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Attacchi in sequenza contro la Francia, è il picco dell'odio

Daniele Ranieri

Da una parte i decapitatori fanatici e dall'altra il boicottaggio mondiale. Macron: "Non cediamo". Il tunisino che ha attaccato la basilica della città francese era sbarcato a Lampedusa il 20 settembre

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Quando a partire dalle nove del mattino di oggi le notizie di attacchi islamisti contro bersagli francesi hanno cominciato ad accumularsi, è venuto il sospetto che si trattasse di un’operazione coordinata dello Stato islamico. Il gruppo terrorista lo ha già fatto in passato: attentati multipli in diversi luoghi nelle stesse ore, per ottenere un impatto ancora maggiore e riempire tutti i notiziari. Questo è quello che è successo nel giro di tre ore. Un attentatore tunisino è entrato dentro la basilica di Nostra Signora dell’Assunzione, ha decapitato un’anziana settantenne, poi ha accoltellato a morte il sacrestano e una donna di quarant’anni che prima di morire ha chiesto ai soccorritori di dire ai figli che li amava. Ad Avignone la polizia ha ucciso un uomo armato. A Sartrouville, vicino a Parigi, la polizia ha arrestato un uomo con un coltello che stava per attaccare una chiesa. E a Lione la polizia ha arrestato un ventiseienne afghano che secondo l’agenzia Afp era in strada con in mano un coltello di trenta centimetri ed era sulla lista dei soggetti pericolosi – per fanatismo islamico – stilata dall’intelligence. Nel frattempo a Gedda, in Arabia Saudita, un uomo aveva tentato di uccidere con un coltello una guardia del consolato francese. Invece non si trattava di una sequenza di attacchi coordinati: era il risultato del clima di odio da parte del fanatismo islamista contro la Francia, che montava di nuovo da giorni e che ieri ha avuto un picco. Forse perché oggi era “maulid”, la celebrazione del compleanno del profeta Maometto. Oppure perché era l’ultimo giorno utile prima del lockdown di un mese che comincia domani in Francia contro l’epidemia e quindi le strade e le chiese non si erano ancora svuotate di possibili bersagli.

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Quando a partire dalle nove del mattino di oggi le notizie di attacchi islamisti contro bersagli francesi hanno cominciato ad accumularsi, è venuto il sospetto che si trattasse di un’operazione coordinata dello Stato islamico. Il gruppo terrorista lo ha già fatto in passato: attentati multipli in diversi luoghi nelle stesse ore, per ottenere un impatto ancora maggiore e riempire tutti i notiziari. Questo è quello che è successo nel giro di tre ore. Un attentatore tunisino è entrato dentro la basilica di Nostra Signora dell’Assunzione, ha decapitato un’anziana settantenne, poi ha accoltellato a morte il sacrestano e una donna di quarant’anni che prima di morire ha chiesto ai soccorritori di dire ai figli che li amava. Ad Avignone la polizia ha ucciso un uomo armato. A Sartrouville, vicino a Parigi, la polizia ha arrestato un uomo con un coltello che stava per attaccare una chiesa. E a Lione la polizia ha arrestato un ventiseienne afghano che secondo l’agenzia Afp era in strada con in mano un coltello di trenta centimetri ed era sulla lista dei soggetti pericolosi – per fanatismo islamico – stilata dall’intelligence. Nel frattempo a Gedda, in Arabia Saudita, un uomo aveva tentato di uccidere con un coltello una guardia del consolato francese. Invece non si trattava di una sequenza di attacchi coordinati: era il risultato del clima di odio da parte del fanatismo islamista contro la Francia, che montava di nuovo da giorni e che ieri ha avuto un picco. Forse perché oggi era “maulid”, la celebrazione del compleanno del profeta Maometto. Oppure perché era l’ultimo giorno utile prima del lockdown di un mese che comincia domani in Francia contro l’epidemia e quindi le strade e le chiese non si erano ancora svuotate di possibili bersagli.

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Da alcuni giorni è partita una campagna di propaganda internazionale molto aggressiva, che chiede un boicottaggio di tutti i musulmani del mondo contro l’economia francese per colpire il presidente Emmanuel Macron e per punire la pubblicazione delle vignette su Maometto del giornale satirico Charlie Hebdo. Lo sponsor più famoso di questa campagna è il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha molte ragioni politiche per aizzare l’odio contro i francesi. La campagna finge di non vedere che soltanto due settimane un fanatico ceceno ha decapitato in strada un professore francese, Samuel Paty, in nome della stessa questione delle vignette su Maometto. E domani, che è venerdì quindi il giorno dedicato oltre che alla preghiera anche alle proteste, c’è da scommettere che la campagna ignorerà in modo deliberato la decapitazione avvenuta oggi a Nizza dentro la basilica. Le dichiarazioni che accompagnano il boicottaggio sono di tutti i tipi, alcune condannano la violenza, altre la giustificano. L’ex presidente della Malaysia, Mahathir Mohamad, oggi ha scritto su Twitter che “i musulmani hanno il diritto di uccidere milioni di francesi” per colpa del passato coloniale – e questo è un esempio delle idee che circolano. Il presidente francese Macron ha detto che la Francia è sotto attacco e che però non rinuncia ai suoi valori e non cede di un millimetro, che è la stessa dichiarazione fatta appena pochi giorni fa dopo la morte di Paty. Nel frattempo quello che il ceceno ha fatto al professore francese è diventato uno standard di questa ondata di attacchi, che i nuovi attentatori prenderanno come ispirazione. Invece di provare ad accoltellare più gente possibile scelgono di decapitare una vittima per aumentare l’orrore e l’attenzione.

  

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Erano azioni scollegate, dunque. L’uomo ucciso ad Avignone apparteneva a un movimento di destra, Generazione identitaria, ed è stato ucciso dalla polizia perché aveva aggredito un commerciante maghrebino –  è probabile che sia successo dopo avere appreso dell’attacco alla basilica. L’uomo arrestato a Sartrouville ha detto al padre che andava in chiesa perché “voglio fare come lui”, e si riferiva al tunisino. Il padre ha avvertito la polizia. Anche l’uomo arrestato a Lione potrebbe essere un emulo esaltato dalle notizie. Il fanatismo generalizzato colpisce con la stessa pericolosità dei gruppi terroristici e forse è ancora più pericoloso perché ha numeri più grandi.

  

La polizia ha sparato all’attentatore di Nizza ma non lo ha ucciso. E’ un tunisino di 21 anni, Ibrahim Hissawi, arrivato in Francia senza documenti dopo essere approdato a Lampedusa il 20 settembre. Venerdì 25 settembre un diciottenne pachistano accoltellava due persone vicino alla vecchia redazione di Charlie Hebdo. Intanto Hissawi ha fatto la quarantena e ha ricevuto un foglio di via. Venerdì 9 ottobre era a Bari ma come molti era arrivato in Italia soltanto come tappa intermedia per entrare in Europa. Una settimana dopo un diciottenne ceceno ha decapitato Paty. Hissawi ha scelto un bersaglio spettacolare, la basilica di Nizza vicino al lungomare dove quattro anni fa uno stragista dello Stato islamico uccise 86 persone.

   

Il tunisino viene da Bouhajla, vicino a Kairouan, dove c’è sempre stata molta attività estremista. In quella zona nell’aprile 2018 fu arrestato un uomo che aveva aiutato Anis Amri, lo stragista del mercatino di Berlino poi ucciso in Italia.

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