EDITORIALI
La nuova inchiesta sul nuovo Novichok
C’è un programma statale russo sul veleno, in violazione ai trattati internazionali
Venerdì il sito di inchiesta Bellingcat ha pubblicato un nuovo rapporto che rivela dei dettagli importanti sullo sviluppo in Russia del Novichok, l’agente nervino utilizzato per avvelenare un trafficante di armi in Bulgaria, l’ex spia Sergei Skripal e sua figlia Yulia a Salisbury e l’attivista Alexei Navalny in Siberia. L’inchiesta merita attenzione perché fornisce delle prove sul fatto che Mosca non ha mai sospeso il suo programma per lo sviluppo delle armi chimiche, in violazione dei trattati internazionali. Secondo Bellingcat sono tre gli istituti che hanno collaborato alla creazione del nuovo Novichok: l’Istituto statale di medicina militare di San Pietroburgo (Gnii vm), l’Istituto Signal e l’Istituto di chimica organica e tecnologia Gosniioht. Soprattutto il primo che dai messaggi e dalle telefonate ha intrattenuto molti rapporti con l’unità 29155 dell’intelligence militare russa, il Gru: quella implicata nell’avvelenamento degli Skripal. Lo scienziato che starebbe portando avanti il programma si chiama Sergei Chepur, ed è il direttore dell’Istituto di San Pietroburgo, incaricato nel 2015 di occuparsi della “ricerca scientifica nell’interesse della difesa e della sicurezza nazionale”.
Venerdì il sito di inchiesta Bellingcat ha pubblicato un nuovo rapporto che rivela dei dettagli importanti sullo sviluppo in Russia del Novichok, l’agente nervino utilizzato per avvelenare un trafficante di armi in Bulgaria, l’ex spia Sergei Skripal e sua figlia Yulia a Salisbury e l’attivista Alexei Navalny in Siberia. L’inchiesta merita attenzione perché fornisce delle prove sul fatto che Mosca non ha mai sospeso il suo programma per lo sviluppo delle armi chimiche, in violazione dei trattati internazionali. Secondo Bellingcat sono tre gli istituti che hanno collaborato alla creazione del nuovo Novichok: l’Istituto statale di medicina militare di San Pietroburgo (Gnii vm), l’Istituto Signal e l’Istituto di chimica organica e tecnologia Gosniioht. Soprattutto il primo che dai messaggi e dalle telefonate ha intrattenuto molti rapporti con l’unità 29155 dell’intelligence militare russa, il Gru: quella implicata nell’avvelenamento degli Skripal. Lo scienziato che starebbe portando avanti il programma si chiama Sergei Chepur, ed è il direttore dell’Istituto di San Pietroburgo, incaricato nel 2015 di occuparsi della “ricerca scientifica nell’interesse della difesa e della sicurezza nazionale”.
Nel 2018 l’Istituto di San Pietroburgo aveva annunciato che molti dei suoi impiegati, esperti di neurochimica e di tossicologia, si stavano specializzando “sugli effetti dei veleni organofosfati sul corpo umano” e Chepur ha ottenuto un premio da parte del ministero della Difesa per il suo contributo “eccezionale” alla medicina militare. Il Novichok è un veleno di eredità sovietica, un organofosfato potente difficile da rilevare e facile da trasportare. Dopo i fatti di Salisbury si pensava che qualche laboratorio lo conservasse ancora, che ci fossero delle scorte da qualche parte della Russia. Ma secondo le nuove indagini l’implicazione di Mosca sembra molto più grave, e indica che il nuovo Novichok sarebbe stato creato ad hoc per questi nuovi attentati. L’inchiesta di Bellingcat mette in risalto anche un’altra questione: il Cremlino continua a dire di non avere nulla a che fare con questi avvelenamenti, ma se tre istituti statali stanno violando dei trattati internazionali, è impossibile che il presidente Putin non sappia.