questa tesi tuttavia è stata smentita dalla Bbc, secondo cui il 24 febbraio la Russia ha usato quel tipo di armi durante un attacco a un ospedale di Vuhledar, nell'oblast' di Donetsk, che ha ucciso quattro civili. Mentre il 19 marzo, il ministero della Difesa ucraino aveva comunicato l'abbattimento di un missile Tochka-U a Luhansk. Questo tipo di razzi, ormai obsoleti, sono più economici degli Iskander benché molto più imprecisi. Anche questo potrebbe aver giocato un ruolo. Tra le altre ipotesi c'è poi quella di un'operazione cosiddetta false flag. 

    

Ma non solo: a confermare le responsabilità del Cremlino ci sarebbero anche alcuni post circolati – e poi cancellati o modificati dopo la strage- su canali Telegram russi, alcuni dei quali vicini al Cremlino, che annunciavano operazioni missilistiche contro stazioni nel Donbas questa mattina, per colpire alcuni treni che, secondo l'intelligence di Mosca trasportavano munizioni per gli ucraini.
 

  

La condanna dell'Europa

Unanime è stata invece la condanna occidentale contro la Russia: Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea che in queste ore è proprio in Ucraina insieme al capo della politica estera Ue Josep Borrell, si è detta “sconvolta” per un “attacco spregevole”. Il premier britannico Boris Johnson ha parlato di “crimini di guerra”, di “orrore per la brutalità scatenata" dai russi, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il cancelliere Olaf Scholz. Il tedesco ha garantito ulteriore supporto militare all'Ucraina.

 

Per il presidente francese Emmanuel Macron si è trattato di un atto "abominevole". "Le famiglie che partivano hanno conosciuto l'orrore. Pensiamo alle vittime di Kramatorsk, di Bucha, di Mariupol, di Karkhiv: ovunque in Ucraina sosterremo le inchieste affinché giustizia venga fatta", ha concluso. 

"Questa guerra deve finire il prima possibile", ha detto Lugi Di Maio, sostenendo la necessità di compiere ogni sforzo per un cessate il fuoco e nel frattempo proseguire sulla via delle sanzioni europee. L'Italia lavora per una conferenza di pace, ha detto il ministro degli Esteri, ma la pace "bisogna volerla in due e Putin sta dimostrando" di non avere intenzione di fermarsi.

 

(Articolo aggiornato alle 19.30)

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