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Quel che si sa dei soldi che Le Pen ha chiesto a Orbán

Mauro Zanon

Una banca ungherese avrebbe dato 10,6 milioni di euro per la campagna della leader sovranista 

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Parigi. Dopo il prestito russo di 9 milioni di euro per la campagna del 2017, in soccorso di Marine Le Pen, leader del Rassemblement national (Rn), arriva il prestito ungherese. Secondo quanto rivelato ieri dall’emittente radiofonica Rtl, la madrina del sovranismo francese avrebbe ottenuto 10,6 milioni di euro da parte di una banca ungherese, soldi che le permetteranno di finanziare la campagna per le presidenziali nei tre mesi che la separano dal primo turno. Il nome dell’istituto di credito? Non sarà comunicato per rispetto di una “clausola di riservatezza”, fanno sapere da Nanterre, sede Rn. 

  
Il premier ungherese Viktor Orbán ha facilitato le negoziazioni? “Nessun commento”, dice l’entourage di Le Pen. Ma è probabile che il suo recente incontro a Budapest alla corte del primo ministro magiaro sia stato in qualche modo decisivo. Di certo, i vertici Rn hanno avuto parecchi problemi in questi anni a ottenere un prestito da parte delle banche francesi. “Abbiamo sollecitato tutte le banche francesi e sono i loro servizi di comunicazione che bloccano tutto”, aveva dichiarato al Figaro, a dicembre, il tesoriere del partito lepenista, Kévin Pfeffer, prima di aggiungere: “Ci stiamo orientando verso alcune banche europee, in Belgio, in Italia, in Polonia… Ma è più difficile. Non conoscono bene la legislazione francese”. 
Alla fine, è dal suo alleato ungherese del campo sovranista che Le Pen potrebbe aver trovato quel che serve per portare avanti la campagna. Secondo quanto riportato da Rtl, la presidente del Rn, fino all’ufficialità del prestito proveniente da Budapest, era infatti costretta a condurre una campagna low cost, in ragione dei molti rifiuti incassati dagli istituti di credito sollecitati. E dalla First Czech-Russian Bank, l’istituto russo vicino al Cremlino che l’aveva aiutata cinque anni fa, non poteva ottenere più nulla. Perché dal 2017, in Francia, i candidati all’Eliseo non hanno più il diritto di chiedere un prestito a società o banche che non siano europee. 

 
Lo scorso settembre, la leader del Rn aveva anche provato a inviare una lettera al presidente francese, Emmanuel Macron, chiedendo di modificare a livello nazionale le regole sui finanziamenti. Nella missiva, Le Pen si lamentava in particolare dell’impossibilità di fare appello alle donazioni dei cittadini. François Bayrou, capo dei centristi del MoDem, aveva proposto nel 2017 la creazione di una “banca della democrazia” per andare incontro a quei candidati che faticano a ottenere prestiti da parte delle banche private. Ma l’idea è rimasta nel cassetto. Le Pen e Orbán si sono visti anche quest’ultimo fine settimana alla Cumbre de Madrid, alla riunione dei partiti europei della destra identitaria convocata da Santiago Abascal, presidente della formazione spagnola Vox. Un altro dirigente del partito lepenista sentito da Rtl ha affermato che la finalizzazione del prestito è stata possibile grazie a “un intermediario”, che però “non è un politico”.
 

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