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Il "mite" Armin è l'erede politico di Angela Merkel

Daniel Mosseri

Il congresso (digitale) della Cdu incorona il delfino della cancelliera. Sconfitto il conservatore Merz, ma quasi la metà del partito è con lui

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Berlino. Armin Laschet è il nuovo presidente della Cdu, il partito guidato per diciotto anni consecutivi (2000-2018) da Angela Merkel. Il 59enne premier del Nord Reno-Vestfalia (NRW) ha vinto il congresso (digitale causa pandemia) dell’Unione cristiano democratica; Laschet si è imposto sia sul 54enne Norbert Röttgen, esponente come lui del centro moderato, sia sul 66enne Friederich Merz, l’avvocato alla testa della destra interna.

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Berlino. Armin Laschet è il nuovo presidente della Cdu, il partito guidato per diciotto anni consecutivi (2000-2018) da Angela Merkel. Il 59enne premier del Nord Reno-Vestfalia (NRW) ha vinto il congresso (digitale causa pandemia) dell’Unione cristiano democratica; Laschet si è imposto sia sul 54enne Norbert Röttgen, esponente come lui del centro moderato, sia sul 66enne Friederich Merz, l’avvocato alla testa della destra interna.

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Laschet l’ha spuntata al ballottaggio ma dall’esito del primo turno era già chiaro che ce l’avrebbe fatta. In prima battuta 380 delegati hanno votato per lui e 385 per Merz. Con 224 voti, Röttgen è rimasto fuori ma è apparso evidente come gran parte delle sue truppe avrebbero poi convogliato i propri voti sul mite Armin, che aveva appena fatto appello all’unità del partito. Il secondo turno ha fotografato la vittoria di Laschet con 521 voti contro i 461 assegnati a Merz.

 

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Il navigato Laschet, premier di un Land che sfiora i 18 milioni di abitanti, ha ringraziato i delegati per la fiducia accordatagli e si è detto “consapevole” delle sue responsabilità. Con un occhio alle elezioni per il rinnovo del Bundestag in programma a metà settembre, Laschet ha subito auspicato che la Cdu esprima il prossimo candidato cancelliere.

 

Da qui a marzo, la Cdu e i fratelli separati bavaresi della Csu (il partito cristiano sociale) dovranno accordarsi sul nome di un candidato che guidi tutto il fronte moderato alle elezioni in autunno. Una vecchia prassi affida di norma questo incarico al leader del partito più grande, la Cdu, ma nel passato non sono mancate eccezioni, con la candidatura a cancelliere affidata al politico con le maggiori possibilità di farcela. Nel 1980 ci provò il cristiano sociale bavarese Franz Josef Strauß e nel 2002 il suo allievo Edmund Stoiber – in entrambi i casi a vincere le elezioni furono i socialdemocratici ma oggi la Spd è molto più debole di allora. Oggi però Laschet è uno dei politici meno popolari in Germania, meno del ministro della Salute Jens Spahn e del premier bavarese Markus Söder della Csu, entrambi altissimi nei sondaggi. Il neo eletto leader della Cdu non ha tempo da perdere: per guadagnarsi l’incarico di candidato cancelliere deve riunificare il partito e vincere le elezioni più imminenti. Come quelle di metà marzo in Baden-Württemberg e in Renania-Palatinato.

 

Merz, l’antagonista per eccellenza della cancelliera, esce  sconfitto ma a testa alta. Con lui, da sempre intenzionato a recuperare i voti franati a destra verso AfD, si è schierata quasi la metà dei 991 delegati che hanno partecipato al voto. Signorile e in linea con la celebrazione tutta online del congresso, Merz ha immediatamente riconosciuto la vittoria del governatore renano con un tweet: “Congratulazioni al nuovo presidente della Cdu Armin Laschet. Adesso è importante che lavoriamo tutti insieme come una squadra per un partito moderno e riconoscibile, che ispiri e vinca le elezioni”. La Cdu, che ieri era di Angela Merkel e da oggi è del suo alleato Armin Laschet, non potrà dunque ignorare gli appelli di Merz a recuperare almeno in parte l’eredità politica dell’ultimo cancelliere veramente conservatore di Germania: Helmut Kohl.

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