“Kamala is a cop”. E allora?
La Harris sta antipatica alla sinistra di Twitter per i suoi trascorsi da dura quando era procuratore della California. Ma Biden per adesso ha sempre vinto grazie all’elettorato centrista. Ora raddoppia con la vice
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Roma. Nel gennaio 2019 una professoressa di Legge di San Francisco, Lara Bazelon, scrisse sul New York Times un op-ed devastante contro Kamala Harris, che allora era candidata alle primarie per diventare presidente. L’editoriale faceva a pezzi l’immagine che Kamala Harris amava dare di sé, quella del “procuratore progressista”. Inserita nel meccanismo della legge, ma con idee sue che contribuivano a rendere il sistema migliore e più umano. La Bazelon scriveva invece che Harris non è per nulla progressista, e portava una serie di argomenti non senza un certo rancore: non si opponeva alla pena di morte, non aveva tentato di rimediare a clamorosi errori processuali che tenevano gente innocente in galera e ogni volta che arrivava il momento di fare una scelta di politica progressista si asteneva – in particolare su una legge che permetteva di punire persino con la detenzione i genitori di studenti che saltavano la scuola. L’accusa era: Harris non è un’eroina antisistema, fa parte del sistema e ne approva gli aspetti peggiori. Quel singolo articolo è poi diventato la madre di tutte le critiche da sinistra contro Kamala Harris, riassunte nello slogan: Kamala is a cop. Kamala è un poliziotto.
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- Daniele Raineri
Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)