Dopo questo rapporto, Biden ha detto che Putin "la pagherà"

Daniele Raineri

Il presidente americano dice in tv che il russo "è un killer" e commenta le analisi dell'intelligence americana sui tentativi da parte dei governi stranieri di condizionare le elezioni 2020. La Russia spingeva per Trump, l'Iran contro Trump, la Cina li considera uguali. 

Il presidente americano, Joe Biden, durante un’intervista sulla rete Abc ha detto che pensa che Vladimir Putin sia un assassino. Con il suo arrivo alla Casa Bianca ci si aspettava un cambio di posizione netto rispetto al  predecessore Donald Trump, che era considerato allineato alla Russia ed era accusato di essere stato aiutato a vincere le elezioni dall’intelligence di Putin, ma non così franco.

 

“Lei conosce Putin, ritiene che sia un killer?”, gli ha chiesto il giornalista George Stephanopoulos in riferimento al tentato avvelenamento del dissidente Alexei Navalny. “Sì, lo penso”, ha risposto lui. Biden ricorda un incontro con il russo al Cremlino nel 2011 e spiega che avevano parlato di quando il presidente americano George W. Bush – dopo un summit in Slovacchia, nel 2001 – aveva dichiarato di Putin: “L’ho guardato negli occhi e mi fido, ho visto la sua anima”. Biden racconta di avere detto al presidente russo: “La sto guardando negli occhi, lei non ha l’anima” e che lui avrebbe risposto senza scomporsi: “Ci capiamo alla perfezione”. 
Il presidente americano nell’intervista ha anche detto che Putin pagherà un prezzo per avere tentato di interferire nelle elezioni americane del 2020, ma non ha detto quale: “Lo vedrete a breve”. E’ una risposta legata alla pubblicazione, martedì, di un rapporto di quindici pagine da parte del National Intelligence Council che riassume le conclusioni di tutte le agenzie di intelligence americane sui tentativi dei governi stranieri di condizionare il voto nel 2020. Secondo il rapporto, non c’è stata alcuna manomissione tecnica del sistema di voto elettronico da parte di governi stranieri (lo sosteneva Trump dopo la sconfitta), ma come nel 2016 il presidente russo Putin ha autorizzato una vasta gamma di operazioni per aiutare Trump e affossare Biden, inclusi contatti con persone molto vicine a Trump per spargere disinformazione (questo passaggio si riferisce all’avvocato Rudy Giuliani e alla sua campagna per infangare Biden con storie di corruzione in Ucraina). Il rapporto sostiene che i putiniani tifavano per Trump perché pensavano che una vittoria di Biden avrebbe danneggiato i loro interessi – il fatto che ora Biden definisca Putin “un assassino” è una conferma delle loro previsioni. Secondo il rapporto, dopo la sconfitta di Trump i servizi segreti russi hanno continuato a spargere disinformazione e caos secondo un piano che era stato già elaborato nel 2016, quando si pensava che avrebbe vinto Hillary Clinton.

La Cina è stata tentata di influenzare l’elezione, ma poi, sostiene il rapporto, non lo ha fatto perché considerava entrambi i candidati – Trump e Biden – dannosi allo stesso livello e farsi scoprire avrebbe portato svantaggi inutili. L’Iran avrebbe tentato invece di condizionare il voto ma contro Trump, su ordine della Guida Suprema Ali Khamenei.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)