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Navalny in Siberia

Micol Flammini

L’attivista è in coma, la sua portavoce dice: “Avvelenamento”. I medici non parlano e non vogliono trasferirlo. Era a Tomsk per la strategia del "voto intelligente": tutti contro Putin per le elezioni di settembre 

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Roma. L’attivista russo Alexei Navalny ha avuto un malore mentre era su un aereo che da Tomsk, in Siberia, lo avrebbe portato a Mosca. In volo però ha iniziato a urlare, l’aereo ha dovuto affrontare un atterraggio di emergenza e da quel momento, quando l’ avvocato anticorruzione oppositore del Cremlino è stato portato all’ospedale di Omsk, la sua portavoce, Kira Yarmysh, ha iniziato a parlare di avvelenamento. Aveva bevuto soltanto del tè all’aeroporto, ha raccontato la Yarmysh. Navalny è in coma, attaccato a un respiratore e quando sua moglie Yulia, il suo medico Anastasia Vasilyeva, e il collega Ivan Zhdanov sono arrivati in ospedale, i medici non gli hanno permesso di vederlo. Alla moglie Yulia hanno detto che serviva il certificato di matrimonio, visto che Navalny, privo di conoscenza, non aveva dato il suo consenso a ricevere visite. Yulia è poi stata ammessa nella stanza del marito, parenti e sostenitori vorrebbero trasferirlo in un ospedale di Mosca o in uno dei centri antiveleni in Europa – la Germania ha già dato la sua disponibilità ad accoglierlo e curarlo – ma i dottori di Omsk hanno continuato a negare l’autorizzazione. Le ipotesi sono molte, c’è chi parla di barbiturici chi di un veleno, tante anche le speculazioni del Cremlino per screditare l’attivista. Alcuni account Telegram sostenitori del presidente Vladimir Putin riportavano che Navalny aveva assunto delle droghe o aveva bevuto troppo la sera precedente. I medici che lo hanno visitato in ospedale avevano parlato di sostanze tossiche nel sangue, ma si sono rifiutati di mostrare un referto ai familiari. 

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Roma. L’attivista russo Alexei Navalny ha avuto un malore mentre era su un aereo che da Tomsk, in Siberia, lo avrebbe portato a Mosca. In volo però ha iniziato a urlare, l’aereo ha dovuto affrontare un atterraggio di emergenza e da quel momento, quando l’ avvocato anticorruzione oppositore del Cremlino è stato portato all’ospedale di Omsk, la sua portavoce, Kira Yarmysh, ha iniziato a parlare di avvelenamento. Aveva bevuto soltanto del tè all’aeroporto, ha raccontato la Yarmysh. Navalny è in coma, attaccato a un respiratore e quando sua moglie Yulia, il suo medico Anastasia Vasilyeva, e il collega Ivan Zhdanov sono arrivati in ospedale, i medici non gli hanno permesso di vederlo. Alla moglie Yulia hanno detto che serviva il certificato di matrimonio, visto che Navalny, privo di conoscenza, non aveva dato il suo consenso a ricevere visite. Yulia è poi stata ammessa nella stanza del marito, parenti e sostenitori vorrebbero trasferirlo in un ospedale di Mosca o in uno dei centri antiveleni in Europa – la Germania ha già dato la sua disponibilità ad accoglierlo e curarlo – ma i dottori di Omsk hanno continuato a negare l’autorizzazione. Le ipotesi sono molte, c’è chi parla di barbiturici chi di un veleno, tante anche le speculazioni del Cremlino per screditare l’attivista. Alcuni account Telegram sostenitori del presidente Vladimir Putin riportavano che Navalny aveva assunto delle droghe o aveva bevuto troppo la sera precedente. I medici che lo hanno visitato in ospedale avevano parlato di sostanze tossiche nel sangue, ma si sono rifiutati di mostrare un referto ai familiari. 

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In questi anni Navalny è riuscito a coinvolgere una nuova generazione di attivisti alla quale il sistema Cremlino non piace. Una generazione che in queste ore è rimasta in attesa a osservare quello che accade a Omsk , per la quale la vita dell’attivista è legata all’idea di una nuova Russia. Una generazione che non guarda le tv di stato e segue le notizie sui social e su YouTube, dove Navalny, ogni giovedì, dal suo canale tiene il suo telegiornale. Questi ragazzi sono ancora una minoranza che però cresce e adesso guarda con molta attenzione a quel che succede in Bielorussia, dove i loro coetanei sono riusciti a coinvolgere anche i genitori nella lotta contro il dittatore Lukashenka.

  

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Navalny era stato prima a Novosibirsk, poi a Tomsk per fare campagna elettorale e per una delle sue inchieste contro i membri del partito Russia Unita, lo schieramento del presidente. Il 13 settembre si vota in oltre trenta città e i due municipi siberiani sono importanti da conquistare. Navalny sta portando avanti la campagna del “voto intelligente”, per sconfiggere i candidati sostenuti da Putin: spinge affinché tutti si coalizzino con il candidato che ha più possibilità di battere l’avversario putiniano. Non importa se sia un comunista o un indipendente, l’importante è dimostrare a Putin, dopo il referendum con cui sono state approvate le modifiche alla Costituzione, che non è vero che tutta la nazione è dalla sua parte. Il dissenso in Russia ha una dimensione molto locale – lo dimostra Khabarovsk dove gli abitanti protestano da sei settimane per l’arresto del loro governatore – e ha anche a che vedere con la gestione della pandemia delegata da Putin ai suoi emissari locali: in pochi sono stati in grado di rispondere bene all’emergenza sanitaria. Navalny ha capito che Mosca e San Pietroburgo verranno dopo, le aree più periferiche sono più facilmente espugnabili, basta un “voto intelligente”.

  

Molti attivisti hanno accusato Putin di aver avvelenato Navalny. L’avvocato, oltre a essere un oppositore del Cremlino, con le sue inchieste, la sua organizzazione e le sue campagne infastidisce anche tanti altri politici e uomini d’affari venuti su con il putinismo. Il punto non è, come ha scritto anche Kira Yarmysh su Twitter, se sia stato Putin o meno, in caso di avvelenamento, a dare l’ordine. Il punto è che il presidente russo ha creato un sistema in cui lo spazio per l’opposizione o per il confronto non esiste. Un sistema in cui il dissenso non è ammesso, è considerato da eliminare, e di questo dissenso in Russia Navalny è diventato il regista.

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