Foto: Pascal Meier

Nasce il Digital green certificate, il passaporto vaccinale targato Ue

Claudia Giulia Ferrauto

Fornirà la prova che una persona è stata vaccinata, riattivando così la mobilità nell'area comunitaria non appena miglioreranno le condizioni pandemiche. Centrale il tema della privacy: il pass conterrà solo le informazioni essenziali

Presentata ufficialmente dalla presidente della Commissione europea la proposta per l'adozione di quello che finora è stato chiamato passaporto sanitario o vaccinale, e che da questo momento in poi ha un suo nome proprio: Digital green certificate. E’ stata la stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a riportare oggi ciò che solo pochi giorni fa era emerso dall’ultimo vertice dei leader europei. Da un punto di vista operativo la proposta punta ad arrivare a dama in vista della riunione dei leader europei del prossimo 25 marzo, quando la Commissione chiederà agli stati membri di prepararsi a un approccio coordinato alla graduale revoca delle restrizioni Covid-19 appena la situazione epidemiologica lo consentirà.

 

Il Digital green certificate avrà l’obiettivo di fornire la prova che una persona è stata vaccinata, ma non solo, si potranno inserire anche i risultati dei test per coloro che non avranno ancora potuto fare il vaccino (test Naat / Rt-Pcr o test rapido dell'antigene), come anche le certificazioni di superamento della malattia. Il timone punta a non escludere nè discriminare nessuno. Sarà garantita inoltre parità di accesso grazie alla neutralità tecnologica. I certificati saranno infatti emessi sia in formato digitale che cartaceo. Sarà un codice Qr a contenere le informazioni chiave necessarie e una firma digitale ad assicurare che il certificato sia autentico. La Commissione costruirà un gateway per aiutare gli stati membri a sviluppare i software necessari per verificare tutte le firme dei certificati in tutta l'Ue. I pass saranno inoltre disponibili gratuitamente e saranno pensati sia nella lingua (o lingue) ufficiali dello stato membro che in inglese.

 

Per quanto riguarda la certificazione vaccinale, saranno accettati in tutta l’Unione i soli vaccini che hanno ricevuto un'autorizzazione in Ue, ma i singoli stati potranno poi decidere di implementare altri vaccini in aggiunta. Nel caso in cui uno stato membro continui a richiedere ai titolari del Green pass, quarantene e/o ulteriori test, questo dovrà informare la Commissione e tutti gli altri stati membri e spiegare i motivi di tali misure.

 

Sulla questione specifica dovrà quindi prendere posizione l’Italia dove, le Indicazioni sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni, in tema di varianti e vaccinazione anti Covid-19, pubblicate di recente dall'Istituto superiore di sanità, prevedono il permanere della quarantena per chi è stato vaccinato, in caso di contatto con chi fosse positivo al coronavirus. Per restare ancora un momento all’applicazione del pass per quanto riguarda l’Italia, questo dovrà in ogni caso essere introdotto tramite una legge nazionale come già specificato e come recentemente chiarito anche dal garante privacy, il quale ha annunciato che la questione sarà oggetto di una prossima segnalazione al parlamento.

 

  

 

In attesa di capire se e come il pass andrà in porto, la proposta espressa certifica altre due cose importanti: ribadisce la volontà di gestire il tema della sanità degli stati membri in una prospettiva di maggiore respiro di collaborazione europea anche a fronte di spinte individualiste e inoltre va a puntellare i limiti di un territorio, quello digitale, spesso fagocitato dalla rapidità di offerta di soluzioni provenienti dai giganti BigTech.

 

Il pass godrà di una forte attenzione alla protezione dei dati, alla sicurezza e alla privacy, elementi posti al centro del progetto. Rassicurazione importante che tuttavia potrebbe non bastare per rispondere alle critiche mosse da più parti in questi mesi, da chi teme non solo che si generino discriminazioni tra i cittadini, ma anche che questo pass possa un domani rivelarsi una pallottola d’argento per un futuro sistema di sorveglianza. E nel mondo i casi di conversione d’uso di app nate con uno scopo e poi utilizzate per altro non mancano, uno su tutti il caso dell’app di Singapore, TraceTogether, nata per fare contact tracing contro il Covid-19 e poi utilizzata per fare indagini in barba a tutte le garanzie di privacy del sistema.

 

Il Digital green certificate tuttavia dovrebbe contenere solo informazioni essenziali e in modo protetto, tra cui anagrafica, data di rilascio, informazioni rilevanti su vaccino / test / recupero e un identificatore univoco del certificato. I dati potranno essere controllati solo per confermare e verificare l'autenticità e la validità dei certificati stessi. Il Dgc sarà valido in tutta l'Ue ma aperto anche all’Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Sarà rilasciato ai cittadini dell'Ue e ai loro familiari (indipendentemente dalla loro nazionalità), a cittadini di paesi terzi che risiedono nell'Ue e infine ai visitatori che hanno il diritto di recarsi in altri stati membri.

 

E’ stato chiarito anche un altro aspetto forse ovvio ma estremamente importante: il Dgc avrà una durata limitata sul piano temporale e sarà sospeso una volta che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) avrà dichiarato la fine del periodo di emergenza.

 

Nel frattempo l’idea di un passaporto vaccinale ha trovato la sua prima applicazione in Israele. Qui infatti grazie a una capillare e organizzata capacità vaccinale che ha portato ad un alto numero di vaccinati e a significativo un crollo del numero dei contagi, ci si appresta ad avviare un primo ritorno alla normalità. Tornano quindi in presenza alcuni eventi e aderiscono al Green pass israeliano, palestre, teatri, hotel, concerti e sinagoghe, anche se le attività si svolgeranno a capienza ridotta e mantenendo le precauzioni note (mascherine, igiene, distanziamento fisico). La validità e la certificazione sono conferite univocamente dal ministero della Salute a cui possono ricorrere sia i vaccinati, sia coloro che avendo avuto e superato il Covid, non potranno ricevere il vaccino, ma hanno sviluppato gli anticorpi. Tutti gli altri invece si troveranno a far fronte ad accessi preclusi o condizionati dalla presentazione di un test. Non tutti i luoghi saranno condizionati, molti resteranno aperti a tutti. Per quanto riguarda il formato, esistono sia la versione digitale (un Qr code) sia la versione cartacea (versione stampabile e scansionabile del green pass). L’app nasce privacy by design e ha una validità di sei mesi (contati a partire dalla settimana successiva al richiamo) e dovrà essere esibita congiuntamente a un documento d'identità per accedere a diversi luoghi. Chi venisse trovato in possesso di un falso dovrà rispondere di accuse penali.