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Cop no vax

Venite, non vaccinati. Cosa succede in Florida 

Daniele Raineri

Lo stato trumpiano offre un posto ai poliziotti che rifiutano l’obbligo vaccinale

In Florida il governatore repubblicano Ron DeSantis annuncia durante un intervento a Fox News che stanzierà cinquemila dollari per ogni poliziotto americano di altri stati che non vuole fare il vaccino e ha voglia di spostarsi a lavorare in Florida. L’idea, come nel Texas del governatore Greg Abbott, è di diventare (o farlo credere) un territorio dove non vige l’obbligo di vaccinazione in contrapposizione diretta con l’Amministrazione Biden. È soltanto un episodio dello scontro politico tra trumpiani e democratici che complica la campagna per obbligare la maggioranza dei lavoratori americani a vaccinarsi entro le prossime sei settimane. Negli Stati Uniti la percentuale di popolazione già vaccinata è molto più bassa rispetto all’Italia – ancora sotto al sessanta per cento – e la questione vaccinazioni è più politicizzata. Inoltre molte imprese di grandi dimensioni (come i giganti delle consegne FedEx e Ups) stanno chiedendo alla Casa Bianca di spostare la scadenza dell’obbligo almeno a dopo la fine dell’anno altrimenti, sostengono, una parte dei dipendenti non si presenterà e l’economia nazionale, già alle prese con la crisi logistica mondiale e con la mancanza di personale, soffrirà guai seri.


Il 9 settembre il presidente Joe Biden aveva firmato un ordine esecutivo che impone a tutti i lavoratori federali e ai lavoratori delle aziende con più di cento dipendenti di fare il vaccino entro l’8 dicembre. Molte amministrazioni locali avevano replicato in piccolo la decisione della Casa Bianca e avevano annunciato che l’obbligo di vaccinazione vale anche per i loro dipendenti. Il problema però è che, come si diceva, i politici trumpiani offrono un sostegno battagliero agli scettici e così la situazione americana fa sembrare l’Italia, pur con le proteste settimanali nelle città e gli scontri a Trieste, un paese dove non è successo nulla. Lunedì la più grande associazione sindacale di polizia di New York ha fatto causa al sindaco Bill de Blasio contro l’obbligo di vaccinazione. In teoria i poliziotti di New York sono tenuti a fare la prima dose entro venerdì 28 ottobre altrimenti finiscono sospesi e senza paga, ma in pratica un quarto di loro ancora non è vaccinato e non vuole fare il vaccino.

Due giorni fa molti agenti sono sfilati in corteo a Brooklyn per protestare contro l’obbligo di vaccinazione e si avvicina un momento imbarazzante per l’amministrazione della città. Com’è facile immaginare, se anche il numero finale dei renitenti alla vaccinazione fosse più basso di uno su quattro, si tratterebbe pur sempre di una riduzione non voluta dell’organico della polizia – cosa che nessun sindaco vuol vedere capitare durante il suo mandato. A Chicago un terzo dei poliziotti, secondo la rete Cnn, non ha dichiarato il proprio status vaccinale entro il 15 ottobre come era stato ordinato e a Los Angeles il capo della polizia ha detto che non farà rispettare l’obbligo di vaccinazione perché non può permettersi di perdere altri agenti visto che il loro numero è già basso per il taglio dei fondi dopo le proteste per la morte di George Floyd. Come si vede, si mescolano diverse questioni politiche. È come se lo sceriffo di Los Angeles dicesse: avete voluto tagliarci i fondi dopo le proteste per la morte di George Floyd? Ora non potete anche pretendere che tutti i poliziotti siano vaccinati.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)