Nel Regno Unito

Se il capo di Scotland Yard si dimetterà non è perché è donna, ma perché Londra è meno sicura

Paola Peduzzi

Condannato all'ergastolo il poliziotto che ha rapito, stuprato e ucciso Sarah Everard. Cressida Dick, che guida la polizia metropolitana da anni, è sotto pressione: molti chiedono le sue dimissioni perché si è rotto il rapporto di fiducia tra la polizia e le donne

Sarah Everard, 33 anni, è stata rapita, stuprata e uccisa il 3 marzo scorso a Clapham, un quartiere nel sud di Londra. Wayne Couzens, 48 anni, agente della polizia metropolitana della capitale britannica, è stato arrestato, processato e condannato all’ergastolo. Il capo della polizia di Scotland Yard,  Cressida Dick, ha detto che Couzens ha “gettato vergogna sulla polizia” e che “un pezzo prezioso del rapporto di fiducia” tra la polizia e i cittadini è stato gravemente danneggiato. In quello che è stato definito “il giorno più buio” di Scotland Yard, sono ricominciate (c’erano già state a marzo e poi in seguito, spesso) le richieste di dimissioni della Dick. La quale non pensa, così pare almeno, di dare seguito alle pressioni, anche perché buona parte dell’establishment politico inglese, dal ministro dell’Interno conservatore Priti Patel al leader del Labour Keir Starmer, la difende: Couzens era una mela marcia, si lavora per ridare credibilità alla polizia, e la Dick, che ne è alla guida dal 2017, è la persona migliore per farlo.

Molti non la pensano così, dentro e fuori la politica, e chiedono le dimissioni della Dick perché, come ha scritto in una lettera la laburista Harriet Harman, “le donne devono potersi fidare della polizia, non averne paura”, e la Dick “deve riconoscerlo e per questo lasciare l’incarico perché siano fatti dei cambiamenti che permettano alle donne di ritrovare la fiducia nella polizia”. Qualcuno ha aggiunto: se non se ne rende conto la Dick, che è una donna, allora chi?

Sessant’anni, una carriera a Scotland Yard tranne una breve parentesi al ministero degli Esteri, prima omosessuale dichiarata a guidare la polizia londinese, la Dick è sotto pressione da molti mesi, il suo nome è risuonato nelle proteste e nelle veglie dopo l’uccisione di Sarah Everard e poi sempre, con costanza, perché molte donne si sono sentite tradite dalla polizia e ancor più dal fatto che a governarla ci fosse una donna che, secondo molte ricostruzioni uscite in seguito, ha scelto di trattare l’agente Couzens come un caso isolato. Nei rivoli di questo scontro si è sentito di tutto, dalla colpevolizzazione della vittima (cosa ci faceva da sola in giro alle dieci di sera?) alle denunce ripetute di un clima misogino dentro la polizia. Così si sono persi i punti fermi di questo caso tragico: se nel 2021 una persona non può sentirsi sicura di andare in giro alla sera perché rischia di essere aggredita, stuprata e uccisa, la polizia ha un serio problema di efficacia, oltre che di credibilità. Se l’aggressore, stupratore e assassino è della polizia il problema è evidentemente più serio. Il fatto che sia una donna a guidare la polizia non aggiunge molto al dibattito né è un’aggravante: Scotland Yard ha rotto la fiducia con tutti i cittadini, non soltanto con le donne, e se la Dick infine si dimetterà non sarà in quanto donna, ma in quanto commissario di polizia che non ha fatto bene il suo mestiere. 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi