"Mani pulite" ispira un golpe giudiziario? Che strano
Il ministro della Giustizia del Brasile, Sergio Moro, avrebbe orchestrato l'arresto di Lula per non permettergli di candidarsi alle elezioni. Lo scoop dell'Intercept
Il ministro della Giustizia del Brasile, Sergio Moro, insieme a diversi procuratori complottarono per fare in modo che l'ex presidente Lula finisse in carcere e non potesse candidarsi alle elezioni presidenziali del 2018. Il sito "The Intercept", fondato da Glenn Greenwald, l'uomo che aiutò Edward Snowden a svelare il sistema di sorveglianza globale messo in piedi dall'intelligence degli Stati Uniti, ha pubblicato diversi documenti riservati, mail, discussioni in chat private, foto e filmati che svelano il complotto orchestrato da Moro. E ora il Supremo Tribunale del Brasile (Stf), massimo organo giudiziario del paese, riprenderà il dibattito sulla richiesta di scarcerazione dell'ex presidente.
"La cosiddetta Operazione mani pulite ha costituito un momento straordinario nella storia contemporanea del Giudiziario. Sarebbe ingenuo pensare che processi efficaci contro figure potenti possano essere condotti in maniera normale”. Sérgio Fernando Moro
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) June 11, 2019
Prima di diventare ministro nel governo di Jair Bolsonaro, Moro aveva diretto l'inchiesta che portò Lula a una prima condanna nel 2017. L'allora magistrato avrebbe messo in atto una serie di "comportamenti non etici e inganni sistematici" nel corso dell'inchiesta denominata "Lava Jato".
Nel 2017, Moro aveva ordinato lo spettacolare accompagnamento coatto di Lula in commissariato, dopo avere introdotto in maniera massiccia l’uso dei pentiti e della carcerazione preventiva per scavare nello scandalo sulle tangenti della società petrolifera di Stato Petrobras.