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L’ultima follia catalana: elezioni a febbraio, sì, no, forse

Guido De Franceschi

La sentenza del Tribunale superiore di giustizia della Catalogna è un altro contributo all'entropia permanente della politica locale

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Il governo catalano, con l’accordo di tutti i partiti tranne i socialisti, aveva appena posticipato a maggio le delicatissime elezioni regionali, ma ieri il Tribunale superiore di giustizia della Catalogna ha deciso di ricollocarle al 14 febbraio, data in cui erano originariamente previste. E’ una decisione provvisoria, che verrà confermata entro l’8 febbraio, quando gli elettori si staranno già infilando il cappotto per andare al seggio. Questa sentenza a metà è un altro contributo all’entropia permanente della politica catalana. Alle elezioni, e lo si sapeva, si arriva con i leader dei due principali partiti indipendentisti che sono uno in carcere e l’altro all’estero (in esilio o contumace, comunque assente). Ma non basta.

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Il governo catalano, con l’accordo di tutti i partiti tranne i socialisti, aveva appena posticipato a maggio le delicatissime elezioni regionali, ma ieri il Tribunale superiore di giustizia della Catalogna ha deciso di ricollocarle al 14 febbraio, data in cui erano originariamente previste. E’ una decisione provvisoria, che verrà confermata entro l’8 febbraio, quando gli elettori si staranno già infilando il cappotto per andare al seggio. Questa sentenza a metà è un altro contributo all’entropia permanente della politica catalana. Alle elezioni, e lo si sapeva, si arriva con i leader dei due principali partiti indipendentisti che sono uno in carcere e l’altro all’estero (in esilio o contumace, comunque assente). Ma non basta.

 

Salvador Illa, candidato socialista alla presidenza della Generalitat, è il ministro della Sanità della Spagna e la ragione per cui tutti gli altri (tranne i socialisti) avevano chiesto di spostare le elezioni è il rischio sanitario, su cui proprio Illa dovrebbe vigilare. Al di là della pandemia, non è però un mistero che gli indipendentisti, che sono divisi in tre blocchi ostili tra loro, volessero posticipare il voto proprio perché Salvador Illa, proposto a sorpresa come candidato venti giorni fa, è subito esploso nei sondaggi. I socialisti, che si erano rassegnati a un onorevole terzo posto dietro a Esquerra republicana de Catalunya e Junts, incredibile dictu, sarebbero primi nelle intenzioni di voto e la somma dei partiti indipendentisti, incredibile dictu bis, potrebbe non ottenere la maggioranza dei seggi. Ma è altrettanto evidente che è proprio per questa stessa ragione che i socialisti tengono tanto al rispetto della data (nel 2020 le regionali basche e galiziane sono state spostate per i rischi di contagio senza polemiche) ed è bizzarro che il candidato che più minimizza i pericoli sanitari sia anche ministro della Sanità. In ogni caso, in una elezione che sarà all’ultimo voto, decine di migliaia di persone positive o in quarantena non potranno andare ai seggi.

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