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Con la seconda ondata tornano le frontiere in Europa

David Carretta

Von der Leyen non riesce a preservare Schengen dal Covid: gli stati nazionali potranno imporre restrizioni agli spostamenti e decideranno da soli su test e quaratene. Regioni classificate come "rosse", "arancioni", "grigie" e "verdi". 

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Il tentativo della Commissione di Ursula von der Leyen di salvare Schengen dalla seconda ondata di Covid-19 si scontra con la volontà dei governi nazionali di conservare pieni poteri per imporre restrizioni alla libera circolazione delle persone. La presidenza tedesca dell'Ue ha presentato una bozza di compromesso sulla proposta di raccomandazione presentata dalla Commissione a inizio settembre su un approccio coordinato alle restrizioni della libertà di movimento. Il documento è in discussione nella riunione degli ambasciatori dei 27 di oggi e dovrebbe essere approvato dal Consiglio affari generali la prossima settimana. Il testo – che il Foglio ha potuto consultare – modifica in modo sostanziale la proposta iniziale, cancellando buona parte dei paletti che la Commissione aveva immaginato per evitare la chiusura delle frontiere. Compreso il tentativo di uniformare le procedure di test e quarantena per chi arriva da altri paesi dell'Ue considerati come a rischio.

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Il tentativo della Commissione di Ursula von der Leyen di salvare Schengen dalla seconda ondata di Covid-19 si scontra con la volontà dei governi nazionali di conservare pieni poteri per imporre restrizioni alla libera circolazione delle persone. La presidenza tedesca dell'Ue ha presentato una bozza di compromesso sulla proposta di raccomandazione presentata dalla Commissione a inizio settembre su un approccio coordinato alle restrizioni della libertà di movimento. Il documento è in discussione nella riunione degli ambasciatori dei 27 di oggi e dovrebbe essere approvato dal Consiglio affari generali la prossima settimana. Il testo – che il Foglio ha potuto consultare – modifica in modo sostanziale la proposta iniziale, cancellando buona parte dei paletti che la Commissione aveva immaginato per evitare la chiusura delle frontiere. Compreso il tentativo di uniformare le procedure di test e quarantena per chi arriva da altri paesi dell'Ue considerati come a rischio.

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Di fatto, il compromesso della presidenza tedesca si limita a chiedere al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) di redigere una mappa di regioni verdi, arancioni, rosse e grigie, sulla base dei dati (non armonizzati) trasmessi dai governi nazionali. Gli stati membri saranno liberi di imporre restrizioni per chi arriva non solo dalle zone rosse e grigie, ma anche da quelle arancioni.

 

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La volontà dei governi nazionali di tenersi le mani libere sulle frontiere è riassunta in una frase, introdotta nel compromesso dalla presidenza tedesca dopo lunghe trattative tra i 27. “Poiché la pandemia Covid-19 ha causato un'emergenza sanitaria senza precedenti, la protezione della salute pubblica è diventata una priorità massima sia per l'Unione sia per i suoi stati membri”, dice il documento: “Sulla base della protezione della salute pubblica, gli Stati membri possono prendere misure che restringono la libertà di movimento delle persone all'interno dell'Unione”. I criteri comuni per determinare le zone a rischio sono quelli proposti dalla Commissione: il tasso di contagio degli ultimi 14 giorni a livello regionale, il tasso di positività ai tamponi eseguiti nell'ultima settimana, e il tasso di test effettuati su 100.000 abitanti.

 

All'Ecdc viene chiesto di pubblicare una mappa settimanale degli stati membri, suddivisa per regioni, per "sostenere il processo decisionale" dei governi. Una regione sarà classificata "verde" se il numero di casi negli ultimi 14 giorni è inferiore a 25 ogni 100.000 abitanti e se il tasso di positività è sotto il 4 per cento. Una regione sarà classificata "arancione" se i nuovi positivi delle ultime due settimane sono inferiori a 50 ogni 100.000 abitanti, ma il tasso di positività è superiore al 4 per cento (o se i casi sono tra i 25 e i 150, ma il tasso di positività è sotto il 4 per cento). Una regione sarà classificata “rossa” con più di 50 nuovi casi positivi in 14 giorni e il tasso di positività è superiore al 4 per cento, o semplicemente se i nuovi positivi delle ultime due settimane superano i 150 su 100 mila abitanti. Infine, una regione sarà considerata "grigia" se i non ci sono abbastanza informazioni disponibili o il tasso di test è inferiore ai 300 ogni 100.000 abitanti.

 

Il compromesso della presidenza tedesca prevede che gli stati membri non possano imporre restrizioni alla libertà di movimento delle persone che viaggiano da e verso le zone classificate come "verdi" in altri paesi. Se la proposta iniziale della Commissione prevedeva la possibilità di imporre restrizioni solo alle zone "rosse" e "grigie", il compromesso tedesco include anche le regioni "arancioni". Anche il tentativo di uniformare le misure per chi proviene da un'area a rischio è stato sostanzialmente abbandonato. I governi nazionali potranno imporre quarantena e test dopo l'arrivo (la Commissione proponeva una scelta alternativa). Una frase che definitiva i tamponi come "opzione preferita" rispetto alla quarantena è stata cancellata. Gli stati membri sono invitati a coordinarsi sulla durata dell'auto-isolamento di chi proviene da zone a rischio, ma ciascun governo potrà continuare a imporre un numero diverso di giorni. Il testo mantiene le eccezioni per i lavoratori transfrontalieri, autisti di camion, diplomatici, persone che viaggiano per ragioni di lavoro o familiare imperative, poliziotti e giornalisti.

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Il documento prevede anche la possibilità di sviluppare un "Passanger Locator Form (una scheda di individuazione dei passeggeri, ndr) europeo", possibilmente digitale. Quando un governo impone restrizioni dovrebbe informare il paese preso di mira prima dell'entrata in vigore delle misure restrittive (se possibile 48 ore in anticipo). Gli stati membri sono invitati a applicare le restrizioni rispettano  i principi di "proporzionalità e non discriminazione".

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