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Un patto transatlantico contro la Cina

David Carretta

Jake Sullivan, consigliere alla Sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha chiesto all'Ue di non concludere un accordo sugli investimenti con la Cina,  È la prima scelta geopolitica dell'era Biden

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Il consigliere alla Sicurezza nazionale del presidente eletto Joe Biden, Jake Sullivan, questa notte ha compiuto l'inusuale gesto di chiedere pubblicamente alla Commissione europea di non concludere un accordo sugli investimenti con la Cina. "L'amministrazione Biden-Harris apprezzerebbe consultazioni anticipate con i nostri partner europei sulle nostre preoccupazioni comuni sulle pratiche economiche della Cina", ha scritto Sullivan su Twitter, postando un articolo di Reuters sulla determinazione di Bruxelles e Pechino di arrivare a un accordo sulla protezione degli investimenti entro la fine dell'anno. I negoziati hanno subito un'accelerazione improvvisa negli ultimi giorni. Pechino ha fatto concessioni senza precedenti che l'Ue non si attendeva. Venerdì il vicepresidente della Commissione responsabile per il Commercio, Valdis Dombrovskis, ha assicurato che un'intesa entro la fine dell'anno è fattibile. In un incontro con gli ambasciatori dei paesi Ue a Pechino ieri, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ha detto di "aspettarsi di raggiungere l'accordo sugli investimenti". L'accordo è una priorità della cancelliera tedesca, Angela Merkel, che vuole assicurarsi un migliore accesso al mercato cinese per le sue imprese. Il presidente cinese, Xi Jinping, se n'è occupato personalmente. Gli ambasciatori dei 27 stati membri a Bruxelles dovevano discutere dello sprint finale verso l'accordo questo pomeriggio. Ma l'intervento di Sullivan ha messo l'Ue di fronte alla prima scelta geopolitica dell'era Biden: fare un patto transatlantico sulla Cina oppure ottenere qualche vantaggio per le proprie imprese che operano in Cina.

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Il consigliere alla Sicurezza nazionale del presidente eletto Joe Biden, Jake Sullivan, questa notte ha compiuto l'inusuale gesto di chiedere pubblicamente alla Commissione europea di non concludere un accordo sugli investimenti con la Cina. "L'amministrazione Biden-Harris apprezzerebbe consultazioni anticipate con i nostri partner europei sulle nostre preoccupazioni comuni sulle pratiche economiche della Cina", ha scritto Sullivan su Twitter, postando un articolo di Reuters sulla determinazione di Bruxelles e Pechino di arrivare a un accordo sulla protezione degli investimenti entro la fine dell'anno. I negoziati hanno subito un'accelerazione improvvisa negli ultimi giorni. Pechino ha fatto concessioni senza precedenti che l'Ue non si attendeva. Venerdì il vicepresidente della Commissione responsabile per il Commercio, Valdis Dombrovskis, ha assicurato che un'intesa entro la fine dell'anno è fattibile. In un incontro con gli ambasciatori dei paesi Ue a Pechino ieri, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ha detto di "aspettarsi di raggiungere l'accordo sugli investimenti". L'accordo è una priorità della cancelliera tedesca, Angela Merkel, che vuole assicurarsi un migliore accesso al mercato cinese per le sue imprese. Il presidente cinese, Xi Jinping, se n'è occupato personalmente. Gli ambasciatori dei 27 stati membri a Bruxelles dovevano discutere dello sprint finale verso l'accordo questo pomeriggio. Ma l'intervento di Sullivan ha messo l'Ue di fronte alla prima scelta geopolitica dell'era Biden: fare un patto transatlantico sulla Cina oppure ottenere qualche vantaggio per le proprie imprese che operano in Cina.

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I negoziati su un accordo sugli investimenti tra Ue e Cina sono in corso da oltre 7 anni, durante i quali erano stati fatti pochi passi avanti sulle richieste europee di reciprocità economica. L'Ue è uno dei mercati più aperti al mondo. La Cina è uno dei più chiusi. L'obiettivo europeo è "riequilibrare" i rapporti economici. Merkel aveva fatto dell'accordo sugli investimenti una delle priorità del semestre di presidenza tedesca dell'Ue che si chiude il 31 dicembre. Ma, malgrado diversi tentativi (e le buone relazioni personali con Xi), tra pandemia di Covid-19 e aggressività internazionale della Cina, la cancelliera aveva rinunciato a siglare un'intesa entro la fine dell'anno.

 

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L'elezione di Biden e la sua intenzione di cercare un'alleanza con l'Ue sulla Cina sembrano aver spinto Xi a cambiare i suoi calcoli. Durante la presidenza di Donald Trump, Bruxelles aveva accarezzato l'idea di un'alleanza con la Cina contro il protezionismo. Ora che Trump non c'è più, per Pechino è più meglio accelerare sull'accordo, anche a costo di alcune rinunce. Secondo alcuni analisti, Xi mira a anticipare un'alleanza transatlantica contro di lui. Inoltre, grazie un'intesa permetterebbe alla Cina di preservare il suo libero accesso nel mercato dell'Ue, nel momento in cui diversi stati membri spingono per chiudere le porte agli investimenti e alle imprese cinesi.

 

Nelle ultime settimane Pechino ha fatto concessioni significative sulla trasparenza dei sussidi pubblici, le regole sul trasferimento di tecnologia e la rimozione degli ostacoli agli investimenti in alcuni settori. Dopo la sorpresa iniziale, l'offerta è stata è stata di fatto accettata dalla Commissione, che la scorsa settimana ha informato le capitali dei 27 della sua intenzione di cercare di chiudere l'intesa. Ieri c'è stato un altro round di negoziati. La riunione di questo pomeriggio degli ambasciatori Ue era considerata decisiva. Poi è arrivato il tweet di Sullivan ed l'accordo con la Cina è scomparso dall'ordine del giorno, costringendo l'Ue a mettere fine alle chiacchiere da think tank sulla sua “autonomia strategica” e sulla Cina come “partner negoziale” o “rivale sistemico”. E' arrivato il momento di decidere da che parte stare.

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