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editoriali

La vaccinazione in Israele va bene e i giovani alla sera si mettono in fila

redazione

Il paese è stato in grado di organizzare una campagna di vaccinazione efficiente e rapida con una grande partecipazione dei cittadini. Su whatsapp indicano dove andare per farsi somministrare le dosi avanzate

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In Israele  il 20 per cento della popolazione è già stato vaccinato, il premier Benjamin Netanyahu ha detto che entro marzo potrebbero essere vaccinati tutti gli israeliani. L’organizzazione per il momento va avanti senza intoppi e senza che, per mancanza di dosi, il governo debba interrogarsi sulla possibilità di ritardare la seconda iniezione o di mischiare due diversi prodotti. Israele ha concluso accordi con Pfizer-BioNTech, con Moderna e anche con AstraZeneca. In tanti si sono chiesti il perché di tanta rapidità, Netanyahu ha detto che è tutto merito dei suoi ottimi rapporti con gli amministratori di Pfizer e di Moderna, alcuni media riferiscono invece di un prezzo delle dosi molto più alto rispetto a quello ottenuto, per esempio, dall’Ue e il premier ha confermato l’esistenza di un accordo con i gruppi farmaceutici per fornire i dati di chi viene vaccinato: non si tratta di una violazione della privacy, i cittadini lo sanno.

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In Israele  il 20 per cento della popolazione è già stato vaccinato, il premier Benjamin Netanyahu ha detto che entro marzo potrebbero essere vaccinati tutti gli israeliani. L’organizzazione per il momento va avanti senza intoppi e senza che, per mancanza di dosi, il governo debba interrogarsi sulla possibilità di ritardare la seconda iniezione o di mischiare due diversi prodotti. Israele ha concluso accordi con Pfizer-BioNTech, con Moderna e anche con AstraZeneca. In tanti si sono chiesti il perché di tanta rapidità, Netanyahu ha detto che è tutto merito dei suoi ottimi rapporti con gli amministratori di Pfizer e di Moderna, alcuni media riferiscono invece di un prezzo delle dosi molto più alto rispetto a quello ottenuto, per esempio, dall’Ue e il premier ha confermato l’esistenza di un accordo con i gruppi farmaceutici per fornire i dati di chi viene vaccinato: non si tratta di una violazione della privacy, i cittadini lo sanno.

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Per quanto si tenti di cercare strane ragioni dietro al successo di Israele, rimane il fatto che la nazione sia stata in grado di organizzare una campagna di vaccinazione efficiente e rapida con una grande, e in parte inaspettata, partecipazione dei cittadini. Gerusalemme ha dato la priorità ai più anziani, ma anche i giovani fanno la fila per essere vaccinati e attendono a fine giornata le dosi rimaste, che altrimenti verrebbero buttate: si sono creati dei gruppi whatsapp che indicano dove si può andare per farsi somministrare i vaccini non iniettati della giornata.

 

Giornalisti e associazioni dei diritti umani, invece, hanno criticato Israele per aver escluso i palestinesi della Cisgiordania e di Gaza dalla campagna di vaccinazione. Ma l’Autorità palestinese ha detto di non aver mai voluto chiedere aiuto a Israele – che, secondo alcuni media, avrebbe anche mandato migliaia di dosi in Cisgiordania da distribuire a tutta la popolazione – e di aver preferito affidarsi al vaccino di produzione russa Sputnik V.

 

Netanyahu da oggi punta a raggiungere le 170 mila  immunizzazioni  al giorno, il vaccino è distribuito a tutti i cittadini israeliani, tuttavia, rimangono parti della popolazione che fanno resistenza: come alcune comunità ultraortodosse e parte della minoranza araba. 

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