In America

"Sottovalutatemi, sarà divertente". I 100 giorni di Biden

Il presidente della transizione è diventato il presidente della trasformazione, a suon di progetti trilionari. Il sollievo post Trump conta molto nella percezione (e nella copertura mediatica), ma "Uncle Joe" ha stupito tutti

Paola Peduzzi

Biden si è presentato davanti alla plenaria del Congresso per presentare i suoi cento giorni con una nuova proposta: si chiama American Families Plan, milleottocento miliardi di dollari a sostegno delle famiglie, dell’istruzione, dei bambini fin dall’asilo della middle class da finanziare con un aumento delle tasse ai più ricchi.

I primi cento giorni del presidente Joe Biden sembrano la pubblicità dello slogan sdoganato, via t-shirt rosa, da Margaret Atwood: “Sottovalutatemi, sarà divertente”. Biden ha approfittato del coro di chi lo ha sempre descritto come troppo vecchio, troppo numero due, troppo gaffeur, troppo impacciato nelle parole e nei movimenti, noioso da morire, discorsi prevedibili, poche conferenze stampe e mai una notizia — ne ha approfittato e anzi ha contato sul fatto di essere considerato non all’altezza, ne ha fatto il suo punto di forza. Così oggi la sintesi degli articoli e dei commenti sui primi cento giorni di questa presidenza è: ammazza, Biden.

 

 

Ci sono le ombre – la meno chiacchierata: gli elementi di continuità con la stagione Trump, soprattutto l’“America first” sui vaccini – e ci sono ancora molte proposte che devono diventare legge, quindi esistere; c’è anche un uso smodato degli ordini esecutivi, quarantadue, mai così tanti dai tempi di Truman: laddove il consenso bipartisan non lo trovo, faccio io; c’è anche l’effetto sugli altri di questo superattivismo da sottovalutato: si tende a non considerare bene le conseguenze delle sue azioni, come il ritiro dall’Afghanistan per esempio (leggete le interviste delle ragazze afghane di vent’anni, che hanno vissuto in guerra ma senza il regime dei talebani: si ferma il cuore). Ma accidenti: il presidente della transizione post Trump, il nonno che cura le ferite perché ha grande esperienza del dolore, è ora il presidente della trasformazione.

 

 

Biden si è presentato davanti alla plenaria del Congresso per presentare i suoi cento giorni con una nuova proposta: si chiama American Families Plan, milleottocento miliardi di dollari a sostegno delle famiglie, dell’istruzione, dei bambini fin dall’asilo della middle class da finanziare con un aumento delle tasse ai più ricchi. Il piano per le famiglie è la seconda parte dell’agenda economica di Biden chiamata “Build Back Better”: la prima è la proposta di investimento in infrastrutture del valore di duemilatrecento miliardi di dollari. Il tutto si somma (ma è ancora in fase di negoziato al Congresso) al recovery plan americano, millenovecento miliardi di dollari per ripartire dopo la pandemia, questo già approvato: alcuni repubblicani moderati (moderati: cioè gli interlocutori privilegiati del piano d’unità bideniano) avevano chiesto di modificare alcune cose ma in quel modo la manovra si sarebbe ridotta di un terzo, e il presidente si è opposto, vincendo lui.

 

La scommessa economica di Biden è straordinaria e radicale: poiché la pandemia ha approfondito le diseguaglianze, poiché la pandemia ha aumentato la cosiddetta richiesta di “più stato”, Biden vuole mettere in piedi un gigantesco progetto di trasferimento di ricchezze tra gli americani, senza gradualismo. Conta sul fatto che il ritorno della normalità, che è anche il momento in cui si vedono da vicino i danni causati dalla pandemia, è prossimo: sono stati somministrati duecento milioni di dosi di vaccino. A gennaio aveva detto che avrebbe fatto 100 milioni di dosi in 100 giorni, ma l’obiettivo è stato raggiunto al 58esimo giorno, così ha detto 150 milioni, ed è arrivato a 200. Anche qui: il primo obiettivo era molto cauto, ma se sei un sottovalutato sai che se tieni le aspettative basse poi splenderai di più, soprattutto se vieni dopo un presidente-iperbole come Trump, per il quale ogni propria azione era un record storico e mondiale.

 

C’è chi dice, come il Wall Street Journal, che Biden dovrebbe almeno ringraziarlo, Trump, perché alcuni dei suoi successi vengono dalla stagione che lo ha preceduto. C’è chi dice che in questa fase di sollievo collettivo Biden gode di un credito sconsiderato su tutti i temi, dall’immigrazione al debito alle relazioni internazionali. Ma intanto il presidente ha sconvolto tutte le previsioni, lui che è sempre stato all’ombra di qualcuno, a partire da Barack Obama, lui che balbetta, inciampa e viene male nelle foto. “Sottovalutatemi, sarà divertente”.

 

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi