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Un mezzo Recovery fund sprecato

La Pac non è diventata più verde

Una rinazionalizzazione degli aiuti che è pericolosa e che graverà su tutti i contribuenti europei

David Carretta

Il testo approvato dall'Europarlamento per la riforma della Politica agricola comune è al di sotto delle ambizioni del Green deal: ha prevalso lo status quo

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Bruxelles. Il Veggie Burger è salvo. Così come il salame di cioccolato. Il Parlamento europeo ieri ha rigettato tutti gli emendamenti per limitare l'uso del nome “hamburger” (ma anche salame, mortadella, eccetera) a prodotti a base di carne. Il voto aveva sollevato grandi polemiche, accompagnate da due lobbie contrapposte, perché dietro alle parole si nascondono milioni di euro di interessi. Da un lato l'industria della carne, dall'altra le brigate vegetariane e vagane, che alla fine sono riuscite a imporsi. Ma la battaglia sul Veggie Burger ha fatto dimenticare l'importanza del testo  che è stato votato durante tutta la settimana dai deputati del Parlamento europeo: la riforma della Politica agricola comune (Pac), che ancora oggi rappresenta più di due terzi del bilancio Ue, cioè 352 miliardi in sette anni, da distribuire tra i 27 stati membri. 

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Bruxelles. Il Veggie Burger è salvo. Così come il salame di cioccolato. Il Parlamento europeo ieri ha rigettato tutti gli emendamenti per limitare l'uso del nome “hamburger” (ma anche salame, mortadella, eccetera) a prodotti a base di carne. Il voto aveva sollevato grandi polemiche, accompagnate da due lobbie contrapposte, perché dietro alle parole si nascondono milioni di euro di interessi. Da un lato l'industria della carne, dall'altra le brigate vegetariane e vagane, che alla fine sono riuscite a imporsi. Ma la battaglia sul Veggie Burger ha fatto dimenticare l'importanza del testo  che è stato votato durante tutta la settimana dai deputati del Parlamento europeo: la riforma della Politica agricola comune (Pac), che ancora oggi rappresenta più di due terzi del bilancio Ue, cioè 352 miliardi in sette anni, da distribuire tra i 27 stati membri. 

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L'obiettivo era rendere la Pac più verde, in linea con il Green deal che è uno degli architravi del programma della Commissione di Ursula von der Leyen, e compatibile con il taglio delle emissioni di almeno il 55 per cento entro il 2030. Si doveva anche adattare uno strumento vecchio di sessant'anni al Ventunesimo secolo, rendendo l'agricoltura più sostenibile e competitiva. Ma il testo approvato dal Parlamento – così come la posizione adottata dai governi al Consiglio Agricoltura mercoledì mattina all'alba – è ben al di sotto dell'ambizione del Green deal. Niente riduzione delle emissioni del 30 per cento. Diverse deroghe sul bio. Poca attenzione alla biodiversità. “E' un giorno nero per l'ambiente. La transizione verso un'agricoltura ecologica ormai è in maggese" (la messa a riposo delle terre), ha detto Bérénice Dupeux dell'European Environmental Bureau, già a inizio settimana quando popolari, socialisti e liberali si erano messi d'accordo per adottare alcuni emendamenti comuni. Greenpeace ha chiesto alla Commissione di ritirare la proposta, prima che si aprano i negoziati tra Parlamento europeo e Consiglio.

 

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Aldilà della questione ambientale, più che una riforma a prevalere è lo status quo. Un buon modo per capire chi ha vinto tra riformatori e conservatori della Pac è guardare alle dichiarazioni di due deputati sempre attenti alla lobby agricola. "L'Europarlamento lancia un segnale ai nostri agricoltori: l'Europa è al vostro fianco nella transizione verso sistemi produttivi sempre più sostenibili e redditizi", hanno detto Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, parlando di “equilibrio”. La vera riforma è un'altra, cioè una rinazionalizzazione degli aiuti della Pac che è estremamente pericolosa. Ogni paese adotterà un piano strategico nazionale per modulare gli aiuti più o meno come gli pare. La Francia potrà sostenere la grande industria agricola. L'Italia sarà libera di favorire la Coldiretti. Ci sarà meno controllo da parte di Bruxelles. Non è stata nemmeno cancellata la norma che permette a chi possiede terra agricola, ma non coltiva nulla, di non ricevere aiuti. Ma i costi della nuova Pac più nazionale rimarranno a carico di tutti i contribuenti europei, a discapito di tutte le altre priorità, come ricerca e innovazione, Erasmus, sanità. Un mezzo Recovery fund sprecato.

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