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America Last

Daniele Ranieri

Il Recovery fund americano è bloccato, democratici e repubblicani litigano, le file per il cibo gratuito si allungano. A Trump non importa più

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Molti americani aspettano con urgenza un altro pacchetto gigantesco di aiuti da parte del governo per superare questa fase di crisi indotta dalla pandemia, ma uno stallo politico tra i partiti blocca tutto e se non sarà risolto entro tre settimane a partire da oggi sarà un disastro. Per adesso, in attesa che comincino le vaccinazioni di massa in una data che ancora non si conosce, l’economia è messa male, i numeri della disoccupazione sono alti e in tutto il paese molte attività commerciali continuano a chiudere a causa delle misure anti Covid o per la mancanza di clienti. Il primo pacchetto di aiuti da duemila miliardi di dollari annunciato il 27 marzo dall’Amministrazione Trump ha ormai esaurito il suo effetto.  

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Molti americani aspettano con urgenza un altro pacchetto gigantesco di aiuti da parte del governo per superare questa fase di crisi indotta dalla pandemia, ma uno stallo politico tra i partiti blocca tutto e se non sarà risolto entro tre settimane a partire da oggi sarà un disastro. Per adesso, in attesa che comincino le vaccinazioni di massa in una data che ancora non si conosce, l’economia è messa male, i numeri della disoccupazione sono alti e in tutto il paese molte attività commerciali continuano a chiudere a causa delle misure anti Covid o per la mancanza di clienti. Il primo pacchetto di aiuti da duemila miliardi di dollari annunciato il 27 marzo dall’Amministrazione Trump ha ormai esaurito il suo effetto.  

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Sabato i notiziari hanno fatto vedere migliaia di auto in fila nel nord del Texas per ricevere sacchi di cibo a una distribuzione gratuita, circa venticinquemila persone e secondo gli organizzatori per almeno un quarto degli assistiti era la prima volta. La situazione non è uguale dappertutto, ci sono differenze da città a città, da quartiere a quartiere e da casa a casa, ma quelle immagini rendono l’idea del clima di ansia di questi giorni. 

 

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Il problema è che a Washington democratici e repubblicani non riescono a mettersi d’accordo sull’approvazione del secondo pacchetto, come da migliore tradizione della vecchia politica che in teoria avrebbe dovuto essere spazzata via. I democratici vorrebbero un’operazione d’assistenza massiccia di circa duemilaquattrocento miliardi di dollari per superare i prossimi mesi. Sta per arrivare “un inverno oscuro”, ha detto lunedì il presidente eletto Joe Biden. I repubblicani invece vorrebbero un pacchetto molto più contenuto di circa cinquecento miliardi di dollari perché – dicono – il successo del vaccino potrebbe rendere inutile gli aiuti. La Casa Bianca fino al giorno delle elezioni sosteneva un’operazione molto massiccia da 1.900 miliardi di dollari ma la settimana successiva si è ritirata dai negoziati e ha di nuovo lasciato la discussione al Congresso. Dove però la faccenda non va avanti di un centimetro. Se si trascinerà avanti fino all’11 dicembre allora scatterà il cosiddetto shutdown, che è quella misura punitiva che il governo si autoinfligge: tutti i dipendenti federali restano senza stipendio. La sanzione è stata pensata per costringere i partiti a mettersi d’accordo sul budget federale entro una certa scadenza, altrimenti non arriverebbero mai a una decisione definitiva. Ma se quest’anno non si mettono d’accordo sugli aiuti potrebbero aggiungere lo shutdown ai disastri già provocati dalla pandemia. Non sarebbe una bella situazione. Inoltre questo Congresso scadrebbe e sarebbe rimpiazzato dal nuovo a gennaio, e questo vuol dire che il pacchetto arriverebbe soltanto a febbraio. Ma la crisi è adesso. I repubblicani hanno proposto ai democratici di spacchettare gli aiuti, in modo da cominciare a distribuire soldi ad alcuni settori e ad alcune categorie sui quali c’è già un accordo completo, ma i democratici rifiutano questa proposta, vogliono che il pacchetto di aiuti sia approvato tutto quanto e per intero altrimenti temono di perdere alcune misure che hanno inserito loro – per esempio un taglio delle tasse per i lavoratori a basso reddito. 

 

Un’altra delle questioni discusse è se offrire oppure no nel nuovo pacchetto un altro assegno da 1.200 dollari a chi ne farà richiesta, come era successo a marzo. L’assegno era diventata la misura simbolo della prima ondata di aiuti: 1.200 dollari a testa, 2.400 in caso di coppia sposata che ne fa richiesta assieme più cinquecento dollari per ogni figlio sotto i 17 anni. I repubblicani sono contrari, perché temono che droghi in maniera artificiale il mercato del lavoro, se uno riceve i soldi del governo non ha interesse a lavorare. 

 
Le denunce contro questo stallo arrivano da ogni parte. Il capo della banca più grande del paese, Jamie Dimon di JPMorgan Chase, due giorni fa a New York ha detto che i politici dovrebbero smettere di comportarsi come bambini e mettersi d’accordo. “Just get it done”, fatelo e basta. Dall’altro capo geografico e ideologico del paese la sindaca di Seattle, la democratica Jenny Durkan, ha chiesto l’approvazione urgente del pacchetto di aiuti perché la città da sola non ce la farà a sostenere tutte le attività commerciali che stanno fallendo. 
 


 

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