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LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE

Ecco la strategia digitale dell’Ue. Regole e sanzioni riguardano solo aziende extraeuropee

David Carretta

Due regolamenti destinati ad avere profonde ripercussioni. Saranno le pietre miliari che permetteranno all'Europa di mettere "ordine nel caos"

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I giganti del digitale sono benvenuti in Europa, ma dovranno rispettare una nuova serie di regole volte a garantire concorrenza leale e trasparenza se non vogliono rischiare multe fino al 10 per cento del loro fatturato o lo smembramento, secondo il Digital service act (Dsa) e il Digital market act (Dma) presentati ieri dalla Commissione europea. Le due proposte costituiscono “le pietre miliari per rendere l’Ue pronta all’èra digitale”, ha spiegato la vicepresidente Margrethe Vestager. Venti anni dopo la direttiva sul commercio elettronico, la Commissione lancia due regolamenti destinati ad avere profonde ripercussioni. Vestager ha paragonato il Dsa e il Dma al “primo semaforo” inventato negli Stati Uniti per “portare ordine nelle strade” dopo l’invenzione dell’automobile. “Il traffico online è talmente aumentato che abbiamo bisogno di regole che mettano ordine nel caos”, ha spiegato Vestager.

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I giganti del digitale sono benvenuti in Europa, ma dovranno rispettare una nuova serie di regole volte a garantire concorrenza leale e trasparenza se non vogliono rischiare multe fino al 10 per cento del loro fatturato o lo smembramento, secondo il Digital service act (Dsa) e il Digital market act (Dma) presentati ieri dalla Commissione europea. Le due proposte costituiscono “le pietre miliari per rendere l’Ue pronta all’èra digitale”, ha spiegato la vicepresidente Margrethe Vestager. Venti anni dopo la direttiva sul commercio elettronico, la Commissione lancia due regolamenti destinati ad avere profonde ripercussioni. Vestager ha paragonato il Dsa e il Dma al “primo semaforo” inventato negli Stati Uniti per “portare ordine nelle strade” dopo l’invenzione dell’automobile. “Il traffico online è talmente aumentato che abbiamo bisogno di regole che mettano ordine nel caos”, ha spiegato Vestager.

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Il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, ha assicurato che il Dsa e il Dma “non sono contro nessuno, ma per qualcosa: per i cittadini europei, per le nostre democrazie, per le nostre imprese, per l’innovazione e per la concorrenza”. La logica è che chi “è più grande ha responsabilità più grandi”, ha detto Breton. Ma le nuove regole si applicheranno praticamente solo a colossi extraeuropei. Tutte le altre piattaforme prese di mira sono americane e, in misura minore, asiatiche: Google, Apple, Facebook, Amazon, Alibaba, TikTok, Snapchat, Samsung, Xiaomi e (forse) Spotify. L’unica eccezione europea è booking.com, che ha sede nei Paesi Bassi ma appartiene a una holding americana. Il principio cardine del Dsa e del Dma è la definizione di chi sono le piattaforme sistemiche e i gatekeeper che saranno vincolati ai nuovi obblighi. Le piattaforme che raggiungono più del 10 per cento della popolazione dell’Ue (45 milioni di utenti) saranno considerate di natura sistemica e dunque soggette a una lista di cose da fare e da non fare. Lo stesso criterio si applica per i gatekeeper, cioè le piattaforme che controllano l’accesso al mercato digitale.

 

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Ma per i gatekeeper valgono anche 10 mila clienti business attivi nell’Ue, un fatturato di almeno 6,5 miliardi nel mercato europeo o una capitalizzazione di mercato di 65 miliardi. Gli obblighi proposti dalla Commissione sono di varia natura. Le piattaforme sistemiche dovranno rimuovere beni, servizi o contenuti illegali online e garantire trasparenza su pubblicità online e algoritmi utilizzati per consigliare i contenuti. I gatekeeper non potranno usare i dati che raccolgono dalle imprese con cui competono, dovranno garantire l’inter-operabilità nel caso in cui introducano servizi extra e saranno costretti ad aggiustare i loro algoritmi per evitare che i loro servizi o prodotti siano i primi a comparire nelle ricerche. La Commissione vuole dotarsi di forti poteri sanzionatori: multa fino al 6 per cento del fatturato per le violazioni alle regole del Dsa e 10 per cento per quelle al Dma. Ma in caso di violazioni ripetute e sistematiche la Commissione potrà anche imporre la separazione strutturale.

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