La censura di Erdogan sul genocidio in Cina
Gli uiguri non hanno più voce nemmeno in Turchia, complici le relazioni economiche sempre più strette fra il 'sultano' e Xi Jinping
Mercoledì scorso in Turchia, durante l'assemblea del gruppo parlamentare d'opposizione, la leader del Partito İYİ, Meral Akşener, ha lasciato il suo microfono a Nursiman Abduraşid, una donna uigura, chiamata a testimoniare le sofferenze e la persecuzione a cui la Cina sottopone la minoranza turcofona nella regione autonoma dello Xinjiang. Quando la donna ha iniziato a parlare, l'agenzia di stampa governativa Anadolu e la tv del Parlamento turco hanno sospeso le trasmissioni, per poi riprenderle al termine del suo discorso.
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- Giulia Pompili
È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.