Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni (foto EPA)

oltre le attese

Italia e Francia sono il motore della crescita europea. Cosa dicono le previsioni dell'Ue

David Carretta

Nel 2021 il nostro paese crescerà del 6,2 per cento, più delle stime della scorsa primavera. La Germania è quella che delude di più in termini di rimbalzo. Ma sulla crescita grava ancora la minaccia del Covid, dell'inflazione e dei prezzi dell'energia

Bruxelles. Il rimbalzo dell'economia dell'Unione europea dopo la recessione provocata dalla pandemia di Covid-19 è più forte di quanto previsto, con Italia e Francia che fungono da motore della ripresa, ma sulla zona euro iniziano a soffiare "venti contrari" a partire dal rischio che l'inflazione sia qui per restare. E' questo il quadro che emerge dalle previsioni economiche d'autunno presentate oggi dalla Commissione. Per il 2021 le stime sono state riviste al rialzo: 5 per cento per l'Ue a 27 e l'area euro contro il 4,2 delle previsioni di primavera. Per il 2022 il quadro è praticamente identico a quello di sei mesi fa: 4,3 per cento per l'Ue a 27 e l'area euro. 

 

 

Crescita economica, le stime sul Pil dell'Italia

Per Italia e Francia il rialzo delle stime è molto più netto. L'Italia dovrebbe crescere del 6,2 per cento nel 2021 (contro il 4,2 previsto in primavera) e del 4,3 per cento nel 2022 (contro il 4,4). La Francia segna un più 6,5 per cento di Pil quest'anno (contro il 5,7) e 3,8 il prossimo (contro il 4,2). La Germania dovrebbe crescere di appena il 2,7 per cento nel 2021 e del 4,6 nel 2022. Tra le grandi economie è la più grande a deludere in termini di rimbalzo. Anche la Spagna delude con una revisione al ribasso delle previsioni del biennio e un aumento del Pil del 4,6 per cento quest'anno e del 5,5 il prossimo. Ma "ci sono tre minacce chiave a questa fotografia positiva", ha detto il commissario Paolo Gentiloni presentando le previsioni d'autunno: un aumento marcato dei casi Covid (...), la crescente inflazione provocata in gran parte da un aumento nei prezzi dell'energia e le perturbazioni alla catena di approvvigionamento che pesano su numerosi settori".

Nel momento in cui è ripreso il dibattito sulla revisione del Patto di stabilità e crescita, Gentiloni ha voluto sottolineare l'effetto positivo del rimbalzo sui conti pubblici grazie alla risposta senza precedenti dell'Ue in termini di aiuti a lavoratori e imprese. "Questo ha alimentato un'impennata della crescita, che a sua volta sta contribuendo a stabilizzare le nostre finanze pubbliche", ha spiegato Gentiloni. Il piano di Recovery di Next Generation Eu dovrebbe permettere agli investimenti pubblici di raggiungere i livelli pi alti "in più di un decennio". Ma nel suo comunicato la Commissione avverte che le sue previsioni "dipendono pesantemente da due fattori: l'evoluzione della pandemia di Covid-19 e il ritmo con cui l'offerta si aggiusta alla rapida ripresa nella domanda dopo la riapertura dell'economia".

C'è un terzo fattore che viene tenuto più nascosto nei documenti della Commissione: l'inflazione con le possibili reazioni della Banca centrale europea. L'aumento dei prezzi è al massimo da dieci anni e più alta di quanto atteso, dice la Commissione, che però continua a ritenere che sia un fenomeno temporaneo. Per il 2021 l'inflazione nell'area euro dovrebbe salire al 2,4 per cento prima di scendere al 2,2 per cento nel 2022. La stima per il 2023 - un ulteriore calo al 1,4 per cento - appare incoraggiare la Bce a non abbandonare la sua politica monetaria ultra accomodante. Ma tra i rischi e le incertezze indicate nelle previsioni c'è l'inflazione che "potrebbe rivelarsi più alta della stima" se i problemi alla catena di approvvigionamento dovessero essere "più persistenti" e "aumenti di salari al di sopra della produttività fossero trasmessi ai prezzi dei consumatori". “Dobbiamo monitorare da vicino l'inflazione e aggiustare le nostre politiche se necessario", ha detto il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.

Per l'Italia, la Commissione ritiene che dopo "il rimbalzo nella prima metà del 2021, il Pil reale è destinato a continuare a espandersi, anche se incontrando alcuni venti contrari nel breve periodo. La domanda interna, in particolare una spesa per investimenti particolarmente sostenuta, dovrebbe sostenere la crescita. Il deficit e il debito pubblico dovrebbero diminuire rispetto al Pil grazie alla ripresa economica. Le pressioni sui prezzi sono destinati a spingere l'inflazione sopra il 2 per cento il prossimo anno". Dopo la crescita al 6,2 per cento nel 2021 e al 4,3 per cento nel 2022, per il 2023 la Commissione prevede un'espansione del 2,3 per cento del Pil, che è un livello "considerevolmente superiore alla media di lungo periodo". Le sovvenzioni del Recovery fund dovrebbero passare dallo 0,3 per cento del Pil nel 2021 all'1 per cento nel 2023. La disoccupazione dovrebbe scendere molto lentamente al 9,2 per cento nel 2023. Come in passato il capitolo sui conti pubblici è il più delicato. "Le finanze pubbliche si rimettono con la ripresa economica", dice la Commissione nelle sue previsioni. Ma deficit e debito rimangono a livello record. Il disavanzo nel 2021 è stimato al 9,4 per cento del Pil. I vari pacchetti adottati nel corso dell'anno hanno aggiunto il 4 per cento di deficit. Nel 2022 il disavanzo dovrebbe scendere al 5,8 per cento grazie alla ripresa economica e all'uscita dalle misure di sostegno fiscale per il Covid-19. La manovra appena annunciata per il prossimo anno vale l'1,2 per cento del Pil tra tagli delle tasse, incentivi fiscali per gli investimenti delle imprese e compensazioni per l'aumento delle bollette. Nel 2023, secondo la Commissione, il deficit dovrebbe restare al 4,3 per cento. Con un disavanzo primario per tutto il triennio, il debito dovrebbe scendere grazie alla crescita e al calo della spesa per interessi. La ratio debito-Pil dovrebbe passare dal 155,6 per cento nel 2020 al 151,0 per cento nel 2023. Il debito dell'Italia rimane il secondo più alto di tutta l'Ue dietro alla Grecia.

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