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La rincorsa di Kevin Kühnert in Germania

Daniel Mosseri

Il presidente dei giovani socialdemocratici tedeschi lascerà la guida degli Jusos. Punta ai vertici dell'Spd per cui immagina una nuova linea politica, sempre più a sinistra e sempre meno compatibile con la Grande coalizione 

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Berlino. Kevin Kühnert è pronto a spiccare il volo. Il presidente dei giovani socialdemocratici tedeschi, gli Jusos, ha annunciato che il prossimo novembre lascerà la guida delle nuove leve della sinistra democratica tedesca per candidarsi a un seggio da parlamentare alle elezioni dell’autunno 2021. In Germania le sezioni giovanili dei partiti sono una cosa molto seria: fra i passati leader degli Jusos si ricordano per esempio l’ultimo cancelliere socialdemocratico, Gerhard Schröder, e l’ex numero uno della Spd, Andrea Nahles. Così la mossa di Kühnert non è rimasta inosservata. Tanto più che il politico 31enne è da sette mesi anche vicepresidente federale del partito socialdemocratico. Per chi avesse perso le puntate precedenti, sette mesi fa la Spd ha celebrato un congresso straordinario per trovare una nuova guida dopo le dimissioni di Andrea Nahles seguite alla disfatta elettorale delle europee del maggio 2019. A sua volta Nahles era diventata la prima donna a guidare il più antico partito tedesco dopo il disastroso risultato ottenuto da Martin Schulz - conosciuto in Italia per il suo battibecco a Strasburgo con Silvio Berlusconi - alle elezioni parlamentari dell’autunno 2017. Si può dunque affermare che il giovane Kühnert sia figlio e nipote della grave crisi che da due lustri almeno attanaglia la socialdemocrazia tedesca, tramontata in apparenza assieme al regno di Gerhard Schröder.

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Berlino. Kevin Kühnert è pronto a spiccare il volo. Il presidente dei giovani socialdemocratici tedeschi, gli Jusos, ha annunciato che il prossimo novembre lascerà la guida delle nuove leve della sinistra democratica tedesca per candidarsi a un seggio da parlamentare alle elezioni dell’autunno 2021. In Germania le sezioni giovanili dei partiti sono una cosa molto seria: fra i passati leader degli Jusos si ricordano per esempio l’ultimo cancelliere socialdemocratico, Gerhard Schröder, e l’ex numero uno della Spd, Andrea Nahles. Così la mossa di Kühnert non è rimasta inosservata. Tanto più che il politico 31enne è da sette mesi anche vicepresidente federale del partito socialdemocratico. Per chi avesse perso le puntate precedenti, sette mesi fa la Spd ha celebrato un congresso straordinario per trovare una nuova guida dopo le dimissioni di Andrea Nahles seguite alla disfatta elettorale delle europee del maggio 2019. A sua volta Nahles era diventata la prima donna a guidare il più antico partito tedesco dopo il disastroso risultato ottenuto da Martin Schulz - conosciuto in Italia per il suo battibecco a Strasburgo con Silvio Berlusconi - alle elezioni parlamentari dell’autunno 2017. Si può dunque affermare che il giovane Kühnert sia figlio e nipote della grave crisi che da due lustri almeno attanaglia la socialdemocrazia tedesca, tramontata in apparenza assieme al regno di Gerhard Schröder.

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Chi è dunque e a cosa punta il politico nato a Berlino ovest tre mesi prima del crollo del Muro? Per adesso candidarsi a un seggio nel distretto di Tempelhof-Schöneberg, giocando per così dire “in casa”. Sul più lungo periodo è invece evidente che KK punti a dare nuova forma e indirizzo a una Spd ridotta all’ombra di se stessa e avvistata a quota 14,5 per cento dalla maggior parte dei sondaggisti. A Berlino tutti sanno chi è Kevin. In primo luogo è il leader della fronda anti Nahles: se l’ex ministra del Lavoro ha spinto perché la Spd confermasse l’alleanza con Angela Merkel nonostante il deludente risultato del 2017 (il 20% contro lo già scarso 25% del 2013), Kevin si è fatto promotore dell’hashtag #NoGroko, perdendo la battaglia interna seppur di misura. I fatti, tuttavia, gli hanno dato ragione: più la Spd impone le sue politiche di sinistra al governo della cancelliera moderata e più la Cdu della stessa cancelliera ne trae giovamento elettorale, a danno proprio della Spd. Il meccanismo dei vasi comunicanti è noto da una vita e non ci voleva il genio politico di Kühnert per svelarlo. Persa la battaglia per far uscire la Spd dalla grande coalizione, il giovane Kevin ha vinto però il congresso successivo, diventando grande elettorale del duo di sconosciuti oggi alla guida dei socialdemocratici, Saskia Esken e Norbert Walter-Borjans, e ottenendo una vicepresidenza per se stesso. Da allora, almeno a parole, la Spd guarda solo a sinistra; e adesso che la elezioni si avvicinano all’orizzonte, Kevin si prepara per la corsa.

 

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Peccato però che il giovane Kühnert non sembri in grado di allontanare il partito del pericoloso abbraccio con Angela Merkel – scelta più che legittima per un partito che ha guidato il paese con leader come Willy Brandt, Helmut Schmidt e, appunto, Schröder – senza rispolverare un armamentario menscevico che a queste latitudini sembrava morto e sepolto dai tempi del congresso della Spd a Bad Godesberg. Come quando il nostro ha invocato la nazionalizzazione della Bmw o si è spellato le mani per il Mietendeckel, la legge rosso-rosso-verde che a Berlino ha congelato il mercato delle locazioni e imposto canoni di affitto uguali per tutti. Mesi in cui a livello federale i Grünen hanno subissato la Spd nei sondaggi, diventando loro il primo partito della sinistra moderata. Per adesso la linea di Kühnert fa concorrenza solo ai socialcomunisti della Linke.

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