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too close to call

L'America è ancora in bilico

Paola Peduzzi

In Arizona non sono state contate 500 mila schede. In Wisconsin e Michigan avanti Biden, partono i ricorsi di Trump

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La corsa presidenziale americana è ancora too close to call. Dopo il “miraggio rosso” della notte elettorale, in cui il vantaggio del presidente repubblicano Donald Trump sembrava più grande, lo sfidante Joe Biden ha ripreso terreno una volta che in molti stati in bilico si è cominciato a scrutinare i voti arrivati via posta, considerati più favorevoli al candidato democratico. Nel midwest che si è rivelato molto più accidentato del previsto, Biden è andato avanti in Wisconsin e in Michigan, stati che deve per forza vincere se vuole arrivare alla Casa Bianca, ma Trump ha già dichiarato battaglia (legale). In Pennsylvania continua il conteggio, che potrebbe non dare risultati affidabili fino a venerdì. In Georgia e in North Carolina la situazione sembra più a favore di Trump (in Georgia c’è stato un ritardo nel conteggio di circa 50 mila schede perché è scoppiato un tubo nella State Farm Arena, un palazzetto del basket usato come seggio elettorale).

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La corsa presidenziale americana è ancora too close to call. Dopo il “miraggio rosso” della notte elettorale, in cui il vantaggio del presidente repubblicano Donald Trump sembrava più grande, lo sfidante Joe Biden ha ripreso terreno una volta che in molti stati in bilico si è cominciato a scrutinare i voti arrivati via posta, considerati più favorevoli al candidato democratico. Nel midwest che si è rivelato molto più accidentato del previsto, Biden è andato avanti in Wisconsin e in Michigan, stati che deve per forza vincere se vuole arrivare alla Casa Bianca, ma Trump ha già dichiarato battaglia (legale). In Pennsylvania continua il conteggio, che potrebbe non dare risultati affidabili fino a venerdì. In Georgia e in North Carolina la situazione sembra più a favore di Trump (in Georgia c’è stato un ritardo nel conteggio di circa 50 mila schede perché è scoppiato un tubo nella State Farm Arena, un palazzetto del basket usato come seggio elettorale).

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Anche il Nevada, che sembrava relativamente semplice per Biden, è in equilibrio. Poi è scoppiato il caso Arizona: è stato assegnato a Biden, ma si è scoperto che non sono state contate 520 mila schede. Se la proporzione di voto di queste schede è simile a quella dell’intero stato, Trump si prenderebbe gli undici grandi elettori dell’Arizona. Nell’incertezza, il presidente ha costruito le sue prossime mosse. Mentre Biden ripete “keep the faith!”, abbiate fede perché “Biden prenderà più voti di ogni candidato della storia, più del 50 per cento del voto popolare e riconquisterà almeno tre stati persi nel 2016”, lo staff del presidente definisce “legali” soltanto i voti conteggiati fino alla mattinata di ieri: vuol dire che i voti via posta per lui non sono validi a prescindere. Trump ha anche fatto sapere che chiederà il riconteggio dei voti in Wisconsin, dove secondo dati non ufficiali Biden avrebbe un vantaggio di ventimila voti – è stato assegnato a Biden, ed è indispensabile per arrivare alla soglia minima di 270 grandi elettori. In Michigan il conteggio sembra più lungo del previsto, ma Biden è dato in vantaggio di 35 mila voti circa (nel 2016, Trump lo vinse con uno scarto di 11 mila voti). Anche qui Trump ha chiesto che venga interrotto lo spoglio dei voti.

 

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