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Il libro del mercenario orgoglioso e il ritorno in massa della Wagner nel Donbass

Micol Flammini

Secondo il Daily Beast i mercenari russi si starebbero spostando dalla Repubblica Centrafricana all'Ucraina. In Russia però l'argomento rimane nascosto e poco discusso, ma adesso è arrivato un momoir

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La presenza della Russia nel Donbass, nelle due città di Donetsk e Lugansk che si sono autoproclamate repubbliche popolari, negli ultimi anni di guerra era da ricondurre soprattutto ai mercenari: truppe irregolari e private che in questi anni hanno gestito gli interessi militari di Mosca in giro per il mondo. Ora che lungo i confini ucraini c’è l’esercito regolare di Mosca a fare pressione, i mercenari sembrano quasi usciti di scena, ma sono ancora presenti e altri ne potrebbero arrivare. Il Daily Beast ha raccontato in esclusiva che molti mercenari del gruppo Wagner sarebbero partiti dalla Repubblica Centrafricana, diretti verso l’Ucraina. Lo hanno raccontato alcuni alti ufficiali militari del paese africano al sito americano. Il numero esatto di quanti se ne sarebbero andati non viene dato, ma le fonti hanno parlato soprattutto di membri del gruppo provenienti da Ucraina, Russia e Bielorussia. Negli ultimi anni la presenza della Wagner nei paesi che interessano il Cremlino è aumentata. Numerose inchieste ne hanno rivelato le azioni, ma l’argomento rimane ancora poco discusso in Russia e quando un mercenario, Marat Gabidullin, aveva deciso nel 2017 di pubblicare un memoir sulla sua vita ha trovato diverse difficoltà.

 

Gabidullin è un veterano, aveva iniziato la sua carriera nella Wagner come combattente di base e poi è diventato comandante in Siria. Nel suo libro che poi è riuscito a trovare un editore racconta le battaglie per i giacimenti petroliferi del paese, gli scontri con gli uomini dello Stato islamico, fino all’ultima battaglia della sua compagnia a Uqayribat, nella provincia orientale di Hama. Gabidullin ha raccontato di conoscere Yevgeny Prigozhin molto bene, di aver lavorato per lui e di avergli mostrato il libro che aveva iniziato a scrivere. Prigozhin è conosciuto come il finanziatore del gruppo Wagner, oltre a essere molto vicino al presidente Putin, si sarebbe interessato al libro, ma continuava a rimandare la pubblicazioni. Gabidullin ha deciso di fare a modo suo, a smesso di lavorare per Prigozhin e non ha faticato molto a trovare un primo editore. Una casa editrice siberiana, Nayemnik. Questo primo contratto è stato annullato su sua richiesta, aveva ricevuto pressioni per ritirarlo, soprattutto gli avevano detto che avrebbe danneggiato i suoi commilitoni ancora sul campo. Gabidullin si è lasciato convincere. 

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Poco dopo si è messo alla ricerca di un altro editore e non è stato facile. In un’intervista al sito Meduza ha detto: “Sono diventato profondamente consapevole che non voglio vivere in una società ipocrita che preferisce non notare. Anche solo la parola ‘mercenario’ fa male alle orecchie! I generali non vogliono ammettere che le loro vittorie in Siria sono state ottenute con metodi che esulano dalla dottrina militare ufficiale e il numero delle vittime presentate al pubblico è stato falsificato in modo che la gente ne fosse orgogliosa … Semplicemente non conosce le cifre reali”. Gabidullin voleva far vedere ai suoi concittadini come la Russia combatte le guerre, come le vince, come vengono prese le decisioni. I mercenari non sono contemplati dalla legge, per questo la loro esistenza va nascosta. 

 

Gabidullin ha alla fine trovato un editore che ha pubblicato il libro con il titolo “Due volte sullo stesso fiume”, parla molto bene dei suoi compagni, del loro sacrificio, vede nel suo lavoro un modo per servire la patria, però spesso parla della mancanza di coraggio degli ufficiali regolari, di quanto il potere in Russia sia distante e con troppi privilegi. E’ una critica e un’esaltazione insieme, che al Cremlino non piace perché rivela una realtà che contro tutte le evidenze vuole tenere nascosta, ma allo stesso tempo è piena di propaganda. Gabidullin non critica le guerre e i metodi, dice semplicemente: parlate di noi. Il Donbass, la regione a est dell’Ucraina, è uno dei primi posti in cui la presenza dei mercenari è stata documentata in modo piuttosto accurato. Il ritorno di molti di loro nel paese che adesso teme un’invasione da parte di Mosca e soprattutto azioni di sabotaggio che potrebbero innescare un conflitto è una notizia preoccupante per chi tenta di evitare lo scoppio di una guerra.

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