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I tamponi inefficaci di una società statale spiegano l’eccezione russa

Micol Flammini

I casi di Covid aumentano, Mosca costruisce un ospedale, i cittadini fanno scorte e gli esperti avvertono: “La sanità non regge”

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Roma. Il numero dei contagiati dal Covid-19 in Russia è cresciuto del 35 per cento e la notizia è arrivata assieme alla conferma della prima vittima: una donna di 79 anni. I numeri continuano a essere bassi se confrontati con altre nazioni, 199 persone contagiate, ma la paura e il panico di una popolazione che non riesce più a credere alla favola dell’unico paese impermeabile, l’unico che è riuscito a bloccare alle frontiere il virus, stanno iniziando a produrre i primi risultati, che sono gli stessi che abbiamo visto altrove, dalla Cina all’Italia, dalla Francia agli Stati Uniti, sono arrivate le immagini degli scaffali dei supermercati vuoti.

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Roma. Il numero dei contagiati dal Covid-19 in Russia è cresciuto del 35 per cento e la notizia è arrivata assieme alla conferma della prima vittima: una donna di 79 anni. I numeri continuano a essere bassi se confrontati con altre nazioni, 199 persone contagiate, ma la paura e il panico di una popolazione che non riesce più a credere alla favola dell’unico paese impermeabile, l’unico che è riuscito a bloccare alle frontiere il virus, stanno iniziando a produrre i primi risultati, che sono gli stessi che abbiamo visto altrove, dalla Cina all’Italia, dalla Francia agli Stati Uniti, sono arrivate le immagini degli scaffali dei supermercati vuoti.

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Finora la Russia è riuscita a tenere tutto al suo interno, a mostrarsi impeccabile, a far credere di aver rispettato e anzi anticipato le tempistiche in fatto di quarantene e chiusura dei confini. Un segnale alla volta, spesso impercettibile, sembrava invece dimostrare che la Russia non fosse affatto un’eccezione, ma fosse semplicemente meno trasparente nel segnalare l’evoluzione della malattia. Intanto è arrivata qualche risposta alla domanda “come mai così pochi casi?”. La Russia ha condotto circa 116 mila test e la vice premier Tatyana Golikova ha annunciato che presto tutti i russi sarebbero stati testati, gratuitamente. Ma finora l’unico kit per i tamponi presente in Russia è stato brevettato da un istituto di Novosibirsk, un centro di ricerca statale.

 

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A rilevare che qualcosa non andava in questi test, che vengono fatti in due fasi e che frequentemente danno come risultato dei falsi negativi, è stata la Dna Technologies, una società russa che ha prodotto un test alternativo ma che non ha mai ottenuto dalla Rospotrebnadzor, l’agenzia federale che si occupa della tutela della salute, il permesso di testare i tampone. Intervistato dal sito di inchiesta Meduza, il ceo della Dna Technologies ha spiegato che i test brevettati da Vektor, il centro statale, sono molto approssimativi e seguono degli standard diversi rispetto a quelli usati negli altri paesi, oltre ad aver creato un monopolio dei tamponi molto difficile da rompere. Martedì il presidente russo ha detto che la situazione è sotto controllo, ma i casi, soprattutto a Mosca, stanno aumentando rapidamente. La costruzione di un ospedale alla periferia della capitale indica anche che le autorità si fidano poco dei numeri che vengono diffusi e cercano di prepararsi. I timori tuttavia non si sono tradotti in un tentativo di sensibilizzare i cittadini a seguire delle norme per prevenire il diffondersi del contagio. Le autorità hanno emesso un decreto per vietare gli assembramenti, proprio ora che qualche oppositore voleva far vedere al Cremlino che non tutta la Russia è dalla parte del cambio della Costituzione che permetterà al presidente di essere riconfermato fino al 2036. Per questioni di salute pubblica, nessuna manifestazione è stata consentita, ma la vita dei cittadini continua come prima, anche le funzioni religiose e la vita notturna.

 

Su alcuni canali Telegram girava la notizia, non confermata, che Mosca starebbe pensando di chiudere tutto prima che la situazione vada fuori controllo. Secondo alcuni esperti, è già troppo tardi. Quando la Russia inizierà a fare dei veri tamponi, il numero dei positivi potrebbe aumentare all’improvviso e la sanità, già malconcia e stremata da due anni di importanti tagli, non riuscirebbe a reggere alla pressione che altri paesi nel mondo stanno vivendo in questi giorni.

In alcuni ospedali le mascherine già mancavano prima dell’arrivo del coronavirus e i posti letto in terapia intensiva sono pochi, circa il 5 per cento per ogni ospedale. I russi lo sanno, non si fidano e hanno iniziato a chiudersi in casa e a fare scorte. I supermercati Auchan in Russia hanno predisposto i carrelli già riempiti con beni di prima necessità all’ingresso per evitare che si formi il caos all’interno. Ogni carrello contiene riserve di farina, zucchero, olio, carta igienica, pasta, grano saraceno, riso. 2634 rubli e 50 a carrello, 31 euro.

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