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Chi vaccinare per primo?

David Carretta

La Commissione europea stabilisce le priorità e spiega come risolvere i problemi logistici

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Chi vaccinare per primo quando un vaccino contro il Covid-19 sarà finalmente disponibile? La Commissione europea ha cercato di rispondere alla domanda, adottando una serie di criteri per individuare le persone cui dare la priorità nella vaccinazione tra i 450 milioni di cittadini europei e invitando gli stati membri a mettere in piedi l’infrastruttura necessaria. Per l’esecutivo di Ursula von der Leyen, che ha negoziato con le case farmaceutiche contratti anticipati per la fornitura di quasi un miliardo di dosi, la priorità deve essere data al personale sanitario e delle case di cura, alle persone con più di 60 anni di età o con problemi di salute particolari, ai lavoratori essenziali o che non possono mantenere il distanziamento sociale, e ai gruppi più svantaggiati dal punto di vista socio-economico. Secondo alcune stime, si tratterebbe di circa 200 milioni di persone in Europa. Soltanto dopo il vaccino dovrebbe essere distribuito al resto della popolazione, nella consapevolezza che la sua efficacia contro il virus dipende da caratteristiche e tipologia. 

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Chi vaccinare per primo quando un vaccino contro il Covid-19 sarà finalmente disponibile? La Commissione europea ha cercato di rispondere alla domanda, adottando una serie di criteri per individuare le persone cui dare la priorità nella vaccinazione tra i 450 milioni di cittadini europei e invitando gli stati membri a mettere in piedi l’infrastruttura necessaria. Per l’esecutivo di Ursula von der Leyen, che ha negoziato con le case farmaceutiche contratti anticipati per la fornitura di quasi un miliardo di dosi, la priorità deve essere data al personale sanitario e delle case di cura, alle persone con più di 60 anni di età o con problemi di salute particolari, ai lavoratori essenziali o che non possono mantenere il distanziamento sociale, e ai gruppi più svantaggiati dal punto di vista socio-economico. Secondo alcune stime, si tratterebbe di circa 200 milioni di persone in Europa. Soltanto dopo il vaccino dovrebbe essere distribuito al resto della popolazione, nella consapevolezza che la sua efficacia contro il virus dipende da caratteristiche e tipologia. 

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Ma, oltre a chi vaccinare per primo, c’è un altro interrogativo: dopo aver rifiutato di seguire le raccomandazioni della Commissione su stress test e preparativi per la seconda ondata, i governi nazionali ascolteranno i consigli di Bruxelles sui vaccini? In una conferenza stampa la commissaria europea alla Sanità, Stella Kyriakides, ha accusato diversi governi nazionali di non aver risposto alle sollecitazioni dell’Ue di presentare un piano per prepararsi alla seconda ondata. “I numeri vanno chiaramente nella direzione sbagliata” e “il tempo sta scadendo”, ha avvertito Kyriakides: “La priorità di tutti deve essere di fare ciò che è necessario per evitare le devastanti conseguenze sanitarie, economiche e sociali di lockdown generalizzati”

 
Sul vaccino anti Covid, Kyriakides ha spiegato che “non sarà una soluzione miracolosa, ma avrà un ruolo fondamentale per salvare vite umane e contenere la pandemia”. Ma quando arriverà, almeno all’inizio, sarà merce rara. “Il numero complessivo di dosi di vaccino sarà limitato durante le fasi iniziali e prima che la produzione possa essere rafforzata”, ha spiegato la Commissione. 
La priorità deve essere proteggere prima chi ne ha più bisogno. Ciascuno stato membro è libero di determinare i propri criteri sui gruppi prioritari. La comunicazione della Commissione fissa una serie di raccomandazioni non vincolanti, che dovrebbe servire da indirizzo ai governi nazionali. Nel frattempo, agli stati membri viene chiesto di prepararsi anche dal punto di vista logistico. In particolare, i governi dovrebbero rafforzare le capacità dei servizi di vaccinazione perché siano in grado di somministrare i vaccini anti Covid, anche in termini di forza lavoro qualificata e di dispositivi medici e di protezione. Inoltre, secondo la Commissione, i governi devono garantire un accesso ai vaccini agevole e con un costo contenuto. La comunicazione affronta anche i potenziali problemi logistici. Gli stati membri devono tenere conto delle caratteristiche ed esigenze diverse dei vaccini in termini di stoccaggio e trasporto (catena del freddo, capacità di trasporto refrigerato e capacità di stoccaggio). Infine, i governi devono avviare da subito una comunicazione chiara sui benefici, i rischi e l’importanza dei vaccini contro il Covid 19 per rafforzare la fiducia dell’opinione pubblica. “Vogliamo un vaccino rapidamente. Ma vogliamo un vaccino che sia sicuro. La sicurezza è la nostra priorità massima”, ha detto il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas.

 
La Commissione finora ha firmato tre contratti anticipati per la fornitura di quasi un miliardo di dosi di vaccino contro il Covid-19: Johnson & Johnson (200 milioni di dosi più altri 200 milioni in opzione), AstraZeneca (300 milioni più 100 milioni) e Sanofi-Gsk (300 milioni). Le trattative continuano dopo il successo di colloqui esplorativi con CureVac, BionTech-Pfizer e Moderna. Qualsiasi vaccino dovrà prima essere autorizzato dall’Agenzia europea per i medicinali secondo standard di sicurezza ed efficacia verificati regolarmente. Poi, sulla base dei contratti firmati dalla Commissione, tutti gli stati membri avranno contemporaneamente accesso ai vaccini contro il Covid-19 in base al numero di abitanti. Kyriakides non si è voluta sbilanciare sulla data di introduzione. “Non voglio fare congetture su una data. Ogni previsione oggi sarebbe rischiosa”, ha detto la commissaria. Kyriakides non si è nemmeno sbilanciata sui tempi per vaccinare gran parte della popolazione, al di là delle categorie prioritarie, o sulla capacità del vaccino di sconfiggere il Covid-19. “Dipende dal tipo di vaccino che abbiamo. Ma è estremamente importante usarlo il più presto possibile”.

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