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Trump è costretto a fare il contrario di quanto diceva sul Covid

Paola Peduzzi

Dopo aver iniziato a portare la mascherina, il presidente americano annulla anche la convention repubblicana. Il Gop rompe i ranghi

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Milano. Donald Trump diceva che la mascherina non serviva e poi l’ha messa anche lui; diceva che i test non servivano e poi li ha fatti fare; diceva che i comizi elettorali dovevano ricominciare e poi si è infuriato perché, guarda un po’, la gente non arrivava; diceva che avrebbe fatto la convention repubblicana, non come i democratici paurosi che esagerano da sempre la minaccia del virus, e poi dopo averla spostata l’ha annullata. La storia di Trump e la pandemia riassume tutti gli elementi di una malagestione: incompetente sul virus come tutti, il presidente americano ha scelto di non fidarsi degli esperti e di seguire il suo leggendario “istinto” che lo ha costretto a giravolte continue, mentre l’America registra più di quattro milioni di contagiati, i morti sono circa 145 mila.

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Milano. Donald Trump diceva che la mascherina non serviva e poi l’ha messa anche lui; diceva che i test non servivano e poi li ha fatti fare; diceva che i comizi elettorali dovevano ricominciare e poi si è infuriato perché, guarda un po’, la gente non arrivava; diceva che avrebbe fatto la convention repubblicana, non come i democratici paurosi che esagerano da sempre la minaccia del virus, e poi dopo averla spostata l’ha annullata. La storia di Trump e la pandemia riassume tutti gli elementi di una malagestione: incompetente sul virus come tutti, il presidente americano ha scelto di non fidarsi degli esperti e di seguire il suo leggendario “istinto” che lo ha costretto a giravolte continue, mentre l’America registra più di quattro milioni di contagiati, i morti sono circa 145 mila.

 

Assieme all’istinto di Trump viene anche la sua propensione allo scontro e all’ostilità permanenti, così anche il virus è diventato un’arma politica, io contro i miei nemici che questi siano governatori, sindaci, leader stranieri o virologi, di certo sono democratici o amici dei democratici. Mentre non combatteva il virus, il presidente si è messo a combattere altre battaglie, tutte comprensibili al suo elettorato, non come questo Covid-19 senza colore, convinto che la pandemia sarebbe scomparsa e lui si sarebbe ritrovato in vantaggio, e con i suoi agenti federali a mantenere l’ordine nelle città ribelli – città americane, non afghane. Gli errori di Trump stanno compromettendo anche i governatori repubblicani che più lo hanno seguito, in Texas, Florida, Arizona e Georgia: il consenso va giù, il confronto con gli altri paesi è impietoso – ieri Paul Krugman ha scritto: “Perché non possiamo essere come l’Italia?” – e il Partito repubblicano è sempre più tentato di rompere i ranghi.

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