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Black Mirror a quattrocento chilometri da Kiev

Il presidente e il pazzo. Bizzarro sequestro in Ucraina

Micol Flammini

Per rispolverare la sua immagine (sbiadita), il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accetta di trattare con un sequestratore dalle richieste strampalate.

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato eletto lo scorso anno, e pensava che si sarebbe dovuto occupare di tre cose in particolare: la guerra da risolvere nel Donbass, la corruzione da combattere in Ucraina, i rapporti da implementare con l’Unione europea.

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato eletto lo scorso anno, e pensava che si sarebbe dovuto occupare di tre cose in particolare: la guerra da risolvere nel Donbass, la corruzione da combattere in Ucraina, i rapporti da implementare con l’Unione europea.

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Il primo periodo del suo mandato è stato dedicato soprattutto al primo punto: al tentativo di trovare un accordo con il suo omologo russo. E’ anche riuscito a ottenere un incontro a Parigi con Putin attraverso la mediazione del presidente francese Macron e della cancelliera Merkel, ma era dicembre e Zelensky non pensava che poi sarebbe arrivata la pandemia e che il mondo non avrebbe più avuto tempo per nient’altro.

 

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Tanto più che il mondo prima aveva sentito parlare di lui soprattutto per la telefonata del capo della Casa Bianca, Donald Trump, che lo aveva chiamato per chiedergli un favore: indagare il rivale Joe Biden. La procedura di impeachment partiva da Kiev e il povero Zelensky, durante un incontro con Trump, si era anche ritrovato a sospirare: almeno così l’Ucraina gode di un momento di celebrità. Ma la celebrità non è eterna e lo sa bene il presidente attore che non sopporta quando i sondaggi mostrano che il suo consenso sta diminuendo, che gli ucraini gli danno del debole e che oggi gli rimproverano anche di essere venuto incontro alle pretese di un pazzo che ha tenuto l’Ucraina con gli occhi incollati a un autobus con tredici passeggeri a bordo.

 

Il fatto è accaduto a Lutsk e il sequestratore non aveva alcun movente politico. Non aveva in mente la corruzione, o la guerra nell’Ucraina orientale, né tanto meno i rapporti con l’Unione europea, la sua non voleva essere un’azione politica, aveva in testa soltanto la pretesa che il suo presidente sensibilizzasse i cittadini sulla violenza contro gli animali chiedendo a tutti di guardare un documentario: “Earthlings” di Shaun Monsonn, narrato da Joaquin Phoenix.

 

Il sequestratore, piuttosto gentile nel suo genere – pare chiamasse per rassicurare i parenti dei sequestrati e si scusasse per l’inconveniente: “Mi dispiace tanto che qui a bordo ci sia sua moglie, non le farò alcun male” – aveva fermato un autobus in una città a quattrocento chilometri dalla capitale, era armato e aveva detto di aver posizionato delle bombe anche nella città di Lutsk.

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La polizia è riuscita a risalire in fretta alla sua identità, l’uomo di chiama Maksim Kryvosh, ma era conosciuto più come Maksim Plokhoi, Maksim il Cattivo. E al di là del trattamento gentile riservato ai sequestrati, ha sconvolto tutta la nazione lanciando granate dai finestrini, e i politici e gli agenti dell’Sbu, i servizi segreti ucraini, erano tutti convinti che sarebbe andata a finire malissimo.

 

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Martedì sera il presidente Zelensky è riuscito a parlare direttamente con Maksim il Cattivo, ha voluto sapere quali fossero le sue intenzioni, perché stesse tentando di terrorizzare tutta la nazione. Il sequestratore ha detto che avrebbe voluto che il capo dello stato si impegnasse per la causa animalista e che chiedesse a tutta la nazione di guardare “Earthlings” per capire quali violenze sono costretti a subire gli animali.

 

Il presidente ha accettato, ha chiesto al sequestratore di liberare prima tre ostaggi e poi ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video in cui incoraggiava tutti a vedere il documentario e ad ascoltare con attenzione il racconto di Joaquin Phoenix.

 

Maksim, dopo aver visto il video, ha rilasciato tutti gli altri prigionieri e adesso su di lui grava un’accusa per terrorismo. Le accuse però sono arrivate anche al presidente, che si è prestato ad assecondare le volontà di un pazzo: un altro segnale di debolezza, secondo gli ucraini scandalizzati dall’accondiscendenza del loro capo di stato e in parte entusiasti di aver avuto il loro momento Black Mirror.

 

Come nella prima puntata della serie, il presidente ha accettato di soddisfare le richieste del sequestratore e, rispetto alla serie, per Zelensky la prova a stata decisamente meno terribile. Ma Maksim il Cattivo era un sequestratore gentile e forse il presidente attore con quelle che gli ucraini chiamano prove di debolezza, che sia la tregua nel Donbass o un video animalista, sta cercando di dimostrare che i compromessi per la nazione possono diventare garanzia di un periodo di pace duratura.

 

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