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Volano stracci

Regno Unito ed Europa si rinfacciano qualsiasi cosa

I neo separati in casa litigano su tutto, dai vaccini, al protezionismo fino allo status dei propri ambasciatori. Che conseguenze avranno questi screzi?

Paola Peduzzi

Gli inglesi dicono che stanno facendo  bene e veloce e ostentano sollievo: per fortuna abbiamo lasciato l’Ue. Gli europei ribattono: ci siamo tenuti fuori dalle guerre geopolitiche per salvaguardarci tutti, ora  ci siamo stufati

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L’Unione europea e il Regno Unito non fanno che litigare. I neo separati in casa, nonostante gli accordi e le buone parole di commiato, negli ultimi giorni si sono accapigliati su: le forniture dei vaccini di AstraZeneca, l’efficienza dei piani di vaccinazione, il protezionismo sui farmaci e i rispettivi ambasciatori. In sintesi: sono volati piatti, volano ancora. Nel dettaglio: gli inglesi dicono che stanno facendo  bene e veloce e ostentano sollievo: per fortuna abbiamo lasciato l’Ue. Gli europei ribattono: ci siamo tenuti fuori dalle guerre geopolitiche per salvaguardarci tutti, ora  ci siamo stufati.

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L’Unione europea e il Regno Unito non fanno che litigare. I neo separati in casa, nonostante gli accordi e le buone parole di commiato, negli ultimi giorni si sono accapigliati su: le forniture dei vaccini di AstraZeneca, l’efficienza dei piani di vaccinazione, il protezionismo sui farmaci e i rispettivi ambasciatori. In sintesi: sono volati piatti, volano ancora. Nel dettaglio: gli inglesi dicono che stanno facendo  bene e veloce e ostentano sollievo: per fortuna abbiamo lasciato l’Ue. Gli europei ribattono: ci siamo tenuti fuori dalle guerre geopolitiche per salvaguardarci tutti, ora  ci siamo stufati.

AstraZeneca è stata la miccia: la compagnia farmaceutica ha tagliato le forniture in Europa facendo saltare i piani vaccinali del continente (era considerato il vaccino di massa) mentre ha continuato a rifornire gli inglesi, quando aveva l’obbligo – dice l’Ue – di soddisfare la domanda europea. Gli inglesi dicono che, avendo cominciato prima degli europei, hanno avuto le loro dosi prima e non hanno intenzione di cambiare i loro ritmi per aiutare l’Ue. Ieri è stato pubblicato il testo (non integrale) che stabilisce che il contratto di AstraZeneca con il Regno Unito non impatta sugli obblighi  con l’Ue, quindi questa lite si poteva evitare, se non fosse che sono intervenuti elementi di altro tipo: uno fra tutti il nazionalismo. Così il governo della Brexit che ha fatto del sovranismo la sua politica si è messo a dire che l’Ue, che combatte spesso ad armi impari questo sovranismo, non può ora giocare la carta “Europa first”. Poi si scopre che il Regno Unito ha una lista lunga di farmaci che non esporta (tra questi ci sono farmaci che sono risultati utili nella cura del Covid e un riferimento non esplicito ai vaccini), proprio come ce l’ha l’America, e quando l’Europa dice di voler introdurre anche lei dei divieti all’esportazione s’alza il grido indignato: fare i nazionalisti sui vaccini è “come un colpo alla testa”, ha detto il ministro della Salute inglese. Però intanto arrivano notizie incoraggianti su altri vaccini, Johnson & Johnson e Novavax, e l’Ue resta impaludata nella querelle su AstraZeneca e si sentono fortissimi, anche da questa parte della Manica, i sospiri di sollievo dei brexiteers.

Come se non bastasse, in questa furia di sospetti e rinfacci, il Consiglio europeo di Charles Michel non ha accettato la lettera di credenziali dell’ambasciatore britannico presso l’Ue, Lindsay Croisdale-Appleby: l’incontro previsto è stato rimandato a data da destinarsi. L’Ue sostiene che anche in questo caso, come per  AstraZeneca, come per il protezionismo a corrente alternata, sta reagendo a un sopruso britannico. Il governo inglese infatti vuole riservare all’ambasciatore dell’Ue a Londra, il portoghese João Vale de Almeida, un accredito da “organismo internazionale” e non da “nazione”. I due trattamenti sono simili, ma il secondo è quello che viene considerato più prestigioso, “full”, come dicono i diplomatici, ed è per questa ragione che  la distinzione assume sempre più la forma del dispetto. Tutti dicono che questa scaramuccia si risolverà presto, non è nell’interesse di nessuno portarla avanti. Ma è proprio nella definizione dell’interesse comune che sta lo scontro ora che i separati in casa devono stabilire nuove regole di convivenza e non si trattengono dalla più crudele delle attività degli ex: rinfacciarsi tutto.
Paola Peduzzi

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