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indagato, procuratore e testimone

Un'inchiesta su Frontex, l'agenzia Ue che nessuno controlla

L'intervento della commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, e il ruolo del direttore, Fabrice Leggeri

David Carretta

Bellingcat ha rivelato che i guardiani delle frontiere europee con i loro assetti navali hanno preso parte a delle operazioni di respingimento di migranti, vietate dal diritto internazionale e dalla legge comunitaria 

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Bruxelles. Frontex è l'agenzia dei guardacoste e guardia frontiere dell'Unione europea e, secondo un'inchiesta condotta da Bellingcat insieme a altri media, i suoi assetti navali hanno preso parte direttamente o indirettamente a delle operazioni di respingimento illegale di migranti e rifugiati al largo della Grecia. Da marzo ad agosto, le navi di Frontex sarebbero state attivamente coinvolte in un respingimento alla frontiera marittima greco-turca nel Mar Egeo, sarebbero state presenti in un secondo episodio e si trovavano nelle vicinanze di altri quattro incidenti. All'operazione Poseidon di Frontex partecipano tutti gli stati membri dell'Ue con personale e imbarcazioni di vario tipo, in stretto contatto con la polizia e la guardia costiera della Grecia. L'episodio più grave sarebbe avvenuto l'8 giugno, quando una nave rumena che opera sotto bandiera Frontex è intervenuta per bloccare un gommone al largo dell'isola di Lesbos. Video, foto, posizioni satellitari: con i suoi metodi, Bellingcat ha dimostrato che l'imbarcazione MAI1103 rumena ha spinto migranti e rifugiati oltre la frontiera marittima turca, anche grazie a un trucchetto utilizzato regolarmente dalla guardia costiera greca, quello di creare onde artificiali. Invece di salvare vite umane in pericolo, una nave di Frontex le ha messe in una condizione di maggiore pericolo in termini di naufragio (alla fine sono stati i guardacoste turchi a salvare i migranti). Cosa ancor più grave: un'agenzia dell'Ue ha violato il diritto internazionale e la legislazione europea che vieta i respingimenti.

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Bruxelles. Frontex è l'agenzia dei guardacoste e guardia frontiere dell'Unione europea e, secondo un'inchiesta condotta da Bellingcat insieme a altri media, i suoi assetti navali hanno preso parte direttamente o indirettamente a delle operazioni di respingimento illegale di migranti e rifugiati al largo della Grecia. Da marzo ad agosto, le navi di Frontex sarebbero state attivamente coinvolte in un respingimento alla frontiera marittima greco-turca nel Mar Egeo, sarebbero state presenti in un secondo episodio e si trovavano nelle vicinanze di altri quattro incidenti. All'operazione Poseidon di Frontex partecipano tutti gli stati membri dell'Ue con personale e imbarcazioni di vario tipo, in stretto contatto con la polizia e la guardia costiera della Grecia. L'episodio più grave sarebbe avvenuto l'8 giugno, quando una nave rumena che opera sotto bandiera Frontex è intervenuta per bloccare un gommone al largo dell'isola di Lesbos. Video, foto, posizioni satellitari: con i suoi metodi, Bellingcat ha dimostrato che l'imbarcazione MAI1103 rumena ha spinto migranti e rifugiati oltre la frontiera marittima turca, anche grazie a un trucchetto utilizzato regolarmente dalla guardia costiera greca, quello di creare onde artificiali. Invece di salvare vite umane in pericolo, una nave di Frontex le ha messe in una condizione di maggiore pericolo in termini di naufragio (alla fine sono stati i guardacoste turchi a salvare i migranti). Cosa ancor più grave: un'agenzia dell'Ue ha violato il diritto internazionale e la legislazione europea che vieta i respingimenti.

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Grazie allo Spiegel e a Ard, che hanno partecipato all'inchiesta con Bellingcat, il caso dei respingimenti di Frontex sta facendo scalpore in Germania. E quando l'opinione pubblica tedesca è attenta, la Commissione europea si sente in dovere rispondere. Così la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, lunedì ha annunciato di aver chiesto spiegazioni e un'inchiesta interna al direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri. “Se Frontex è effettivamente coinvolta in operazioni di respingimento, questo è assolutamente inaccettabile. Non deve accadere mai”, ha detto Johansson alla Deutschlandfunk. Problema: Frontex è un'agenzia indipendente, che non deve sottostare al controllo della Commissione, che opera nella più grande opacità e che in passato non ha mai riconosciuto le sue responsabilità malgrado indizi decisamente comprovanti. E anche in questo ennesimo episodio di illegalità Frontex si trova nella comoda posizione di indagato (insieme alla Grecia che ha il comando del quartier generale dell'operazione Poseidon), procuratore (insieme alla Grecia perché formalmente non ha porti di indagine), testimone (sempre insieme alla Grecia che conduce gran parte dei respingimenti) e giudice.

 

Questa mattina Frontex ha annunciato di aver "lanciato un'inchiesta interna" sugli incidenti. Ma "finora nessuno documento o altro materiale è stato trovato per sostanziare le accuse di violazioni del diritto o del codice di condotta di Frontex", si legge nel comunicato diffuso dall'agenzia dell'Ue. Nella stessa nota Frontex sostiene che il direttore Fabrice Leggeri ha chiesto alle autorità greche di indagare altri due eventi accaduti a inizio anno e che potevano far pensare a respingimenti, ma che la Grecia non ha "trovato alcuna prova di atti illegali". Peccato che il 24 luglio, davanti alla commissione Libertà civili del Parlamento europeo avesse evocato un unico caso di possibile respingimento osservato da Frontex al largo della Grecia. In realtà, in quell'occasione Leggeri aveva parlato di un altro episodio che aveva creato un certo scalpore: il 6 marzo una nave danese dell'operazione Poseidon di Frontex, dopo aver salvato 33 persone in pericolo in mare, aveva rifiutato di obbedire all'ordine del quartier generale dell'operazione di rimettere i migranti sul gommone e respingerli nelle acque territoriali turche. Si era trattato di "istruzioni scorrette da parte di ufficiali della guardia costiera greca", ha spiegato Frontex nella nota di questa mattina: un "misunderstanding" con la Grecia ormai "chiarito".

 

Creata nel 2004 per assistere gli stati membri nella gestione delle frontiere esterne, Frontex in questi anni si è espansa sempre di più. Il suo bilancio è cresciuto costantemente fino a diventare uno dei più voluminosi per le agenzie Ue. Tra il 2019 e il 2020 le risorse a disposizione di Frontex sono cresciute da 333 milioni a 460 milioni di euro. Attualmente l'agenzia ha 700 funzionari, che il prossimo anno dovrebbero diventare 1.000 nel quartier generale di Varsavia, a cui si aggiungeranno 250 funzionari per la gestione del European Travel Information and Authorisation System e altri 750 guardacoste e guardie di frontiera nelle operazioni sul terreno. Ma l'aspetto meno conosciuto di Frontex è il livello di segretezza delle sue operazioni, che supera quello delle missioni militari dell'Ue o della Nato. I suoi asset navali e aerei operano con sistemi di identificazione automatica e transponder spenti o oscurati. Nel Mediterraneo centrale, dove Frontex ha lanciato le operazioni Triton e Themis, aerei e droni dell'agenzia sono invisibili per evitare di essere accusati di aver visto migranti in mare e non aver prestato soccorso, come prevede il diritto internazionale del mare. Sulla Libia, il direttore Leggeri aveva contribuito a fomentare la narrazione delle Ong “taxi del mare” accusandole nel 2017 di costituire un fattore di attrazione (pull factor) di migranti. E ogni volta che un deputato europeo o un giornalista chiede informazioni o accesso ai documenti al quartier generale a Varsavia, la risposta è sempre la stessa: “segreto”. Quanto alla Commissione, in parte ha coperto Frontex, in parte sostiene di non avere la possibilità di intervenire. Perché la struttura dell'agenzia è molto particolare. La responsabilità è dell'Ue, ma la gestione e le decisioni sono affidate a un “management board” composto in gran parte da funzionari dei ministeri dell'Interno degli stati membri.

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Almeno l'inchiesta di Bellingcat sembra aver convinto la commissaria Johansson che qualcosa non va in Frontex. I respingimenti al largo di Lesbos dovrebbero essere discussi dal “management board”, ha detto Johansson ai media tedeschi. Inoltre – fanno sapere alla Commissione – Frontex dovrebbe reclutare almeno 40 funzionari indipendenti per monitorare il rispetto dei diritti umani durante le operazioni dell'agenzia. Ma la partita vera potrebbe essere quella del destino del direttore di Frontex, che ha trasformato un'agenzia sulle frontiere in un quella che appare come un'agenzia di intelligence clandestina. Un portavoce della Commissione non ha risposto quando il Foglio gli ha chiesto se Johansson abbia ancora fiducia in Leggeri. Ma lo stesso portavoce ha ricordato che “il direttore esecutivo di Frontex ha anche un ruolo da giocare, dato che deve sospendere o porre fine a qualsiasi attività dell'agenzia, in tutto o in parte, se considera che ci sono delle violazioni dei diritti fondamentali o degli obblighi di protezione internazionali”. E questa è una responsabilità che Leggeri non si è mai assunto.

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