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Il Salvador della Catalogna perde la sua arma più forte: la sorpresa

Guido De Franceschi

Rimandate le elezioni catalane al 30 maggio. Il ministro della Sanità Illa, socialista, stava andando benissimo. Ora chissà

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Ieri, per cautele legate alla pandemia, il governo regionale ha rinviato al 30 maggio le elezioni catalane del 14 febbraio. E così la candidatura alla presidenza della Catalogna del ministro della Sanità spagnolo, il socialista Salvador Illa, ha perso ogni effetto sorpresa. E la cosa non è irrilevante perché proprio quella era la sua carta migliore.

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Ieri, per cautele legate alla pandemia, il governo regionale ha rinviato al 30 maggio le elezioni catalane del 14 febbraio. E così la candidatura alla presidenza della Catalogna del ministro della Sanità spagnolo, il socialista Salvador Illa, ha perso ogni effetto sorpresa. E la cosa non è irrilevante perché proprio quella era la sua carta migliore.

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Il primo ministro socialista, Pedro Sánchez – dopo l’acrobazia con cui nel 2018 sostituì d’emblée, grazie a un semplice quanto arrischiato voto parlamentare, l’allora premier di centrodestra Mariano Rajoy – ci ha preso gusto e da allora continua a tentare, perlopiù con successo, il colpo di destrezza, l’all in, il Blitzkrieg. L’inclinazione per la scommessa lo stava premiando anche questa volta: il 30 dicembre, con mossa appositamente tardiva, il Psc (il Partit dels socialistes de Catalunya, che è il brand locale del Psoe nazionale) ha annunciato che il ministro della Sanità, Salvador Illa, sarebbe stato il suo candidato alla guida della Generalitat. L’effetto è stato dirompente: il Psc, che era rassegnato a un onorevole terzo posto dietro i partiti indipendentisti Esquerra republicana de Catalunya e Junts, ha subito intercettato una corrente ascensionale e una settimana fa, sul Periódico, un sondaggio lo ha mostrato primo nelle intenzioni di voto.

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Ora, nel contesto della politica di trincea catalana, il fatto di arrivare primi alle elezioni non vuol dire un granché (anzi, per i centristi anti indipendentisti di Ciudadanos l’inutile “vittoria” nelle elezioni catalane del 2017 è stato l’inizio della fine): infatti, con ogni probabilità, la somma delle liste indipendentiste sarebbe comunque maggioritaria in Parlamento e in ogni caso per i socialisti sarebbe imprescindibile un rischioso accordo con Esquerra. Eppure, un simile balzo in avanti del Psc farebbe fare un figurone al partito e sarebbe soprattutto lo strumento con cui il premier potrebbe rafforzare il suo potere. Infatti, Sánchez, che è diventato primo ministro grazie a triangolazioni madrilene tra i socialisti, la sinistra radicale di Podemos e gli indipendentisti catalani, potrebbe intrecciare analoghe triangolazioni tra gli stessi interlocutori anche a Barcellona e cementare così la sua posizione (un anno fa  Illa è stato uno dei pontieri tra Sánchez ed Esquerra e questa sua attività non è estranea alla sua nomina a candidato president de la Generalitat).

 

Illa è diventato ministro della Sanità il 13 gennaio 2020. Il primo caso di Covid-19 in Spagna è stato diagnosticato il 31 gennaio. La pandemia ha colpito e continua a colpire con estrema durezza Madrid e tutto il paese. E il governo spagnolo, come tutti i governi, ha fatto un sacco di evidenti errori. Ma allora da dove viene quell’appeal di Illa tempestivamente registrato dai sondaggi? Dal fatto di essere calmo, tranquillo, sempre dentro le righe ed estraneo a ogni rissa politica e sanitaria. Noioso, in una parola. Anzi, noiosissimo. Di lui si sa poco. Pare (pare!) sia stato sposato due volte e che gli piaccia correre. Ha fatto per un po’ di anni il sindaco di La Roca del Vallés (11 mila  abitanti) e poi, nel Partito socialista catalano, ha lavorato in posti di responsabilità ma sempre nel retropalco. I giornali spagnoli dedicano a Salvador Illa ritratti intessuti di sbadigli e al massimo inventano qualche calembour soteriologico legato al suo nome di battesimo.

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Ma adesso che per Illa il voto si allontana? Per quanto potrà reggere il suo doppio ruolo, già criticato dalle opposizioni, di ministro della Sanità e di candidato alla presidenza della Catalogna, proprio mentre il morbo infuria? E se il Covid  non allenterà il suo morso? E se ci sarà qualche intoppo nei vaccini? Il Psc, un po’ imbarazzato e un po’ imbarazzante, ha fatto di tutto per non spostare il voto, ma ha dovuto cedere, anche se non esclude un ricorso per riavvicinare la data (a marzo). Ma ora vedremo se Sánchez e il suo uomo sono capaci soltanto di acrobazie fulminanti o se sanno destreggiarsi anche in numeri di giocoleria più prolungati nel tempo.

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