Ursula minaccia la guerra dei vaccini contro il Regno Unito

David Carretta

La Commissione è pronta a “usare ogni strumento possibile” per “assicurare che l'Europa abbia la sua giusta quota” di dosi, ha detto von der Leyen. Compreso un divieto di esportazione per i lotti prodotti negli stabilimenti europei

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha minacciato una guerra dei vaccini contro Boris Johnson, annunciando la possibilità di introdurre un divieto di esportazioni per le dosi prodotte nell'Ue se non ci sarà “reciprocità” da parte britannica che permetta alle dosi di AstraZeneca prodotte nel Regno Unito di essere trasferite in Europa. Dall'inizio del mese di febbraio “41 milioni di dosi sono state esportate in 33 paesi”, ha detto von der Leyen in una conferenza stampa, sottolineando che è difficile spiegare ai cittadini le ragioni dei ritardi negli approvvigionamenti europei. “Se la situazione non cambia dovremo riflettere su come rendere le esportazioni verso paesi produttori di vaccini dipendenti dalla loro apertura”, ha detto von der Leyen: “Rifletteremo anche se le esportazioni ai paesi che hanno tassi di vaccinazioni più alti dei nostri siano proporzionate”. La Commissione è pronta a “usare ogni strumento possibile” per “assicurare che l'Europa abbia la sua giusta quota” di dosi, ha detto von der Leyen.

 

Stati Uniti, Regno Unito, Israele, India? Interrogata dai giornalisti, la presidente della Commissione ha subito chiarito che la minaccia non è diretta contro gli Stati Uniti, malgrado il fatto che l'amministrazione di Joe Biden abbia mantenuto in vigore un divieto totale di export di vaccini e rifiutato la richiesta dell'Ue di permettere il trasferimento delle dosi AstraZeneca. “Con gli Usa la reciprocità è assicurata”, ha spiegato la presidente della Commissione: “Non c'è esportazione dagli Usa all'Ue e l'Ue non esporta negli Usa”. Per contro, c'è un flusso senza problemi tra le due sponde dell'Atlantico dei “prodotti necessari per produrre vaccini”. Il bersaglio di von der Leyen è il Regno Unito. ”Abbiamo osservato che nelle ultime sei settimane 10 milioni di dosi sono state esportate. E' il paese numero uno per le esportazioni dell'Ue. E il Regno Unito sta producendo AstraZeneca. Nel nostro contratto con AstraZeneca sono previsti due stabilimenti di produzione nel Regno Unito”, ha spiegato von der Leyen. La minaccia di vietare le esportazioni “è un invito a dimostrarci che ci sono dosi nell'Ue che vengono prodotte nel Regno Unito”.

 

Von der Leyen ha anche fatto chiarezza sulle dosi che i paesi dell'Ue dovrebbero ricevere nel secondo trimestre e ribadito che gli obiettivi di vaccinazione sono raggiungibili, malgrado il mancato rispetto degli impegni contrattuali di AstraZeneca. Entro fine di marzo, l'Ue avrà ricevuto 100 milioni di dosi. Dalla seconda metà di aprile entrerà in campo Johnson & Johnson che ha il vantaggio di essere monodose e dovrebbe fornire 55 milioni di vaccini. Da Pfizer-BioNTech ne arriveranno 200 milioni e da Moderna altri 35 milioni. “AstraZeneca purtroppo consegnerà solo 70 milioni di dosi rispetto ai 180 milioni che sono contrattualmente obbligati a fornire”, ha detto von der Leyen.

 

Complessivamente per fine giugno possono essere vaccinati più di 200 milioni di cittadini europei, un obiettivo vicino al 70 per cento della popolazione adulta (265 milioni di persone) che la Commissione ha fissato per la fine estate. “Se si guarda alla situazione epidemiologica, questa sta peggiorando ed è preoccupante. Con le varianti si sta formando la cresta di una terza ondata negli stati membri. Dobbiamo accelerare la campagna di vaccinazione”, ha detto von der Leyen. La presidente della Commissione ha infine spiegato di attendersi dall'Agenzia europea dei medicinali “una dichiarazione” domani sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca.