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Arriva la Merkel e subito l’asse di Davos si sposta a occidente

Luciana Grosso

Dopo la visita di Xi Jinping, la cancelliera tedesca ha tenuto un discorso nel quale ha messo in fila le lezioni apprese nel 2020. Indicando la chiave per il futuro: "Questo è il tempo del multilateralismo"

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Arriva Angela Merkel e subito l’asse di Davos si sposta a occidente, dopo che ieri aveva sbandato verso l’Oriente di Xi Jinping. Per riportare la barra del timone verso occidente e verso l'atlantismo, per salutare con gioia il ‘ritorno’ dell’America e dire a Pechino che c’è ancora molta strada da fare per essere davvero ‘amici’,  Angela Merkel ha tenuto un breve e asciutto discorso nel quale ha messo in fila le lezioni dolorosamente apprese nel 2020: che siamo vulnerabili, che siamo interconnessi e che insieme possiamo fare grandi cose, come, ad esempio, un vaccino a tempo di record. Ma per evitare che in futuro un nuovo CoVid sconvolga le nostre vite, la chiave, secondo Merkel, è il multilateralismo (‘Questo è il tempo del multilateralismo’), che però non significa solo mercati aperti. Ma anche (dice rivolta a Pechino) “trasparenza e regole comuni”.  

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Arriva Angela Merkel e subito l’asse di Davos si sposta a occidente, dopo che ieri aveva sbandato verso l’Oriente di Xi Jinping. Per riportare la barra del timone verso occidente e verso l'atlantismo, per salutare con gioia il ‘ritorno’ dell’America e dire a Pechino che c’è ancora molta strada da fare per essere davvero ‘amici’,  Angela Merkel ha tenuto un breve e asciutto discorso nel quale ha messo in fila le lezioni dolorosamente apprese nel 2020: che siamo vulnerabili, che siamo interconnessi e che insieme possiamo fare grandi cose, come, ad esempio, un vaccino a tempo di record. Ma per evitare che in futuro un nuovo CoVid sconvolga le nostre vite, la chiave, secondo Merkel, è il multilateralismo (‘Questo è il tempo del multilateralismo’), che però non significa solo mercati aperti. Ma anche (dice rivolta a Pechino) “trasparenza e regole comuni”.  

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“Un anno fa - ha detto Merkel- nessuno avrebbe potuto immaginare che una pandemia potesse sconvolgere così tanto le nostre vite. Eppure è successo. Ma è successo anche che, grazie agli sforzi congiunti, di tutto il mondo, meno di un anno dopo, abbiamo un vaccino. Siamo stati in grado di rispondere in modo veloce a una sfida enorme. Il vaccino è un segno dell'efficacia della cooperazione.  La pandemia ci ha insegnato quanto strettamente siamo connessi e interconnessi. Noi viviamo tutti nello stesso pianeta e isolarsi è un fallimento”. 

 

Ma non è tutto: la pandemia - ha sostenuto Merkel- ci ha insegnato anche quanto siamo strettamente legati all’ambiente in cui viviamo (del resto tutta questa storia arriva dai pipistrelli) e quanto la cura dell’ambiente e l'impegno per il green new deal sia fondamentale. E ci ha anche insegnato “quanto sorprendenti possono essere le risorse delle persone, nella sua Germania ma non solo. “Il CoVid è un national disaster di quelli che compaiono una volta al secolo, ma ha dimostrato la nostra resilienza. Ha dimostrato quanto la finanza pubblica sia importante, coordinarsi a livello europeo sia cruciale e quanto la spesa per la medicina e la ricerca sia imprescindibile”. 

 

Poi, visto che non di sole pandemie vive la politica e che il mestiere degli statisti e degli economisti è quello di disegnare il futuro e non di occuparsi del passato, è ai prossimi anni che Angela Merkel guarda con più interesse.  E lo fa partendo dalla citazione di un autore per ragazzi tedesco Erik Kaestner, "Non esiste nulla di buono finché non lo si fa".  Così occorrerà fare qualcosa di buono, prima di tutto con regole condivise.

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Il multilateralismo, che alla cancelliera tanto piace, non è perfetto. “ Occorre mostrare trasparenza sulle sulle informazioni”, dice decidendo di non soprassedere sul silenzio cinese sul CoVid. Non solo: ma, dopo aver salutato come un successo il rientro degli USA nel WHO e dopo essersi detta molto felice per gli accordi commerciali tra UE e Cina, aggiunge: “Se vogliamo accordi multilaterali, è necessario stabilire standard comuni per quanto riguarda le condizioni di lavoro e l'ambiente”, e poi aggiunge, rispondendo direttamente alle parole di Xi pronunciate proprio a Davos, che “occorre chiedersi dove sta il limite tra immischiarsi nelle faccende di altre stati, e difendere e chiedere il rispetto di diritti fondamentali e condivisi”. Xi è avvertito. Il multilateralismo al cui tavolo vuole tanto sedersi non sarà un pranzo di gala.

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