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A Davos Macron propone un’idea nuova di capitalismo

Luciana Grosso

Il presidente francese ha detto che ora è tempo di creare nuovi modelli economici che poggino su "democrazia, libertà individuale, e progresso economico e sociale” ma che producano risultati diversi

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Quel che stiamo vivendo, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al forum virtuale di Davos, “sta trasformando” il nostro modo di vivere, di pensare, di guardare al futuro, e questo cambiamento non si può ignorare, non soltanto perché ha un impatto forte ma perché il nostro futuro prossimo è fatto di convivenza con il virus e con questo stato di incertezza e debolezza che si porta dietro. La trasformazione più importante riguarda il capitalismo. Secondo Macron, il capitalismo, a sua volta un agente di cambiamento nel passato, ha compiuto la sua missione (sottrarre le persone dalla povertà) e, dunque, è come se avesse terminato il suo ciclo. Ora è tempo di creare nuovi modelli economici che poggino sulle stesse basi di prima  (“forte democrazia, libertà individuale, e progresso economico e sociale”) ma che producano risultati diversi. “Per molti aspetti – dice il presidente francese – l’economia degli ultimi anni ha funzionato e ha sottratto molte persone dalla povertà. Ci è riuscita. Ma ha avuto, d’altra parte, l’effetto collaterale di precipitare altre persone nella miseria. Persone che non avevano mai avuto problemi economici e che, all’improvviso hanno perso il lavoro e le loro certezze. In molti sono stati danneggiati dalle delocalizzazioni, per esempio. Così come negativi sono gli effetti della disconnessione tra investimenti e catena del valore, che concentra troppi fondi in attività poco rischiose che non portano né crescita né innovazione. Tutto questo ha creato enormi disuguaglianze che, per giunta, sono state peggiorate dalla crisi climatica e amplificate, in un modo che non era mai successo prima nella storia, dalla diffusione dei social network, che le hanno rese evidenti”. I risultati di questa combinazione di fattori, nella lettura di Macron, sono stati esiziali: “Abbiamo creato un sistema a due pilastri, i produttori e i consumatori, che però hanno schiacciato i lavoratori. Questo ha  creato danni gravissimi all’ambiente e ha alimentato la crisi della democrazia”.

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Quel che stiamo vivendo, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al forum virtuale di Davos, “sta trasformando” il nostro modo di vivere, di pensare, di guardare al futuro, e questo cambiamento non si può ignorare, non soltanto perché ha un impatto forte ma perché il nostro futuro prossimo è fatto di convivenza con il virus e con questo stato di incertezza e debolezza che si porta dietro. La trasformazione più importante riguarda il capitalismo. Secondo Macron, il capitalismo, a sua volta un agente di cambiamento nel passato, ha compiuto la sua missione (sottrarre le persone dalla povertà) e, dunque, è come se avesse terminato il suo ciclo. Ora è tempo di creare nuovi modelli economici che poggino sulle stesse basi di prima  (“forte democrazia, libertà individuale, e progresso economico e sociale”) ma che producano risultati diversi. “Per molti aspetti – dice il presidente francese – l’economia degli ultimi anni ha funzionato e ha sottratto molte persone dalla povertà. Ci è riuscita. Ma ha avuto, d’altra parte, l’effetto collaterale di precipitare altre persone nella miseria. Persone che non avevano mai avuto problemi economici e che, all’improvviso hanno perso il lavoro e le loro certezze. In molti sono stati danneggiati dalle delocalizzazioni, per esempio. Così come negativi sono gli effetti della disconnessione tra investimenti e catena del valore, che concentra troppi fondi in attività poco rischiose che non portano né crescita né innovazione. Tutto questo ha creato enormi disuguaglianze che, per giunta, sono state peggiorate dalla crisi climatica e amplificate, in un modo che non era mai successo prima nella storia, dalla diffusione dei social network, che le hanno rese evidenti”. I risultati di questa combinazione di fattori, nella lettura di Macron, sono stati esiziali: “Abbiamo creato un sistema a due pilastri, i produttori e i consumatori, che però hanno schiacciato i lavoratori. Questo ha  creato danni gravissimi all’ambiente e ha alimentato la crisi della democrazia”.

  

La strada per cambiare le cose e magari aggiustare quello che non va, per Macron, è quella di un nuovo sistema economico che mantenga le basi del capitalismo (“proprietà privata, libertà e democrazia”),  ma che limiti o annulli le diseguaglianze tra persone e tra regioni e riduca le conseguenze ambientali delle nostre azioni  A chi pensa che non si possa fare e che suoni come un’utopia, Macron risponde con un esempio che più concreto non si può: “Negli scorsi mesi abbiamo dimostrato di saper anteporre la tutela della vita delle persone ai guadagni”. Il fattore umano entra nella definizione del capitalismo secondo Macron, che l’anno prossimo di questi tempi si starà giocando la rielezione.

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