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commissione geopolitica

Al Pe Borrell difende la visita in Russia, ma è tempo di “muscoli”

Bruxelles deve imparare ad agire nel suo interesse e ha mezzi forti da utilizzare. Intervista a Nicu Popescu (Ecfr)

Micol Flammini

Dopo l'umiliazione di venerdì scorso l'Alto rappresentante dice che si farà promotore di nuove sanzioni contro Mosca. Le difficoltà dell'Europa di essere un attore geopolitico

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La visita di Josep Borrell a Mosca ha messo  l’Unione europea di fronte a due domande. La prima è che fare con l’Alto rappresentante che è andato all’incontro con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e ha imposto a se stesso e a tutta l’Ue una grandissima umiliazione. Lavrov ha insultato l’Unione, ha detto che è inaffidabile. Poi ha parlato dei diritti degli indipendentisti catalani in carcere, ben sapendo di dire cose che toccavano Borrell molto da vicino. Le offese sono state molte, la più grande è stata l’espulsione di tre diplomatici di paesi europei proprio durante la visita. Borrel sapeva, Borrell ascoltava, Borrell è rimasto immobile. 

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La visita di Josep Borrell a Mosca ha messo  l’Unione europea di fronte a due domande. La prima è che fare con l’Alto rappresentante che è andato all’incontro con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e ha imposto a se stesso e a tutta l’Ue una grandissima umiliazione. Lavrov ha insultato l’Unione, ha detto che è inaffidabile. Poi ha parlato dei diritti degli indipendentisti catalani in carcere, ben sapendo di dire cose che toccavano Borrell molto da vicino. Le offese sono state molte, la più grande è stata l’espulsione di tre diplomatici di paesi europei proprio durante la visita. Borrel sapeva, Borrell ascoltava, Borrell è rimasto immobile. 

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La seconda domanda è sull’atteggiamento da tenere nei confronti della Russia, e lì ci sono divisioni, insicurezze e interessi che rendono l’Ue  debole di fronte a Mosca. Ieri, davanti agli eurodeputati che lo accusavano di aver coperto di vergogna l’Ue – a difendere Borrell c’erano i socialisti, la sua famiglia e spesso i più indulgenti verso la Russia (basti pensare all’Spd tedesca), e  i sovranisti di Identità e democrazia filoputiniani  – l’Alto rappresentante ha detto che invece Bruxelles ha portato a casa dei risultati e soprattutto ora conosce meglio la Russia. In tanti non sono d’accordo e prima dell’audizione circolava una lettera di europarlamentari che chiedevano le sue dimissioni. Borrell ha detto che  proporrà nuove sanzioni, ma sembra che l’anima geopolitica dell’Ue, proposta da Borrell  e dalla Commissione, fatichi a venire fuori. 

 

Nicu Popescu, dell’European center for foreign relations, ha scritto su questo un articolo molto interessante, in cui spiega che fare offerte alla Russia non funziona, ci vuole un approccio più “muscolare”, che certo, non è nel dna dell’Ue. “Se davvero l’Europa vuole diventare un attore geopolitico dovrà cambiarlo, questo approccio – spiega al Foglio – finora l’Ue ha agito con dichiarazioni, ma deve passare alle azioni. Quando viene aggredita deve rispondere con mosse diplomatiche all’altezza. E’ un problema che non ha solo con Mosca, ma con Pechino, Ankara, Riad. Nessuno rispetta un giocatore che si lascia  bullizzare, che non risponde. Gli europei quindi  o continuano con il loro approccio confortevole ma che li rende poco rilevanti, oppure iniziano a mostrare i muscoli”. 

 

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Ieri alcuni eurodeputati hanno fatto notare a Borrell che ha dato l’occasione a Lavrov di fare con l’Europa quello che la Russia ama tanto fare: dividerla, costringerla a concentrarsi sui suoi problemi e così distrarsi dalle violazioni di Mosca. Chi difendeva Borrell ha fatto presente che l’Alto rappresentante ha compiuto la sua missione: ha chiesto il rilascio di Alexei Navalny, l’oppositore russo avvelenato, curato in Germania e poi arrestato appena tornato in Russia. L’ha chiesto, ma poi c’è stato tutto il resto e per questo alcuni deputati avevano detto che non era il caso di recarsi a Mosca. “Non credo che sia stato un errore – dice Popescu – Non è stato il momento giusto. Io credo che l’errore più grande di Borrell e degli europei in generale sia stato quello di arrivare davanti a Lavrov solo con un messaggio soft. Non erano preparati a quello che è successo, non avevano piani B e C, pensavano a una vista cortese e nessuno ha attivato un piano alternativo. Hanno seguito il protocollo senza tenere conto di quanto stava succedendo”. 

 

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Borrell ieri non ha risposto a chi chiedeva le sue dimissioni, ma dal dibattito è emerso che la politica estera dell’Ue è un argomento centrale e i paesi membri devono trovare un terreno comune. “L’Ue ha degli strumenti da usare, ci sono le sanzioni, ma c’è anche una questione di atteggiamento. Mostrarsi più conflittuali con Mosca potrebbe produrre più risultati. Poi bisogna ripensare il Nord stream 2. Ma soprattutto l’Ue deve iniziare ad agire nel suo interesse e non nel tentativo di non irritare la Russia e  rafforzare i legami di sicurezza con i vicini orientali”. Non è una strada semplice, dice Nicu Popescu, ma questo indicherebbe anche una strada chiara per rispondere alla seconda domanda che è stata sollevata oggi in Parlamento: che atteggiamento tenere con Mosca?

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