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Sebastian Kurz, il Grünenkind

Micol Flammini

In Austria è nato il nuovo governo verde pronto a proteggere “clima e confini”

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Roma. Se Sebastian Kurz sia uno sperimentatore senza scrupoli o un calcolatore che ben conosce il suo paese non lo hanno scoperto (ancora) neppure i suoi biografi. Il leader dei popolari austriaci, cancelliere per la seconda volta, ha concluso un accordo con i Verdi. Un accordo che sembrava impensabile da parte di chi appena sette mesi fa era alleato dell’estrema destra. Ma Sebastian Kurz, da quando è stato eletto la prima volta nel 2017, ha un’idea fissa: sbloccare la politica austriaca, uscire dalla stanchezza delle grandi coalizioni e rendere il paese dinamico. Ha evitato di allearsi, come tanti popolari prima di lui, con i socialdemocratici e tre anni fa aveva deciso di formare un governo diverso, anche se già sperimentato da altri prima di lui, con l’Fpö, il partito di estrema destra che già in passato aveva affiancato l’Övp. L’unione con il Partito della libertà austriaco è finita poco prima delle elezioni europee lo scorso anno, dopo la pubblicazione di un video in cui il leader del gruppo ed ex vice cancelliere, Heinz-Christian Strache, prometteva appalti alla sedicente nipote di un oligarca in cambio di denaro. Kurz fu rapido, ruppe l’alleanza, vinse le elezioni europee la settimana successiva e perse il voto di fiducia in Parlamento. Nel voto di settembre ha aumentato ancora i consensi, l’Fpö li ha persi, i socialdemocratici non ne hanno guadagnati e sono arrivati i Verdi di Werner Kogler, un leader senza averne l’aria, che con il 14 per cento sono tornati in Parlamento. Kurz si è ritrovato al centro del corteggiamento di tutti i partiti, inclusi i Verdi, che in campagna elettorale avevano pubblicato un video in cui un finto Kurz si lasciava irretire da una ragazza, una verde, in un bar, e si lasciava convincere su tutto, anche sull’accoglienza, ma poi alla vista di un finto Norbert Hofer dell’Fpö al bancone, scappava di nuovo con lui. Non è successo e Kurz lo sperimentatore ha iniziato lunghi negoziati con il partito dei Verdi concludendo che: “È possibile proteggere clima e confini”, ha detto in conferenza stampa il cancelliere. 

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Roma. Se Sebastian Kurz sia uno sperimentatore senza scrupoli o un calcolatore che ben conosce il suo paese non lo hanno scoperto (ancora) neppure i suoi biografi. Il leader dei popolari austriaci, cancelliere per la seconda volta, ha concluso un accordo con i Verdi. Un accordo che sembrava impensabile da parte di chi appena sette mesi fa era alleato dell’estrema destra. Ma Sebastian Kurz, da quando è stato eletto la prima volta nel 2017, ha un’idea fissa: sbloccare la politica austriaca, uscire dalla stanchezza delle grandi coalizioni e rendere il paese dinamico. Ha evitato di allearsi, come tanti popolari prima di lui, con i socialdemocratici e tre anni fa aveva deciso di formare un governo diverso, anche se già sperimentato da altri prima di lui, con l’Fpö, il partito di estrema destra che già in passato aveva affiancato l’Övp. L’unione con il Partito della libertà austriaco è finita poco prima delle elezioni europee lo scorso anno, dopo la pubblicazione di un video in cui il leader del gruppo ed ex vice cancelliere, Heinz-Christian Strache, prometteva appalti alla sedicente nipote di un oligarca in cambio di denaro. Kurz fu rapido, ruppe l’alleanza, vinse le elezioni europee la settimana successiva e perse il voto di fiducia in Parlamento. Nel voto di settembre ha aumentato ancora i consensi, l’Fpö li ha persi, i socialdemocratici non ne hanno guadagnati e sono arrivati i Verdi di Werner Kogler, un leader senza averne l’aria, che con il 14 per cento sono tornati in Parlamento. Kurz si è ritrovato al centro del corteggiamento di tutti i partiti, inclusi i Verdi, che in campagna elettorale avevano pubblicato un video in cui un finto Kurz si lasciava irretire da una ragazza, una verde, in un bar, e si lasciava convincere su tutto, anche sull’accoglienza, ma poi alla vista di un finto Norbert Hofer dell’Fpö al bancone, scappava di nuovo con lui. Non è successo e Kurz lo sperimentatore ha iniziato lunghi negoziati con il partito dei Verdi concludendo che: “È possibile proteggere clima e confini”, ha detto in conferenza stampa il cancelliere. 

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I Verdi guidati da Kogler, che ha preso il partito diventato insignificante sotto la guida della frangia più giovane e lo ha portato al governo, si erano presentati ai negoziati con cinque punti fondamentali, ai quali promettevano di non rinunciare e includevano politiche sociali, immigrazione e clima. Kogler, paziente quanto Kurz, ha aspettato, ha dedicato tempo al programma di governo ben sapendo che il suo partito non poteva lasciarsi scappare l’opportunità di far parte di un esecutivo. Come Kurz ripeteva ai giornalisti che i Grünen non avevano fretta, prima di concludere i negoziati le due parti dovevano essere sicure. Ed ora che sono sicuri – qualcuno dice che il cancelliere abbia voluto lasciar passare il Natale per questioni scaramantiche, l’accordo con l’Fpö venne firmato durante gli ultimi giorni del 2017 – sono pronti a dimostrare che questo esperimento, un governo di destra e ambientalista è possibile e funziona.

 

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Sebastian Kurz ha anche imparato dai suoi errori, nella spartizione dei ministeri ha voluto che l’Övp avesse l’Interno, poi anche Esteri, Difesa, Politiche agricole e ha lasciato ai Verdi Sanità, Giustizia e il portafoglio delle Infrastrutture. Il leader dei popolari alleandosi con i Grünen, che in molti paesi d’Europa stanno ormai conquistando i voti della sinistra, non ha rinunciato alle strette politiche di controllo sull'immigrazione, sebbene abbia fatto delle concessioni come l’introduzione di tasse ambientali, per esempio sui voli e ha dichiarato di voler arrivare alle emissioni zero entro il 2040, in anticipo di dieci anni rispetto all’obiettivo europeo. I Verdi, che oggi ratificheranno l’accordo di coalizione nel loro congresso, sebbene abbiano ceduto al divieto dell’uso del velo per ragazze al di sotto del 14 anni nelle scuole, sono riusciti a ottenere dei sussidi per l’incremento dei trasporti pubblici.

   

L’Austria è un piccolo laboratorio politico, e il nuovo governo sarà un matrimonio, hanno detto Övp e Grünen, tra riforme economiche liberali e politiche ambientali. Molti partiti di centrodestra europei guardano a Kurz come a un faro, un ispiratore, soprattutto dalla Germania dove l’idea di togliere la voce ai populisti sfruttando l’interesse della popolazione per il clima sta diventando sempre più forte. Il centrodestra pensa a come ricostruirsi, Berlino, come Vienna, è stanca delle grandi coalizioni, e l’alternativa verde è un terreno da esplorare a livello federale. In Assia, per esempio, come fa presenta il giornale online Politico, la coalizione tra Cdu e Verdi esiste già. Convivono dal 2018. Il segreto è rispettare i punti chiave l’uno dell’altro, le politiche irrinunciabili, per il resto, almeno nel Land di Wiesbaden, hanno imparato a non intestardirsi troppo.

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