La Russia usa la minaccia del gas contro la Moldavia che accarezza l'Ue

Micol Flammini

Con l'arrivo della nuova presidente Sandu, Chisinau è diventata sempre più seria nei suoi rapporti con l'Europa e adesso si sente ricattata da Mosca. Gli aiutati da Bruxelles arrivano, ma non bastano 

La Moldavia è uno di quei paesi divisi a metà, una parte guarda a est e l’altra a ovest. Una parte vuole sentirsi più vicina a Mosca e l’altra più vicina a Bruxelles. Negli ultimi tempi però, come accaduto negli anni precedenti in Ucraina, la Moldavia si sporge un po’ più a occidente e non è un caso se nelle ultime elezioni è stata eletta una presidente europeista ed ex presidente della Banca mondiale, Maia Sandu, e nominata una premier che la pensa allo stesso modo, Natalia Gavrilita. Anche per questo Mosca si è fatta più presente, soprattutto perché non vorrebbe vedere ripetersi in piccolo quello che è già accaduto appunto in Ucraina. La Moldavia è alle prese con la crisi energetica e in tutti questi anni il suo unico fornitore di gas è stato la Russia. Il governo di Chisinau si è lamentato del fatto che Mosca starebbe usando il gas come arma politica. Secondo uno scoop del Financial Times, la compagnia statale russa Gazprom avrebbe proposto alla Moldavia uno scambio che, in sintesi, suona così: ti diamo più gas se ritarderai le riforme del mercato energetico che stai concordando con Bruxelles e soprattutto se indebolisci il tuo accordo di libero scambio con l’Ue. L’accordo era stato concordato nel 2016, ma è la prima volta che il paese si trova a essere governato da politici tanto europeisti. Gazprom ha anche un’altra richiesta: vuole che Chisinau restituisca 610 milioni di euro, un debito contratto nel 1994. Da un punto di vista energetico, la Moldavia è davvero nei guai. Nel proprio territorio riesce a produrre il 20 per cento dell’energia di cui ha bisogno. L’80 per cento arriva dalla Transnistria, la regione filorussa che si è autoproclamata indipendente e che è governata da politici molto vicini a Mosca, ma non riconosciuti dalla comunità internazionale. Il mese scorso Gazprom ha già tagliato le forniture di gas alla Moldavia di un terzo e ha addotto come giustificazione la crisi energetica. 

Poi c’è una questione economica. Il Cremlino è molto arrabbiato per gli accordi che la Moldavia ha concluso con l’Ue anche perché porterebbero alla liberalizzazione del mercato del gas e la controllata di Gazprom in Moldavia, Moldovagaz, ne risentirebbe in modo negativo. al posto del trattato di libero scambio con l’Ue, Mosca vorrebbe che il paese firmasse un contratto con l’Unione economica euroasiatica, la firma sarebbe l’adesione a tutt’altro mondo, a quello dell’est al posto di quello dell’ovest. 

La Moldavia si sente ricattata. Il presidente russo Vladimir Putin ha respinto tutte le accuse di chi sostiene che la Russia stia utilizzando il gas come arma politica, ma Chisinau si trova in gravi problemi. La presidente Sandu non è mai piaciuta a Mosca, ma rappresenta una svolta da parte degli elettori moldavi, che vogliono rapporti sempre più cordiali con l’occidente. Dmitri Peskov, portavoce di Putin, ha detto che l’offerta di Mosca “è stata calibrata attentamente” e in modo che risultasse favorevole per la Moldavia. Non è questa l’impressione che ha avuto il governo, che invece si è sentito ricattato. 

Dall’altra parte c’è l’Unione europea che cerca di aiutare, ma nonostante la Commissione abbia promesso l’invio di 60 milioni di euro per aiutare il paese a comprare gas, non riesce a fare più di tanto. La crisi energetica colpisce anche i paesi europei, che a loro volta si trovano ad avere a che fare con Gazprom. Martedì però è accaduta una cosa importante, la Moldavia ha ricevuto la sua prima fornitura di gas non russo e arrivava dalla Polonia, che quando si tratta di opporsi a Mosca e di limitare la sua sfera di influenza è sempre tra i primi a rispondere. Dopo trattative lunghissime la polacca PGNiG ha mandato attraverso l’Ucraina un milione di metri cubi di prova. In realtà tra la Moldavia e la Romania – i due paesi sono molto legati e il romeno è la lingua ufficiale della Moldavia – c’è anche un gasdotto che è stato costruito nel 2015, ma il gas che passa attraverso serve solo la città di Ungheni, che si trova al confine. 

Sandu e Gravrilita, la presidente e la premier che preoccupano tanto Mosca, temono che i disagi dovuti alla mancanza di gas in inverno e l’aumento dei prezzi creeranno disagi e faranno scoppiare delle proteste. Si trovano in una posizione molto difficile, ma tanta rabbia non è detto che farà sparire la svolta a ovest dei cittadini moldavi, che oggi hanno un motivo in più per sentirsi traditi dall’est. 
 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.