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Editoriale

La Nato tra Russia e Turchia

Redazione

Sull’attentato a Navalny deciderà l’Ue. Il guaio dello scontro Ankara-Atene

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La Nato ha condannato in modo duro l’avvelenamento di Alexei Navalny con un agente nervino del gruppo Novichok perché costituisce una “grave violazione del diritto internazionale”, ma sembra volere lasciar all’Unione europea la responsabilità di adottare delle sanzioni contro la Russia. Dopo una riunione del Consiglio atlantico, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto: “L’uso di armi chimiche, di un agente nervino, è una violazione del diritto internazionale e questo conta per la Nato perché mina le regole e le norme su cui si fonda la convivenza pacifica”.

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La Nato ha condannato in modo duro l’avvelenamento di Alexei Navalny con un agente nervino del gruppo Novichok perché costituisce una “grave violazione del diritto internazionale”, ma sembra volere lasciar all’Unione europea la responsabilità di adottare delle sanzioni contro la Russia. Dopo una riunione del Consiglio atlantico, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto: “L’uso di armi chimiche, di un agente nervino, è una violazione del diritto internazionale e questo conta per la Nato perché mina le regole e le norme su cui si fonda la convivenza pacifica”.

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Tuttavia Stoltenberg non ha evocato la possibilità di sanzioni, come quelle che erano state adottate dopo l’attacco a Sergei Skripal e alla figlia Yulia in una città del Regno Unito nel 2018. Il passo di lato della Nato lascia all’Ue il compito di guidare il processo che potrebbe portare a nuove sanzioni contro la Russia. L’Alto rappresentante per la politica estera Borrell ha spiegato che l’Ue si riserva il diritto di adottare “misure restrittive” e ha chiesto a Mosca di collaborare a un’inchiesta internazionale indipendente condotta dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.

 

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Se Vladimir Putin rifiuterà di cooperare, la minaccia delle sanzioni europea si concretizzerà, anche se la partita vera si gioca a Berlino, dove aumenta la pressione su Angela Merkel per fermare la costruzione del gasdotto Nord Stream 2. L’urgenza di Stoltenberg è però un’altra: evitare un conflitto armato tra due membri della Nato, Grecia e Turchia. Ha annunciato l’avvio di discussioni a livello tecnico per istituire un meccanismo di prevenzione dei conflitti che permetta di evitare un incidente al largo di Cipro.

 

Tuttavia “nessun accordo è ancora stato raggiunto”, ha spiegato Stoltenberg. Il governo di Atene non intende accettare alcun compromesso fino a quando le navi turche rimarranno nelle aree contese. La Turchia invece si dice pronta ad accettare negoziati, ma purché non ci siano condizioni: un modo per imporre la sua presenza al largo di Cipro come un dato di fatto.

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