PUBBLICITÁ

La promessa climatica di Macron

Mauro Zanon

Tra studenti, pensionati, dirigenti e operai, un'ora a parlare di ambiente con il presidente francese. L'ambizioso dibattito sull'ecologia 

PUBBLICITÁ

Parigi. È stato un esercizio inedito di democrazia partecipativa quello andato in scena stasera al Palais d’Iéna, sede del Conseil économique, social et environnemental (Cese), il principale organo consultivo della République. Un esercizio che ha visto protagonisti il capo dello stato francese, Emmanuel Macron, e i 150 cittadini estratti a sorte della Convention citoyenne pour le climat (Ccc), la convenzione istituita dall’Eliseo la scorsa primavera, al termine del “Gran débat national” organizzato in risposta alla crisi dei gilet gialli. Operai, dirigenti, studenti, agricoltori, adolescenti e pensionati hanno potuto dialogare con il presidente della Repubblica per più di un’ora sui temi dell’ambiente, dalla politica ecologia europea alla lotta ai cambiamenti climatici.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Parigi. È stato un esercizio inedito di democrazia partecipativa quello andato in scena stasera al Palais d’Iéna, sede del Conseil économique, social et environnemental (Cese), il principale organo consultivo della République. Un esercizio che ha visto protagonisti il capo dello stato francese, Emmanuel Macron, e i 150 cittadini estratti a sorte della Convention citoyenne pour le climat (Ccc), la convenzione istituita dall’Eliseo la scorsa primavera, al termine del “Gran débat national” organizzato in risposta alla crisi dei gilet gialli. Operai, dirigenti, studenti, agricoltori, adolescenti e pensionati hanno potuto dialogare con il presidente della Repubblica per più di un’ora sui temi dell’ambiente, dalla politica ecologia europea alla lotta ai cambiamenti climatici.

PUBBLICITÁ

“Questo esercizio, è una vera e propria innovazione democratica”, ha sottolineato in apertura Patrick Bernarsconi, presidente del Cese, prima di lasciare la parola a Macron. “Perché ho voluto questa Convention nell’aprile 2019? Perché ho osservato lo stato del nostro paese. Le democrazie non sono in forma”, ha detto l’inquilino dell’Eliseo, prima di aggiungere:  “Lo stato di salute della società non è buono perché si trovano di fronte a dei cambiamenti inediti nella storia dell’umanità, a partire dai cambiamenti climatici”. Secondo Macron, oggi, in Francia e in Europa, “i cittadini non vengono inclusi abbastanza nelle decisioni. L’obiettivo della Convention è questo: i cittadini chiedono più democrazia perché vogliono partecipare all’elaborazione delle leggi ed esigono che questo avvenga in maniera più trasparente”. “Ciò che uscirà da questa Convention, è un mio impegno, sarà sottomesso senza filtri o al voto del parlamento, o a un referendum, o verrà applicato per decreto”, aveva dichiarato lo scorso 25 aprile, e questa sera, davanti ai 150 cittadini della Ccc, lo ha ribadito. “Ciò che vi devo è un impegno. Ciò che metterete sul tavolo, non resterà inascoltato. Mi impegno affinché su questa base vengano prese delle decisioni forti”, ha affermato l’inquilino dell’Eliseo.  E ancora: “Se quello che esce dalla Convention è un testo preciso, che può essere applicato, verrà applicato senza filtro. Il diavolo è nei dettagli: bisognerà instaurare un meccanismo di monitoraggio”, ha risposto il presidente alla prima delle otto domande preparate collettivamente dalla Ccc, ricordando che le proposte dovranno seguire le regole istituzionali per essere adottate. Interrogato sul Ceta, il trattato di libero scambio tra Unione europea e Canada presentato a torto da certi ecologisti come negativo per gli agricoltori, Macron ha spiegato che è stato aggiunto “un veto climatico che permette di attivare qualcosa di forte se ci fossero divergenze sul piano climatico. Sulla base delle nostre informazioni, del lavoro che abbiamo fatto e del veto climatico, se decidiamo di non ratificare il Ceta, significa che ogni forma di integrazione commerciale non è più possibile. Ora, siamo in una situazione di fiducia che ci permette di ratificare il Ceta”.

 

PUBBLICITÁ

Colui che lanciò lo slogan “Make our planet great again” nell’estate del 2017, in risposta allo scetticismo climatico del presidente americano Donald Trump, ha specificato che “la Francia avrà sempre la stessa linea: non avremo nessun accordo commerciale con un paese che non rispetta l’accordo di Parigi (firmato durante la Cop21 del 2015, tenutasi nella capitale francese, ndr)”. Macron ha poi evocato l’esistenza di uno “iato tra catastrofisti e immobilisti” che va ridotto per trovare un punto d’equilibrio, spendendo parole positive per la “coscienza ecologica dei giovani e dei nostri scienziati”.

 

Verso la fine del dialogo tra Macron e la Ccc, è arrivato il tema della taxe carbone, il cui aumento aveva scatenato la crisi dei gilet gialli nell’autunno del 2018. “Abbiamo fatto un errore sulla carbon tax e ho la mia parte di responsabilità”, ha detto l’inquilino dell’Eliseo, prima di aggiungere: “L’accettabilità di una tale tassazione, se ritornasse sul tavolo, sarebbe sostenibile solo se prevedesse dei meccanismi di accompagnamento per i più modesti”. La chiusura è sulla compatibilità tra il modello economico occidentale e la transizione ecologica. “Sono convinto che il modello dell’economia di mercato sia compatibile con l’ecologia”, ha detto Macron, criticando, tuttavia, il "capitalisme d’accumulation”.

 

Da ottobre, i 150 membri della Ccc si sono riuniti tre volte interrogando degli esperti in materia ambientale, con un focus su cinque temi: muoversi, abitare, nutrirsi, produrre e lavorare, consumare. Le proposte finali della Ccc verranno presentate all’inizio del mese di aprile al governo e alla stampa. Macron, nel suo discorso di fine anno alla nazione, aveva promesso che in primavera verranno fatte “nuove scelte significative”, per “ridurre le nostre emissioni di Co2, lottare contro il riscaldamento globale, ma anche agire in favore della biodiversità”. In pieno sciopero contro la riforma delle pensioni, alcuni hanno criticato il presidente per la sua presenza al Palais d’Iéna, altri invece hanno applaudito la scelta di ascoltare i cittadini su un tema sensibile come l’ambiente. “Ci sono dei climatoscettici tra noi, e molti, come me, non erano particolarmente sensibili all’ecologia. Ho accettato di partecipare perché è la prima volta che viene data la parola ai cittadini”, ha dichiarato Grégoire Fraty, piccolo dirigente di Caen, in Normandia, estratto tra i 150 cittadini del Ccc. Un messaggio dalla Francia profonda per smentire chi accusa Macron di essere distante dal paese profondo.

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ