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superare i lockdown

Che cosa aspettarsi dal vertice dei leader Ue sul Covid

Sul Titanic Europa si continua a suonare, nonostante l'iceberg della seconda ondata. L'obiettivo del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è “prepararsi a quello che accadrà tra 3 mesi”, quando le restrizioni verranno allentate

David Carretta

A otto mesi dall'arrivo della pandemia in Europa i capi di stato e di governo non hanno ancora trovato il modo di coordinarsi tra loro. Esemplare è il caso dei negoziati sul pacchetto di bilancio, da cui dipende la partenza del Recovery fund da 750 miliardi. Oggi l'incontro dei leader in videoconferenza

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La nave dell'Unione Europea ha già colpito l'iceberg della seconda ondata Covid-19, ma l'orchestra dei capi di stato e di governo questa sera continuerà a suonare la melodia della cooperazione e del coordinamento su questioni come il riconoscimento reciproco dei risultati dei test, l'armonizzazione dei giorni della quarantena e la logistica per i vaccini. Almeno questa è l'intenzione del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a poche ore dal vertice in videoconferenza. Uno dopo l'altro i paesi tornano in lockdown. Ieri la Francia ha imposto il confinamento duro come in primavera tranne per le scuole e la Germania ha annunciato la chiusura di bar e ristoranti per un mese. Gli ospedali si riempiono e in poche settimane (in alcuni casi giorni) avranno raggiunto la saturazione. Il Belgio – che potrebbe decretare il lockdown generale già domani, dopo il fallimento del copri-fuoco – avrà esaurito i posti letto Covid negli ospedali tra cinque giorni, secondo l'evoluzione attuale dei ricoveri. I capi di stato e di governo “non possono mettersi a affrontare ora a 27 la situazione locale degli ospedali”, spiega al Foglio una fonte europea.

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La nave dell'Unione Europea ha già colpito l'iceberg della seconda ondata Covid-19, ma l'orchestra dei capi di stato e di governo questa sera continuerà a suonare la melodia della cooperazione e del coordinamento su questioni come il riconoscimento reciproco dei risultati dei test, l'armonizzazione dei giorni della quarantena e la logistica per i vaccini. Almeno questa è l'intenzione del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a poche ore dal vertice in videoconferenza. Uno dopo l'altro i paesi tornano in lockdown. Ieri la Francia ha imposto il confinamento duro come in primavera tranne per le scuole e la Germania ha annunciato la chiusura di bar e ristoranti per un mese. Gli ospedali si riempiono e in poche settimane (in alcuni casi giorni) avranno raggiunto la saturazione. Il Belgio – che potrebbe decretare il lockdown generale già domani, dopo il fallimento del copri-fuoco – avrà esaurito i posti letto Covid negli ospedali tra cinque giorni, secondo l'evoluzione attuale dei ricoveri. I capi di stato e di governo “non possono mettersi a affrontare ora a 27 la situazione locale degli ospedali”, spiega al Foglio una fonte europea.

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L'obiettivo di Michel è “prepararsi a quello che accadrà tra 3 mesi”. Cioè quando i nuovi lockdown verranno allentati, si riprenderà a circolare in Europa, ci si troverà confrontati al rischio di una terza ondata, o si dovranno iniziare a vaccinare centinaia di milioni di cittadini. Michel vuole un documento di una pagina sola – non le lunghe raccomandazioni o comunicazioni tecniche della Commissione – in cui sia scritto nero su bianco chi fa e che cosa a livello Ue. “L'obiettivo è di istituire un processo e un quadro di coordinamento”, dice la fonte europea.

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A otto mesi dall'arrivo della pandemia in Europa è abbastanza surrealistico che i capi di stato e di governo non abbiano ancora trovato il modo di coordinarsi tra loro. Ancor di più che non siano a conoscenza delle molte iniziative prese dalla Commissione per affrontare il Covid-19, e a cui i loro ministri della Sanità si sono spesso opposti. “Gli stati membri sono responsabili per le politiche sanitarie: non è una competenza dell'Ue”, spiega un diplomatico di un grande paese: la cooperazione nel settore della sanità “è politicamente delicata”. Serve un'altra prova? I temi decisamente tecnici della durata della durata delle quarantena, dei testi rapidi antigenici e dei vaccini non saranno all'ordine del giorno della riunione dei ministri della Sanità che si terrà domani in videoconferenza. L'agenda formale della riunione prevede un dibattito sulla riforma dell'Organizzazione mondiale della sanità e un aggiornamento da parte del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie sulla situazione del Covid-19 nell'Ue. Al momento è escluso che i ministri della Sanità dei 27 si mettano a organizzare la possibilità di trasferimenti di pazienti da un paese all'altro o di altre forme di collaborazione. “Il principale focus sarà la riforma del Oms”, dice il diplomatico.
  

L'effetto orchestra del Titanic è ben visibile anche sul fronte dei negoziati sul pacchetto di bilancio, da cui dipende la partenza del Recovery fund da 750 miliardi di euro. Un incontro di oggi tra la presidenza tedesca dell'Ue e i negoziatori del Parlamento europeo sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto (che fa parte del pacchetto di bilancio) si è concluso con un nulla di fatto. “Tutto è ancora aperto”, ha detto il capo-negoziatore del Parlamento Petri Sarvamaa: la prossima riunione per cercare di arrivare a un'intesa si terrà la prossima settimana. Ieri è fallito anche l'ennesimo tentativo di trovare un accordo tra presidenza tedesca dell'Ue e Parlamento europeo sul quadro finanziario pluriennale (anch'esso parte del pacchetto di bilancio). "Praticamente nessun progresso", ha detto il portavoce della presidenza tedesca, annunciando che le discussioni continueranno a livello tecnico. I deputati europei accusano il Consiglio di aver rifiutato una "proposta di svolta" su come contare i costi del debito comune nel bilancio di lungo periodo. "Non c'era nessuna nuova proposta sul tavolo né alcun tentativo di una svolta", ha risposto la presidenza tedesca. Senza un accordo sul quadro finanziario pluriennale, tutto il pacchetto sul bilancio Ue rimane bloccato, compresa la partenza del Recovery fund, che già ora si sa entrerà in funzione in ritardo.

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