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Contro lo stato-bambinaia, consigli a Macron per vincere nel 2022

Mauro Zanon

"C'è l'idea che l'État nounou sappia ciò che è salutare per la nostra vita. Questo incretinisce i cittadini". Parla Mathieu Laine

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Mathieu Laine è uno degli intellettuali liberali più ascoltati di Francia. Attraverso la sua società di consulenza strategica, Altermind, che avrà un’antenna a Milano entro poche settimane, questo entrepreneur e saggista innamorato della libertà sussurra all’orecchio dell’élite imprenditoriale parigina. Anche a quello di Emmanuel Macron, “un amico” a cui nel 2015 aveva suggerito di diventare “presidente” se voleva veramente riformare la Francia. Oggi, Laine, che ha curato nel 2012 un delizioso “Dictionnaire du libéralisme”, è tornato nelle librerie con un pamphlet corrosivo contro lo “stato bambinaia” e le sue derive moralizzatrici: “Infantilisation. Cet État nounou qui vous veut du bien” (Presses de la Cité). “Il virus dell’infantilizzazione circola nel nostro corpo da decenni, ma nessuno ha ancora cercato un vaccino”, dice al Foglio Mathieu Laine, prima di aggiungere: “Rifletto da molto tempo su questo problema, e mi sono reso conto che a prescindere dalla corrente politica di coloro che governano in Francia ci troviamo sempre di fronte allo stesso sistema: ‘Per il nostro Bene’, come amano ripetere, le autorità e l’amministrazione continuano a essere gli attori di un interventismo di stato sempre più invasivo e di una riduzione delle libertà e delle responsabilità individuali. Il giorno in cui usciremo da questa pandemia mondiale, la prima domanda da porci è la seguente: che rapporto deve avere lo stato con i cittadini? Tocqueville diceva che il dispotismo si impone o con la violenza o con l’abitudine. Noi stiamo prendendo delle cattive abitudini”.

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Mathieu Laine è uno degli intellettuali liberali più ascoltati di Francia. Attraverso la sua società di consulenza strategica, Altermind, che avrà un’antenna a Milano entro poche settimane, questo entrepreneur e saggista innamorato della libertà sussurra all’orecchio dell’élite imprenditoriale parigina. Anche a quello di Emmanuel Macron, “un amico” a cui nel 2015 aveva suggerito di diventare “presidente” se voleva veramente riformare la Francia. Oggi, Laine, che ha curato nel 2012 un delizioso “Dictionnaire du libéralisme”, è tornato nelle librerie con un pamphlet corrosivo contro lo “stato bambinaia” e le sue derive moralizzatrici: “Infantilisation. Cet État nounou qui vous veut du bien” (Presses de la Cité). “Il virus dell’infantilizzazione circola nel nostro corpo da decenni, ma nessuno ha ancora cercato un vaccino”, dice al Foglio Mathieu Laine, prima di aggiungere: “Rifletto da molto tempo su questo problema, e mi sono reso conto che a prescindere dalla corrente politica di coloro che governano in Francia ci troviamo sempre di fronte allo stesso sistema: ‘Per il nostro Bene’, come amano ripetere, le autorità e l’amministrazione continuano a essere gli attori di un interventismo di stato sempre più invasivo e di una riduzione delle libertà e delle responsabilità individuali. Il giorno in cui usciremo da questa pandemia mondiale, la prima domanda da porci è la seguente: che rapporto deve avere lo stato con i cittadini? Tocqueville diceva che il dispotismo si impone o con la violenza o con l’abitudine. Noi stiamo prendendo delle cattive abitudini”.

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La crisi sanitaria ha portato al parossismo le inclinazioni interventiste e igieniste de l’“État nounou” francese, secondo Laine. Che si chiede: “Si può, a causa del terrorismo o di un virus, liquidare di punto in bianco la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e lo spirito dei Lumi? Dov’è la nostra libertà, la nostra dignità, il nostro destino spirituale?”. Nel romanzo di George Orwell “1984” ci sono “i due minuti d’odio”. Oggi, dice Laine, ci sono “le ventiquattro ore del Bene”. “Con la pandemia è cambiata la lingua: quella dei politici, degli opinionisti, degli esperti, dell’amministrazione. Tutti, ora, utilizzano la lingua degli operatori sanitari, quella che senti quando vai all’ospedale e i dottori e gli infermieri ti parlano come se fossi un bambino con formule ripetute incessantemente come ‘Bisogna lavarsi le mani’. Questa neolingua riduce il cittadino a uno studente di prima elementare al quale il maestro, ossia lo stato e la tecnocrazia sanitaria, impartisce lezioni e spiega come bisogna comportarsi”, dice al Foglio Laine. E aggiunge: “‘C’è l’idea che ‘Big Nanny’ sappia meglio di noi ciò che è salutare per la nostra vita. Ma questo discorso del Bene finisce per incretinire le persone, incide sulle libertà e le responsabilità individuali di ogni cittadino. La crisi del coronavirus adesso ha peggiorato le cose”.

 

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La facilità con cui lo stato francese ha indossato la veste del “precauzionismo sanitario”, sottolinea Laine, è una tendenza nefasta da interrompere al più presto. “La costituzionalizzazione della precauzione è un veleno che agisce lentamente e di cui paghiamo le conseguenze ogni giorno”, spiega il fondatore di Altermind. L’inquilino dell’Eliseo è stato uno dei primi ad avere il suo libro. Emmanuel e Mathieu si sono conosciuti nel 2009, quando il primo lavorava ancora come banchiere d’affari presso Rothschild. Da allora sono rimasti in contatto e spesso si sentono via Telegram per scambi di vedute sui temi d’attualità. “Se Macron vuole essere rieletto, quando la pandemia sarà finita, deve ‘incatenare lo stato’ e liberare dalle catene i cittadini. Nel 2022 vincerà il candidato che incarnerà il ritorno potente della libertà”, dice Laine citando la teoria del “Narrow Corridor” dell’economista del Mit Daron Acemoglu. E conclude. “Nonostante tutto, sono ottimista perché sempre più persone, con questa pandemia, hanno preso coscienza dei limiti del rapporto tra stato e cittadini. Non mi sento più solo”.

 

 

 

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