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Su Puigdemont si esprimerà la Corte di giustizia dell'Ue

David Carretta

Il Parlamento europeo ha revocato l'immunità dell'ex presidente della Catalogna e di altri due eurodeputati indipendentisti. Più che una sconfitta per la causa catalana, il voto è una sconfitta per la democrazia parlamentare. Spaccati i grandi gruppi che sostengono la maggioranza von der Leyen

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Il Parlamento europeo ha revocato l'immunità dell'ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, e di altri due eurodeputati indipendentisti per i quali la giustizia spagnola reclama l'estradizione, Toni Comin e Carla Ponsati. Ma il risultato del voto annunciato questa mattina – 400 “sì”, 248 “no” e 45 astensioni per Puigdemont – segna una vittoria politica per la causa indipendentista e rischia di trasformarsi in un boomerang per i costituzionalisti spagnoli che avevano spinto per la revoca dell'immunità. “Il 42 per cento dei deputati hanno optato per il no o per l'astensione”, ha spiegato Comin durante una conferenza stampa. “E' un risultato eccezionale. Mai nella storia del Parlamento è stata rifiutata in modo così importante una richiesta per togliere l'immunità. Il 42 per cento dei deputati del parlamento europeo hanno detto che non hanno fiducia nella giustizia spagnola”, ha detto Comin. “Questo è un chiaro caso di persecuzione politica”, ha spiegato Puigdemont: “Siamo a disposizione delle autorità giudiziarie del Belgio, ma contesteremo la decisione del Parlamento europeo davanti alla Corte di giustizia dell'Ue”.

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Il Parlamento europeo ha revocato l'immunità dell'ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, e di altri due eurodeputati indipendentisti per i quali la giustizia spagnola reclama l'estradizione, Toni Comin e Carla Ponsati. Ma il risultato del voto annunciato questa mattina – 400 “sì”, 248 “no” e 45 astensioni per Puigdemont – segna una vittoria politica per la causa indipendentista e rischia di trasformarsi in un boomerang per i costituzionalisti spagnoli che avevano spinto per la revoca dell'immunità. “Il 42 per cento dei deputati hanno optato per il no o per l'astensione”, ha spiegato Comin durante una conferenza stampa. “E' un risultato eccezionale. Mai nella storia del Parlamento è stata rifiutata in modo così importante una richiesta per togliere l'immunità. Il 42 per cento dei deputati del parlamento europeo hanno detto che non hanno fiducia nella giustizia spagnola”, ha detto Comin. “Questo è un chiaro caso di persecuzione politica”, ha spiegato Puigdemont: “Siamo a disposizione delle autorità giudiziarie del Belgio, ma contesteremo la decisione del Parlamento europeo davanti alla Corte di giustizia dell'Ue”.

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La revoca dell'immunità di Puigdemont, Comin e Ponsati ha spaccato i grandi gruppi che sostengono la maggioranza di Ursula von der Leyen. Su pressione delle loro delegazioni spagnole, popolari, socialisti e liberali di Renew avevano ricevuto indicazione di votare a favore della revoca. Una parte del Partito democratico ha votato per difendere gli indipendentisti catalani. Anche i gruppi euroscettici della destra dura e dell'estrema destra si sono spaccati. La Lega di Matteo Salvini, che quando era Lega Nord aveva sempre difeso la causa della secessione della Catalogna, ha dato libertà di voto. La linea ufficiale del governo di Pedro Sanchez è quella espressa dalla presidente del gruppo dei Socialisti&Democratici, Iratxe Garcia: “Questo Parlamento non fa altro che dimostrare l'importanza della cooperazione con la giustizia. Non tocca al Parlamento europeo di giudicare, ma di garantire che la giustizia possa fare il suo lavoro”. Il problema con il caso Puigdemont è che diversi tribunali in Europa – compresa l'alta Corte regionale dello Schleivsig-Holstain in Germania – hanno messo in dubbio l'indipendenza della giustizia in Spagna. Ora sarà la Corte di giustizia dell'Ue a esprimersi e non è detto che seguirà le stesse logiche politiche delle leadership popolari, socialisti e liberali.

 

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Il caso Puigdemont, Comin e Ponsati riporta anche la questione dell'immunità parlamentare alle sue origini: proteggere la libertà del potere legislativo dalle persecuzione dei poteri esecutivo e giudiziario. Lo ha spiegato l'eurodeputato del Pd ed ex magistrato, Franco Roberti, in un lungo documento trasmesso ai suoi colleghi in vista del voto. “Ciò che caratterizza e accomuna questi tre casi di immunità – rendendoli del tutto inediti – è l'assoluta inscindibilità tra profilo giuridico e profilo politico”, ha scritto Roberti: “Se questo annientamento del dissenso politico per via giudiziaria può apparire giustificato dal punto di vista delle Autorità spagnole visti i colossali interessi in gioco nella questione catalana (…), esso appare del tutto inaccettabile dal punto di vista del Parlamento europeo”. Secondo Roberti, “si può ben concludere che emerge, in termini di certezza, la volontà dello stato spagnolo di utilizzare lo strumento penale anche per impedire l'attività politica dei tre colleghi catalani e tentare di risolvere, in tal modo, un gravissimo problema politico con ricorso alla repressione penale”. La revoca dell'immunità di Puigdemont, Comin e Ponsati incide “sulla attuale attività politica dei tre parlamentari, impedendola definitivamente, e quindi – direttamente e immediatamente – sulla indipendenza di questo Parlamento di cui essi sono membri”, ha spiegato Roberti, invitando gli altri deputati del Pd a ascoltare “soltanto la nostra coscienza”. Vista così, più che una sconfitta per Puigdemont e la causa catalana, il voto di oggi è una sconfitta per la democrazia parlamentare. "E' un giorno triste per il Parlamento europeo. Abbiamo perso la nostra immunità, ma il Parlamento europeo ha perso molto di più di questo”, ha detto Puigdemont.

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