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Perché la Francia riapre il Louvre

Redazione

Cinismo o no? La scelta francese per evitare il contagio economico

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Nonostante i contagiati da coronavirus siano ormai più di duecento e in costante aumento, e nonostante molte personalità della medicina francese invitino il governo a essere più prudente, il Louvre, il museo simbolo di Parigi, che nel 2019 ha registrato 9,6 milioni di visitatori, ha deciso di riaprire le porte al pubblico. “Attualmente, le autorità competenti raccomandano l’apertura dei musei”, ha fatto sapere la direzione del Louvre, evocando le “legittime inquietudini” sulla propagazione del coronavirus del personale, che domenica, esercitando il “diritto di ritiro” in caso di rischi alla salute, aveva costretto il museo a restare chiuso. “La priorità assoluta”, ha aggiunto la direzione, è “garantire la sicurezza del personale e dei visitatori”, annunciando una serie di misure di igiene supplementari, senza fornire dettagli in merito. A Parigi, la decisione fa storcere molti nasi. Ci si chiede, soprattutto, quale sia il senso logico di annullare il Salone del libro e il Salone del turismo, nonché vietare tutti gli eventi pubblici che riuniscono più di cinquemila persone, e tenere aperto il Louvre, il museo più visitato al mondo, dove ogni giorno si accalcano migliaia di persone. “Non voglio credere che la sicurezza del personale e del pubblico possa essere sacrificata sull’altare dell’interesse economico”, ha detto al Parisien Christian Galani, funzionario del Louvre. Ma non è l’unico a pensarla in questo modo, a ritenere possibile che l’esecutivo, per ragioni economiche, turistiche e di immagine, stia rimandando il più possibile l’esplosione del problema Covid-19. Soltanto nelle prossime settimane capiremo se c’è qualcuno che sta sopravvalutando questa minaccia (l’Italia), o se invece c’è qualche paese che la sta decisamente sottovalutando.

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Nonostante i contagiati da coronavirus siano ormai più di duecento e in costante aumento, e nonostante molte personalità della medicina francese invitino il governo a essere più prudente, il Louvre, il museo simbolo di Parigi, che nel 2019 ha registrato 9,6 milioni di visitatori, ha deciso di riaprire le porte al pubblico. “Attualmente, le autorità competenti raccomandano l’apertura dei musei”, ha fatto sapere la direzione del Louvre, evocando le “legittime inquietudini” sulla propagazione del coronavirus del personale, che domenica, esercitando il “diritto di ritiro” in caso di rischi alla salute, aveva costretto il museo a restare chiuso. “La priorità assoluta”, ha aggiunto la direzione, è “garantire la sicurezza del personale e dei visitatori”, annunciando una serie di misure di igiene supplementari, senza fornire dettagli in merito. A Parigi, la decisione fa storcere molti nasi. Ci si chiede, soprattutto, quale sia il senso logico di annullare il Salone del libro e il Salone del turismo, nonché vietare tutti gli eventi pubblici che riuniscono più di cinquemila persone, e tenere aperto il Louvre, il museo più visitato al mondo, dove ogni giorno si accalcano migliaia di persone. “Non voglio credere che la sicurezza del personale e del pubblico possa essere sacrificata sull’altare dell’interesse economico”, ha detto al Parisien Christian Galani, funzionario del Louvre. Ma non è l’unico a pensarla in questo modo, a ritenere possibile che l’esecutivo, per ragioni economiche, turistiche e di immagine, stia rimandando il più possibile l’esplosione del problema Covid-19. Soltanto nelle prossime settimane capiremo se c’è qualcuno che sta sopravvalutando questa minaccia (l’Italia), o se invece c’è qualche paese che la sta decisamente sottovalutando.

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