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EDITORIALI

Cosa vuol dire “mini Schengen”

Redazione

Macron vuole limitare i movimenti secondari e questo è un guaio per l’Italia

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Più che dell’esclusione dal vertice contro il terrorismo di martedì, l’Italia farebbe bene a preoccuparsi dei piani di Emmanuel Macron di una rifondazione di Schengen perché è dall’Europa senza controlli alle frontiere che rischia di essere esclusa. “Ogni falla nella sicurezza alla frontiera esterna in uno degli stati membri è un rischio per la sicurezza degli altri stati membri”, ha detto Macron dopo il vertice con Angela Merkel, Sebastian Kurz, Mark Rutte, Charles Michel e Ursula von der Leyen. Parlando di Nizza, Macron ha detto che non si deve “ignorare il legame” tra immigrazione e terrorismo. Il tunisino Brahim Aoussaoui era sbarcato a Lampedusa ed era passato da un centro a Bari prima dell’attacco in Francia. I controlli di sicurezza sui migranti che sbarcano non hanno funzionato. Aoussaoui aveva ricevuto il foglio di via ma, invece di essere trattenuto per l’espulsione, è riuscito a varcare il confine.

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Più che dell’esclusione dal vertice contro il terrorismo di martedì, l’Italia farebbe bene a preoccuparsi dei piani di Emmanuel Macron di una rifondazione di Schengen perché è dall’Europa senza controlli alle frontiere che rischia di essere esclusa. “Ogni falla nella sicurezza alla frontiera esterna in uno degli stati membri è un rischio per la sicurezza degli altri stati membri”, ha detto Macron dopo il vertice con Angela Merkel, Sebastian Kurz, Mark Rutte, Charles Michel e Ursula von der Leyen. Parlando di Nizza, Macron ha detto che non si deve “ignorare il legame” tra immigrazione e terrorismo. Il tunisino Brahim Aoussaoui era sbarcato a Lampedusa ed era passato da un centro a Bari prima dell’attacco in Francia. I controlli di sicurezza sui migranti che sbarcano non hanno funzionato. Aoussaoui aveva ricevuto il foglio di via ma, invece di essere trattenuto per l’espulsione, è riuscito a varcare il confine.

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E’ un tipico caso di movimento secondario, come quello di Anis Amri, l’autore dell’attacco contro il mercatino di Natale a Berlino del 2016. Quando Macron parla di Schengen in realtà si riferisce alla riforma di Dublino e a uno degli aspetti meno discussi e più difficili da digerire per l’Italia: il rafforzamento delle misure contro i movimenti secondari che, per il nostro paese, hanno sempre rappresentato una valvola di sfogo per compensare la mancata solidarietà. Nei negoziati su Dublino l’Italia si è mostrata scettica anche su un ruolo più forte di Frontex nella gestione della sua frontiera esterna. Ma è dall’aprile del 2019 che Macron evoca come soluzione una mini Schengen. “Dobbiamo rifondare profondamente la nostra politica migratoria anche a costo che sia una Schengen con meno stati”, aveva detto il presidente francese. “A un certo punto la soluzione sarà semplice: i paesi che non vogliono Frontex o la solidarietà usciranno da Schengen”. All’epoca si era pensato a Ungheria e Polonia che rifiutano di accogliere i richiedenti asilo. Oggi è tempo di accorgersi che Macron pensa anche all’Italia.

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