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Von der Leyen minaccia AstraZeneca e guarda all’America

David Carretta

AZ ha consegnato meno dell’importo ordinato, la Commissione vuole chiarimenti e dice di voler vietare altre esportazioni di dosi. Le critiche di Johnson

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La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, lunedì 8 marzo ha minacciato di vietare altre esportazioni di vaccini di AstraZeneca prodotti nell’Unione europea, se la società farmaceutica non rispetterà i suoi impegni contrattuali aumentando in modo consistente le forniture di dosi agli stati membri. “Ci aspettiamo che AstraZeneca accresca i suoi sforzi per distribuire di più e mettersi in pari. Questo sarà il riferimento sulla possibilità di esportare anche da altri Stati membri”, ha detto von der Leyen, ribadendo il suo sostegno alla decisione dell’Italia di bloccare 250 mila dosi in partenza per l’Australia. Fino a quando AstraZeneca “non è in grado di spiegare perché non ha consegnato in Europa, abbiamo un problema quando vediamo dosi prodotte in Europa che vanno altrove”. A febbraio, dopo aver ridotto le forniture per il primo trimestre del 2020 da 120 a 32 milioni, AstraZeneca alla fine aveva promesso 40 milioni di dosi entro marzo. Finora ne ha consegnate poco più di 10 milioni. “AstraZeneca ha consegnato all’Ue meno del dieci percento dell’importo ordinato nel periodo da dicembre a marzo”, ha spiegato von der Leyen: “Se una società non consegna, non possiamo permettere esportazioni”.

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La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, lunedì 8 marzo ha minacciato di vietare altre esportazioni di vaccini di AstraZeneca prodotti nell’Unione europea, se la società farmaceutica non rispetterà i suoi impegni contrattuali aumentando in modo consistente le forniture di dosi agli stati membri. “Ci aspettiamo che AstraZeneca accresca i suoi sforzi per distribuire di più e mettersi in pari. Questo sarà il riferimento sulla possibilità di esportare anche da altri Stati membri”, ha detto von der Leyen, ribadendo il suo sostegno alla decisione dell’Italia di bloccare 250 mila dosi in partenza per l’Australia. Fino a quando AstraZeneca “non è in grado di spiegare perché non ha consegnato in Europa, abbiamo un problema quando vediamo dosi prodotte in Europa che vanno altrove”. A febbraio, dopo aver ridotto le forniture per il primo trimestre del 2020 da 120 a 32 milioni, AstraZeneca alla fine aveva promesso 40 milioni di dosi entro marzo. Finora ne ha consegnate poco più di 10 milioni. “AstraZeneca ha consegnato all’Ue meno del dieci percento dell’importo ordinato nel periodo da dicembre a marzo”, ha spiegato von der Leyen: “Se una società non consegna, non possiamo permettere esportazioni”.

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L’affidabilità di AstraZeneca è diventato il principale problema della strategia dell’Ue e delle campagne di somministrazioni negli stati membri. Von der Leyen ha spiegato che le dosi complessive per i paesi europei nel secondo trimestre passeranno da 50 a 100 milioni al mese. Ma dietro alle sue cifre si nasconde un taglio delle stime sulle forniture di tutti i produttori che erano state elaborate appena poche settimane fa. Al vertice in videoconferenza del 25 febbraio von der Leyen aveva presentato ai leader una tabella che prevedeva circa 490 milioni di dosi potenziali per il secondo trimestre, tra forniture confermate e da confermare e vaccini ancora da autorizzare. Martedì la stima è stata rivista nettamente al ribasso. Von der Leyen ha parlato di 300 milioni di dosi tra aprile e giugno, incluso il vaccino Johnson & Johnson che dovrebbe essere autorizzato dall’Ema giovedì.

  

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La Commissione intende mantenere la pressione su AstraZeneca e chiede di usare gli impianti di produzione fuori dall’Ue per rifornire l’Europa. “E’ responsabilità della società organizzare le sue forniture”, ha detto von der Leyen. Anche se indirettamente, nel mirino c’è il Regno Unito. Nel contratto dell’Ue con AstraZeneca è previsto che le forniture arrivino da due stabilimenti sul territorio britannico. La società è sospettata anche di aver esportato oltre-Manica dosi riservate dall’Ue. Il premier Boris Johnson ha criticato il regime di controllo delle esportazioni introdotto dall’Ue, ma il suo governo a inizio pandemia ha adottato un provvedimento simile che blocca l’export di tutta una serie di medicinali, vaccini (non quelli sul Covid-19) e principi attivi.

 

Secondo il Financial Times, la salvezza per gli europei potrebbe arrivare dagli Stati Uniti. Accusata di protezionismo vaccinale, l’Ue vorrebbe chiedere all’Amministrazione di Joe Biden di togliere il divieto alle esportazioni di vaccini contro il Covid-19 introdotto a dicembre da Donald Trump. L’obiettivo è portare oltre-Atlantico milioni di dosi AstraZeneca già prodotte, ma che non vengono utilizzate perché non c’è ancora l’autorizzazione della Food and drug administration. Il commissario Thierry Breton, a capo della Task force dell’Ue sulla produzione di vaccini, martedì ha avuto una riunione in teleconferenza con la sua controparte americana, Jeff Zients. “Abbiamo un interesse condiviso nell’evitare problemi nella catena di approvvigionamento delle molte componenti necessarie” alla produzione dei vaccini, ha spiegato la Commissione. Almeno ufficialmente Breton e Zients non avrebbero discusso di dosi AstraZeneca. L’Ue vuole innanzitutto evitare il rischio di vedersi bloccare dagli americani ingredienti come i lipidi, essenziali alla produzione di vaccini mRNA di Pfizer e Moderna. Diversi funzionari europei nelle scorse settimane avevano espresso preoccupazione perché i piani iniziali di Johnson & Johnson prevedevano di effettuare le operazioni di infialatura e finitura negli Stati Uniti. Breton ha spiegato di voler “non solo lavorare insieme, ma anche armonizzare le relazioni che esistono perché le catene di approvvigionamento tra l’Europa e l’America sono strettamente legate”.
 

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