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La propaganda russa usa il coronavirus per i suoi piani di sovversione

Eugenio Cau

Un documento dell’Unione europea sostiene che il Cremlino promuove le fake news per seminare terrore e minare la fiducia

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Milano. Un documento dell’Unione europea datato 16 marzo e filtrato ai media sostiene che è in corso “una campagna di disinformazione di grandi dimensioni” promossa dal Cremlino e dai media di stato russi a proposito del coronavirus. L’obiettivo del Cremlino, secondo il documento rivelato per primo dal Financial Times, è provocare “   confusione, paura e panico” tra la popolazione e “aggravare la crisi sanitaria in corso nei paesi occidentali minando la fiducia del pubblico nei sistemi sanitari nazionali, con il risultato di danneggiare una risposta efficace al contagio”. La nuova campagna russa, dicono gli esperti europei, “è in linea con la strategia generale del Cremlino di tentare di sovvertire le società europee dall’interno”.

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Milano. Un documento dell’Unione europea datato 16 marzo e filtrato ai media sostiene che è in corso “una campagna di disinformazione di grandi dimensioni” promossa dal Cremlino e dai media di stato russi a proposito del coronavirus. L’obiettivo del Cremlino, secondo il documento rivelato per primo dal Financial Times, è provocare “   confusione, paura e panico” tra la popolazione e “aggravare la crisi sanitaria in corso nei paesi occidentali minando la fiducia del pubblico nei sistemi sanitari nazionali, con il risultato di danneggiare una risposta efficace al contagio”. La nuova campagna russa, dicono gli esperti europei, “è in linea con la strategia generale del Cremlino di tentare di sovvertire le società europee dall’interno”.

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Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha negato tutte le accuse e ha detto che il report è frutto di una “ossessione anti russa” e non contiene nemmeno un esempio concreto. In realtà il documento, che è stato realizzato dalla divisione delle comunicazioni strategiche del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) descrive numerosi casi in cui i media di stato russi (come per esempio RT e Sputnik, che sono presenti in quasi tutti i paesi d’Europa nelle varie lingue locali) e “false identità e account legati allo stato russo” hanno sviluppato ma soprattutto amplificato bufale e teorie del complotto attorno alla crisi sanitaria in corso in Europa e nel mondo. I media russi hanno diffuso la notizia falsa secondo cui ci sarebbe stato un soldato americano ricoverato in Lituania con il coronavirus. Hanno amplificato la propaganda dell’Iran secondo cui il virus sarebbe un’arma biologica sviluppata dagli americani. Hanno diffuso notizie false di casi di coronavirus in Ucraina che il governo di Kiev avrebbe tenuto nascosti alla popolazione. Hanno fatto circolare la notizia fake in base alla quale il primo ministro slovacco Peter Pellegrini, che è stato ricoverato in ospedale per un’altra malattia, avrebbe avuto il coronavirus e avrebbe infettato tutti i leader europei in un summit recente. Hanno cercato di colpire anche l’Italia, seminando terrore sulla tenuta del sistema sanitario e sulla risposta del governo.

 

Il documento europeo non è l’unico esempio di attività di disinformazione russa in occidente a proposito del virus. Pochi giorni fa il Washington Post ha rivelato un documento del dipartimento di stato americano che identifica due milioni di tweet che hanno diffuso notizie false sul coronavirus nel periodo tra il 10 gennaio e il 20 febbraio. Il documento non fa diretto riferimento alla Russia, ma pochi giorni dopo l’uscita dell’articolo del Washington Post Lea Gabrielle, una dirigente del dipartimento, ha detto al Congresso che “sciami di falsi account” collegabili a Mosca stanno diffondendo bufale online sul coronavirus. I social media per ora hanno fatto un lavoro molto efficiente nel contenimento delle fake news sul virus, che si diffondono in maniera predominante sui sistemi di chat privata come WhatsApp e Telegram.

 

La volontà del Cremlino di approfittare anche di una crisi sanitaria globale per avanzare la propria agenda di sovversione delle democrazie liberali è molto grave: nel momento in cui il mondo cerca una soluzione comune a un problema che riguarda tutti, la Russia cerca di seminare panico tra i suoi rivali strategici. L’utilizzo di cospirazioni sanitarie non è necessariamente una novità: l’anno scorso RT condusse per esempio una campagna disgraziata che collegava le tecnologie 5G allo sviluppo di tumori e altre malattie gravi (gli esperti hanno smentito ogni legame). E prima ancora, come ricorda Axios, negli anni 80 furono i sovietici a diffondere la bufala secondo cui l’Aids sarebbe stato un’arma biologica sviluppata dalla Cia. Abbiamo sperato che quei tempi fossero ormai passati, e ci siamo sbagliati.

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